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Anche Standard&Poor’s dice zero. Perché stupirci? Parla Micossi

Non c’è stato nessun eccesso di pessimismo da parte del Centro studi di Confindustria nel presentare ieri (qui l’articolo con tutti i dettagli) il rapporto sulle previsioni 2019. Viale dell’Astronomia non ha fatto altro che fare i conti in tasca al Paese, che non cresce, non produce nuova ricchezza e mette sempre più paura agli imprenditori (gli investimenti privati sono diminuiti dopo decenni di crescita). Di conseguenza, ragiona Stefano Micossi, economista e direttore generale di Assonime (l’associazione delle spa italiane) non possono stupire le nuove stime sull’economia arrivate oggi da Standard&Poor’s. La parola tristemente magica, per il 2019 è zero: zero per Fitch, zero per Confindustria (da 0,9% di ottobre allo zero assoluto di ieri) e zero anche per la maggiore tra le agenzie di rating americane.

Alla fine anche Standard & Poor’s ha deciso di tagliare le previsioni di crescita nel 2019, con il Pil dell’Italia che segnerà un modesto +0,1%, a fronte del +0,7% previsto a dicembre. Per il 2020 si stima invece un aumento dello 0,6%, contro il precedente +0,9%. Per quanto riguarda gli altri Paesi europei, Standard & Poor’s prevede stime 2019 che vanno dal +0,5% della Germania al +1,4% della Francia e del Belgio, +1,9% dell’Olanda, +2,1% della Spagna. Insomma crescono tutti, tranne noi. “Se vogliamo essere onesti con noi stessi non dovremmo stupirci di quanto letto ieri, oggi e purtroppo domani. Siamo dinnanzi a un Paese immobile, a un’economia piatta che più piatta non si può. Siamo scossi che gli investimenti privati siano diminuiti dopo anni di aumenti, ma non poteva andare diversamente. Abbiamo le grandi opere ferme, anche quelle piccole a dire la verità, un crescita inesistente e un debito pubblico ai limiti della sostenibilità. Non è un clima favorevole per chi vuole investire”, spiega Micossi.

Sull’impatto, tanto per rimanere in tema di zeri, pressoché nullo sull’economia da parte di reddito di cittadinanza e quota 100 osservato dagli industriali l’economista aggiunge:”Ci si aspettava molto da questi due provvedimenti ma invece il risultato in termini di spinta è stato molto modesto. Io penso che dobbiamo preoccuparci anche del futuro, se non altro quello di breve termine perché il Paese rimarrà così almeno fino alle elezioni europee. Lì qualcosa potrebbe cambiare, la compagine di governo potrebbe rompersi e allora, chissà”.

L’analisi di Micossi è lucida. “Noi non abbiamo altra strada che quella di avviare un serio percorso di riduzione del debito per dare in primo luogo ai mercati e poi ai nostri partners europei l’assicurazione necessaria che il nostro Paese farà tutto quello che è necessario per aumentare la crescita e per contenere la spesa corrente”. Tra i provvedimenti profondamente sbagliati c’è anche quello sulla ripubblicazione dell’acqua, tanto caro al Movimento Cinque Stelle. “Lo trovo sbagliato e pericoloso, coinvolge sette società quotate. Sa cosa significa? Che dovranno rivedere i loro piani, i loro investimenti. E questo spaventa il mercato, con effetti sul titolo”.

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