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I popolari facciano sana autocritica su Orban. La proposta di Salini (Forza Italia-Ppe)

orban

Aumentano le tensioni all’interno del Partito popolare europei (Ppe) a causa del premier dell’Ungheria, Viktor Orban. Questa volta, secondo il sito Politico.eu, tre formazioni avrebbero firmato una richiesta congiunta per chiedere l’espulsione, o almeno la sospensione, del partito Fidesz del primo ministro ungherese.

La missiva inviata al presidente del Ppe, Joseph Daul, è stata firmata da Cristiano-Democratici e Fiamminghi (Cd&v), il Centro democratico umanistico vallone (cdH), entrambi del Belgio, e i Cristiano sociali lussemburghesi (Csv). Un quarto partito, il Cds, ha avanzato la stessa richiesta alla presidenza dell’Europarlamento in maniera indipendente.

A fare scattare (di nuovo) la scintilla è stata la campagna di Orban contro il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker.

Ma il braccio di ferro su Orban all’interno del Ppe non è una novità. In una conversazione con Formiche.net, Massimiliano Salini, europarlamentare di Forza Italia -Partito popolare europeo, sostiene che la vicenda di Orban è una discussione quasi tragica, una discussione irrisolta da anni, con antiche radici: “Il Ppe è spaccato tra soggetti indisponibili alle provocazioni di Orban e soggetti che sono più aperti al dialogo. Forza Italia, che è il partito che rappresenta l’Italia all’interno del Ppe, è stata sempre a favore del dialogo aperto”.

Secondo Salini, le motivazioni di questa disponibilità sono principalmente due. La prima, il sistematico e ripetuto interesse di Orban di restare nel Ppe, mentre la seconda è il forte consenso delle politiche sulle imprese e la famiglia del premier Orban, che hanno risollevato l’Ungheria dalla crisi.

“Certo, c’è una discussione su temi come la giustizia, la libertà di stampa e di associazione – ha spiegato Salini – ma c’è un dialogo aperto. E Orban ha dimostrato nella quasi totalità delle richieste, la disponibilità di intervenire per cambiare linea”. Per Salini solo la strada del dialogo aiuterebbe all’effettiva ridefinizione di alcune posizioni del premier ungherese.

“Questo processo di dialogo – ha aggiunto l’europarlamentare – porterebbe anche ad una fase sana di autocritica del Ppe. Contro chi fa il giudice all’interno del partito e si allinea con la burocrazia della Commissione”. Salini ricorda che “il Ppe ha una grande storia di attenzione al popolo”.

Per Salini, chi punta il dito contro Orban è privo di fondamento: “Molti di coloro che dicono che il premier ungherese non rispetterebbe i valori europei, non hanno saputo rispettare loro principi fondamentali come quello sulla famiglia. […] Il Ppe può continuare a lavorare durante la campagna per le europee, ma la linea non è quella di insegnare valori inventati per spacciarli come fondamentali per il partito”. La ricetta per le europee, secondo Salini, è presentare un’identità chiara del partito, senza più equivoci.

 

 

 



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