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Gianfranco Cattai, la lobby e il bene comune

Le associazioni del non profit fanno lobby? Sì, ed è normale che la facciano. Ne abbiamo parlato con Gianfranco Cattai, presidente della Federazione degli organismi cristiani di servizio internazionale volontario (Focsiv), che è stato intervistato per Lobby Non Olet, la video-rubrica di Telos A&S. Guarda il video.

Alcuni si stupiranno. Il terzo settore sembrerebbe non aver niente a che fare con il mondo della lobby. Invece non è così: “per noi è fondamentale l’advocacy, la lobbying per portare avanti delle idee, delle strategie, una cultura per affrontare il bene comune” afferma Cattai nella sua intervista.

Il bene comune è un concetto molto interessante, ricco di sfumature e possibili interpretazioni. Bella la definizione del cardinale Carlo Maria Martini nel suo Vocabolario dell’etica: “È l’insieme delle condizioni di vita di una società, che favoriscono il benessere, il progresso umano di tutti i cittadini. Ad esempio, bene comune è la democrazia; bene comune sono tutte quelle condizioni che promuovono il progresso culturale, spirituale, morale, economico di tutti, nessuno escluso”.

Il bene comune, dunque, presuppone un senso della collettività, non una mera ricerca individuale della felicità. Vengono in mente le riflessioni di San Tommaso d’Aquino, per il quale l’animale sociale – l’uomo – deve vivere in una condizione in cui non gli sia negata la sua essenza ma, allo stesso tempo, trarre beneficio dal partecipare al bene di tutti, che non esclude ma comprende in sé il bene di ognuno.

Le riflessioni di Gianfranco Cattai mi hanno portato lontano, facendomi riflettere sul senso del mio mestiere di lobbista. Intendiamoci, quando scrivo un position paper, strumento chiave del mio lavoro, non penso certo a San Tommaso, ma qualche riflessione sull’origine, l’etica e la natura del proprio lavoro all’interno di un sistema democratico può essere utile a non abbrutirsi dietro alla scartoffie. Perché l’uomo – e la donna – sono animali sociali, non animali e basta.

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