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Una donna a capo di FI romperebbe il soffitto di cristallo. La proposta di Bernini

Il futuro di Forza Italia potrebbe essere rosa. Non si parla di cambio cromatico del partito degli azzurri ma di alcune linee di tendenza emerse anche nel corso dell’Assemblea Nazionale del partito di Berlusconi che ieri ha celebrato i suoi primi 25 anni di vita.
La convention del Palazzo dei Congressi ha visto alternarsi alla conduzione le onorevoli Maria Stella Gelmini e Anna Maria Bernini. Tra i tanti interventi l’unico che ha ricevuto una vera e propria ovazione è stato quello dell’onorevole Mara Carafagna. Le donne alle quali Forza Italia sta sempre più affidando la propria rappresentazione, non solo mediatica, sono attiviste politiche di lungo corso, parlamentari fedeli alla linea ma con le proprie idee. E non è da escludere che tra di loro ci sia il prossimo leader del partito.

Del futuro di Forza Italia, che oggi segna un traguardo importante, e della possibile “svolta rosa” ne abbiamo parlato con Anna Maria Bernini, animatrice del dibattito all’Assemblea e tra le frontwoman più in vista del partito di Berlusconi.

Come arriva Forza Italia ai suoi primi 25 anni?

Con molto entusiasmo, come ha visto. La sala parla da sola, poi nessuno si nasconde l’esigenza di fare sempre meglio. Io sono una sostenitrice delle nuove generazioni. Mi piace il lavoro che sta facendo il movimento giovanile. Il presidente Berlusconi per primo alimenta la forza del gruppo giovanile e ci sprona a fare di più per farlo crescere e per far crescere i tanti amministratori locali, soprattutto i più giovani. Loro sono la nostra forza.

Quale messaggio arriva da questa sala?

Arrivano diversi messaggi. Direi che qui c’è la passione di chi lavora e si impegna ogni giorno. I nostri amministratori locali sono forti, lo sanno, hanno imparato a risolvere i problemi sui territori, vogliono avere un rapporto più diretto con noi, con il livello nazionale, e sono in grado di insegnarci molte cose.

Berlusconi ha fatto risiedere parte della sua forza nella capacità di indurre gli italiani ad immedesimarsi in lui, per molti anni Berlusconi ha impersonificato l’italiano che tanti avrebbero voluto essere. Eppure dal palco ha detto che non è mai riuscito a prendere il 51% perché gli italiani non l’hanno capito. Questa affermazione non tradisce lo spirito “berlusconiano”?

In realtà no. Il presidente Berlusconi si rammarica di non essere riuscito a spiegare agli italiani quanto fosse importante la forza di una coalizione di governo in grado di essere autonoma. In realtà in questo c’è un’autocritica e questo è molto berlusconiano. Lui non dice “gli italiani non mi hanno capito”, lui dice “Io non sono stato in grado di spiegarlo agli italiani”.

In realtà sul palco ha detto il contrario.

No, no. La sua è stata assolutamente un’autocritica e questo gli fa onore.

L’Assemblea è stata condotta da lei e dall’onorevole Gelmini. Tra i tanti interventi quello dell’onorevole Mara Carfagna è stato il più applaudito. Il quadro che emerge dall’Assemblea è una Forza Italia a trazione femminile. È possibile che nel prossimo futuro, quando il Presidente deciderà di abbandonare il campo, Forza Italia sia guidata da una donna?

Io sono una donna ma non sono mai stata una grande sostenitrice delle quote di genere. Sul palco scherzavo dicendo che ora servirebbero delle quote azzurre perché di quote rose ce n’è un’overdose. Se così fosse sarebbe sicuramente un segnale positivo, com’è positivo che il Presidente del Senato sia una donna, la senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati. Le rispondo come una volta rispose Margaret Thatcher: “Avremo la vera parità quando una donna cretina, prenderà il posto di un uomo cretino”. Il merito vale per gli uomini tanto quanto per le donne, io non riesco a discriminare. La mia cultura professionale, prima ancora che politica, mi impedisce di chiedere la quota, non mi piace la riserva indiana. Poi ogni individuo e ogni persona ha un valore aggiunto.

Proprio non la emoziona l’idea di una donna a capo del suo partito?

Certo una donna leader sarebbe la rottura del soffitto di cristallo, così come se riuscissimo a eleggere una donna alla Presidenza della Repubblica.

Potrebbe essere una risposta a chi, negli anni, ha accusato il presidente Berlusconi di misoginia.

Sì. Devo dire che, se fosse una donna di valore e legata a una storia politica importate, sarebbe un motivo di arricchimento per il partito e per l’Italia. Poi i debiti che il Presidente Berlusconi ha con l’opinione pubblica se li risolve da solo.

Parliamo della prossima sfida elettorale. Il presidente Berlusconi ha lanciato l’idea del sovranismo europeo. Che risposta vi aspettate dall’elettorato?

Ci aspettiamo un grande ritorno di un elettorato che, forse colpevolmente, abbiamo lasciato andare. Qui noi dobbiamo fare autocritica. Dando per scontato alcuni temi e assumendo il nostro tipico atteggiamento di forza a vocazione di governo che, a prescindere dalla maggioranza in carico, vota i provvedimenti che ritiene buoni e consistenti, abbiamo perso un po’ di consensi. Ora dobbiamo tornare in campo, senza dare nulla per scontato, e dobbiamo riprendere a motivare quelle forze liberali, moderate, popolari, riformatrici che sicuramente sono maggioranza nel paese, proprio come dicevano De Gasperi e Togliatti. Ecco questo lo penso anche io. Penso che ci sia bisogno di una forza liberale e moderata che non parli una lingua biforcuta come quella che ha parlato il Partito Democratico nel corso della passata legislatura e che non ecceda negli estremismi nazionalisti che non fanno bene al Paese. Questa, a mio avviso, deve essere la collocazione di Forza Italia.

Non avete paura che una svolta più moderata possa consegnare parte del vostro elettorato tra le braccia della Lega di Salvini, anch’essa in corsa per occupare l’area del centro?

Io sono una libero-mercatista nella vita e nella professione, sarebbe assurdo se non lo fossi in politica. Se esistono dei competitor questo è solo uno stimolo a fare meglio, a essere sempre più forti e a stimolare sempre di più il dialogo con i territori.

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