Credo che il limite dei Cinque Stelle consista nel fatto di non avere ancora affinato la competenza politica. Che è altra cosa dalla competenza tecnica, certo, ma che è comunque qualcosa che bisogna avere se si vogliono raggiungere gli obiettivi prefissatisi. Altrimenti si fa solo testimonianza, per quanto nobile essa possa essere considerata. La capacità politica si apprende solo sul campo, facendo politica e scontrandosi con la dura realtà dei fatti. Avere abolito qualche giorno fa il limite dei due mandati aiuta sicuramente la possibilità di una crescita su questo terreno.
La politica si apprende solo facendola, con la gavetta. Ci vorrebbe una bella immersione in Machiavelli. L’attacco fatto da Gianluigi Paragone al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, accusato di aver ricevuto Mario Draghi e Vittorio Grilli a colloquio, è, oltre ogni discussione di merito (che lascio ad altri più esperti di me), prima di tutto un esempio di questo “infantilismo” politico. Tanto che bene ha fatto Giorgetti a rispondere per le rime, non solo smentendo ma anche aggiungendo che, se se ne presentasse l’occasione, non avrebbe difficoltà a parlare con loro. Si possono avere idee e visioni contrapposte, ed è anche giusto battersi con durezza contro determinate politiche e per le proprie tesi, ma il mondo non può essere diviso in “buoni” e “cattivi” e a tutti va data udienza se del caso.
Vedere una persona che la pensa diversamente da noi non significa passare automaticamente nella categoria degli “inciucisti”: si può restare fermi e decisi nelle proprie posizioni ma la politica è un gioco di forze in cui non si può astrarre da qualcuno solo perché non ne condividiamo le idee (un esempio da seguire sarebbe quello del premier, cordiale gentile ma che non cede di un millimetro sui principi). Questa idea gnostica della politica ha già fatto molti danni nel Novecento e, anche se ora viene riproposta in un altro contesto e con fini per fortuna non violenti, non per questo può dirsi auspicabile.
I Cinque Stelle saranno giudicati dalla storia, e anche più prosaicamente dagli elettori, non per le loro frequentazioni ma per i risultati che porteranno a casa. E presto impareranno, è auspicabile, che il muro contro muro può essere perdente proprio su questo terreno.