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Giorgio Gori e la realtà aumentata delle amministrazioni comunali

Riunione di condominio. La signora del piano terra che vuole far pagare a tutti la ristrutturazione di casa sua, lamentando infiltrazioni fantasma; quello che abita sotto di voi che sostiene che alle 5 del mattino vi divertite a spostare i mobili, anche se (ovviamente!) a quell’ora siete ancora nel mondo dei sogni; l’avvocato in pensione che trasforma tutto in legalese, quando basterebbe mettersi d’accordo tra esseri umani.

Immaginate tutto questo elevato all’ennesima potenza, ingigantito come in un romanzo espressionista: benvenuti nella realtà condominiale aumentata delle amministrazioni comunali. Come Telos A&S abbiamo pensato di dedicare una serie di interviste del nostro mensile PRIMOPIANOSCALAc ai sindaci italiani. Coloro che, a detta di Cacciari, svolgono “un mestiere da pazzi”.

Protagonista del primo numero della serie è il sindaco di Bergamo Giorgio Gori. Leggi l’intervista. Un passato da giornalista e da manager e un presente da amministratore di una città che lo ha premiato, secondo un’indagine del 2016, con il 62,6% del gradimento. Di questa intervista mi ha colpito un passaggio: l’essere fieri. “I bergamaschi sono persone molto fiere della propria città, verso la quale provano un senso d’attaccamento non comune. Per noi è la stessa cosa e abbiamo lavorato sempre pensando che nella nostra città si potesse fare meglio che in ogni altra città italiana”.

Mi sembra un aspetto chiave. I soldi saranno sempre pochi e la burocrazia sempre complessa, ma l’orgoglio di essere parte di un progetto è certamente un motore per superare molti ostacoli. Non voglio qui avere un tono enfatico stile empower yourself, da mental coach della domenica. Voglio solo ricordare come non ci sia niente di peggio del fatalismo nichilista del “tanto è tutto inutile”. Se cercare di venire a capo dei problemi è una cosa da pazzi, allora viva i pazzi che almeno ci provano.

 

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