“Oggi il Consiglio dei ministri si occuperà della crescita, stiamo definendo i termini del decreto”. Ha scelto la platea del Welfare index Pmi di Generali il ministro per il Rapporto con il Parlamento, Riccardo Fraccaro per annunciare che il governo gialloverde è al lavoro sul tanto atteso piano per la crescita che dovrebbe essere approvato prima della presentazione del Documento di Economia e Finanza previsto entro il 10 aprile. Nessuna manovra aggiuntiva, quindi, semmai un piano che dovrebbe contenere lo sblocco di 450 milioni per gli investimenti di Province e comuni, nuove semplificazioni in materia di appalti e la reintroduzione del super-ammortamento al 130% sull’acquisto di beni strumentali. Il ministero del Tesoro e quello dello Sviluppo lavorano inoltre alla proroga al 2023 dal 2020 del credito fiscale in ricerca e sviluppo, a misure per facilitare le cartolarizzazioni di inadempienze probabili e al rafforzamento del sistema di garanzie pubbliche sui finanziamenti alle imprese.
Dell’importanza della crescita, di rimettere in carreggiata un Paese come l’Italia si è parlato proprio durante i lavori Welfare index Pmi di Generali, oltre un centinaio di aziende riunite all’Eur, che hanno deciso di puntare sul welfare – adesso lo fa un’azienda su due in Italia – per creare una sinergia vincente fra imprenditore e dipendente.
Lo ha ricordato Marco Sesana, l’amministratore delegato di Generali Italia “In quattro anni abbiamo ascoltato gli imprenditori del nostro Paese, con 15 mila interviste, e abbiamo visto una crescente consapevolezza dell’importanza del welfare”. Dal 2016 infatti le imprese hanno incrementato tanto l’ampiezza quanto l’intensità delle iniziative dedicate alla sicurezza e il benessere aziendale. Le imprese attive nel 2016 erano il 25,5%; in soli tre anni sono raddoppiate, raggiungendo il 45,9%.
In particolare il Welfare Index 2019 mette in evidenza che il welfare aziendale non è solo appannaggio delle grandi imprese, ma in questi anni è riuscito a rompere la barriera dimensionale, diffondendosi anche nelle piccole e microimprese. Le aziende più grandi restano avvantaggiate, con una quota del 71%, ben superiore a tutti gli altri segmenti. Ma nelle imprese di piccola e media dimensione la crescita è stata particolarmente veloce, e in questi tre anni la quota delle molto attive è più che raddoppiata.
Il ministro Fraccaro ha voluto sottolineare che questa fotografia è corretta, ma nel Mezzogiorno c’è ancora un grave ritardo che non può essere sottaciuto. “Gli ultimi dati ci dicono che il 76% dei contratti attivi con misure di welfare aziendale è concentrata al Nord, il 16% nel Centro e solo l’8% nel Mezzogiorno. È un dato su cui bisogna lavorare, offre uno spaccato del mercato del lavoro che continua a viaggiare a due velocità. La sfida che ci proponiamo è colmare questo gap anche con il supporto delle imprese che possono essere promotrici di un diverso approccio aziendale specie nel Mezzogiorno, dove c’è più bisogno”.
Sono diverse le realtà premiate da Generali. Si va dall’azienda che permette di fare la lavanderia in azienda, chi offre la possibilità di fare la spesa attraverso delle applicazioni dedicate, chi ha creato un poliambulatorio con servizio infermieristico e specialistico a disposizione dei dipendenti e delle loro famiglie, orari flessibili per le mamme e i papà, fino al sostegno alla formazione dei figli dei dipendenti. “Il welfare aziendale è vincente se è un progetto d’impresa che parte dall’ascolto delle esigenze dei dipendenti – ha concluso Marco Sesana – gli imprenditori che attivano una strategia coerente e prolungata nel tempo, per il benessere e la soddisfazione dei lavoratori e delle loro famiglie, dichiarano di avere un impatto positivo sulla produttività e anche sulla comunità; tra le aziende aumenta la consapevolezza che benessere sociale e risultati di business crescono di pari passo”.