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La Tav e la burla di Conte. Il commento di Pennisi

Tutto il mondo è una burla canta la compagnia in coro al termine di Falstaff di Giuseppe Verdi. Si dice, ma non c’è modo di verificarlo, che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, rientrato nel proprio appartamento dopo una lunga giornata, lo abbia ascoltato da uno storico cd di una memorabile esecuzione fiorentina del 1983 diretta da Carlo Maria Giulini.

La sua lettera alla Telt avrebbe burlato tutti (soprattutto, per tornare all’analogia con l’ultima opera dell’amato Peppino Verdi, i ‘Bardolfo’ed i ‘Pistola’, i due servi del Falstaff della situazione, che sarebbero, si dice, Luigi Di Maio e Danilo Toninelli) e di essersi, così, spianato la strada in caso di Esecutivo a trazione leghista per prendere, in buona fede, il seggio del suo allievo, Alfonso Bonafede.

Andiamo con ordine. La lettera alla Telt è un capolavoro di furbizia: non mette uno stop alle procedure di aggiudicazione di lavori per 2,3 miliardi di euro al tratto dell’alta velocità Lisbona – Keiv che va da Lione a Torino ma chiede di ‘garantire piena reversibilità di qualunque attività giuridica o scelta operativa posta in essere’. Non è molto chiaro se Conte abbia titolo di dare istruzioni alla Telt, istituita da accordi tra Stati, ratificati dai Parlamenti, non da un’intesa tra Governi. Tant’è; il linguaggio è da apparire come un ‘suggerimento’, un po’ come un semaforo rosso a Napoli (non a Firenze).

La ‘piena reversibilità’ è fumo ‘ad usum ignorantorum’, come ama ripetere Stefano Zamagni professore emerito di economia all’Ateneo di Bologna. Codesti non sono solo coloro che effettuano finte analisi costi benefici per seguire, secondo il soprannome che alcuni si sono guadagnati nel mondo accademico, la voce del padrone di turno. Ma anche la variopinta schiera che li circonda, tra cui i numerosissimi Bardolfo e Pistola di questo mondo.

Benjamin Franklin, che non era avvocato del popolo ma inventore (parafulmine, occhiali biforcati, stufa a caminetto), politico e diplomatico, amava ripetere che nell’esistenza umana solo due eventi non hanno ‘piena reversibilità’: le imposte & tasse, e la morte.

Le direttive dell’Unione europea – lasciamo in pace il codice degli appalti francese, mal digerito da chi lo legge ad usum ignorantorum – prevedono (al pari di quelle della Banca Mondiale e di quelle del Ribia –Royal Institute of British Architects-, il primo a formularle e base, in quale modo per tutte le altre) prevedono, per le opere pubbliche, due fasi e due tempi: si fa prima ad invito alle imprese per pre-qualificare, tra quelle che esprimo interesse, coloro con adeguata capacità tecnica, manageriale, finanziaria, organizzativa per eseguire i lavori e successivamente una gare per vedere, sulla base di capitolati dettagliati (detailed and specific bill of quantities) quale è l’offerta ‘valutata inferiore’ tra quelle presentate. Gattopardescamente, si sono banditi i bandi (o meglio il termine italiano bandi) per non frenare nulla ed incassare i 300 milioni di euro dell’Ue. Sempre, ad usum ignorantorum. Categoria a cui l’astuto e colto Conte non appartiene affatto.

In tal modo, il M5S può tentare di risalire la china, sbanderiando la bandiera della Tav. Con l’aiuto – ma potrebbe essere una malignità- di Rocco Casalino e della piattaforma Rousseau (il filosofo francese soffre nella sua tomba), l’Italia dei social è inondata da elogi a Conte, complimenti al due Di Maio-Totonelli ed inviti a Salvini a convertirsi a ‘NO TAV’ sulla via di Roma. Salvini tace e siede sui bordi delle acque del Po. In attesa.

Riusciranno gli inni del M5S a cambiare gli esiti delle elezioni europee previsti dai sondaggi? Difficile dirlo, anche e soprattutto perché il garbuglio del Reddito di cittadinanza è tale che numerosi elettori dubiteranno della capacità del Movimento di essere in grado di mantenere le promesse.

D’altro canto, Salvini dopo avere perso i voti dei pensionati per compiacere il M5S non può perdere anche quelli dell’Italia che lavora e che produce, il nerbo dei ‘Sì Tav’. La sua sarà una non belligeranza attiva. Iniziata la procedura, e passato il temporale dei giorni scorsi, dirà che gli italiani hanno pagato il biglietto per i due tempi dello spettacolo ‘aggiudicazione dei lavori’ non solo il primo, che l’Italia vuole andare avanti, che le opere iniziate non si fermano, ecc. ecc.

Nel contempo è verosimile che la Francia e l’Ue continuino a pronunciare frasi irrepetibili nei confronti dell’Analisi Cosmesi Benefici loro presentata (due dei protagonisti diventati ‘divi’ di talk show sono nel mirino di Crozza) ed a ricordare che per modificare sostanzialmente l’opera occorre un accordo internazionale, approvato dal Consiglio Ue, e ratificato dai Parlamenti nazionali e del Parlamento Europeo. Ed è anche possibile che il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Moavero e quello dell’Economia e delle Finanze Tria smettano di fare le comparse in questa vicenda e, memori dei loro ruoli istituzionali, dicano con voce alta e chiara che accordi firmati e ratificati non si cambiano e che invece letterine di ‘suggerimenti’ sono come i ‘pezzi di carta’ quali definiti da Theobald von Bethmann-Hollweg nei prolegomeni della prima guerra mondiale.

In tal caso, Conte ha tutte le carte per salire sul carro del vincitore per aiutarlo e fargli da legale.


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