Non è un caso che Matteo Salvini abbia rilanciato proprio ora il tema della flat tax, che è nel “contratto di governo” ma che era stato alquanto accantonato per motivi di compatibilità economica del sistema. Si tratta infatti di un tema ad alta valenza simbolica presso quel ceto medio, moderato e liberale, di centrodestra che ha fatto finora sempre riferimento a Forza Italia e che, fortemente contrario alle politiche economiche redistributive dei pentastellati, è interessato solo fino a un certo punto e non oltre alle tematiche securitarie su cui il leader della Lega ha centrato per lo più la sua azione.
Rimettere il tema sul tavolo si inserisce pienamente in quella strategia di svuotamento di Forza Italia quanto mai utile a Salvini a fini non solo elettorali. Il fatto poi che nel testo che sta preparando Armando Siri, l’esperto di fisco del Carroccio, ci sia una tariffa unica calcolata su base familiare, serve a porre in luce in modo ancora più coerente, con la centralità data alla famiglia, il nucleo dei valori portanti di una destra molto classica come quella che sta cercando di costruire Salvini: Dio, Patria, Famiglia.
Ove la famiglia è da intendere anche come il nucleo economico centrale, l’ossatura, di una società a cui lo Stato, forte nel garantirle sicurezza, non si ponga però come despota ponendo limiti e tasse alla propria attività. Un liberismo a base familiare e produttiva, quindi, e non a base cosmopolita e finanziaria come quello che ha avuto corso negli ultimi trenta anni (l’era del trionfo del cosiddetto “neoliberismo”). A ricalibrare l’azione di Salvini, in una prospettiva di migliore definizione del suo sistema ideale e valoriale, il caso della nave della Ong italiana che ha ieri salvato i profughi di un gommone in avaria in acque libiche, complica certamente la situazione. Soprattutto a livello mediatico e soprattutto se si protrarrà fino al Convegno della famiglia di Verona del 29-31 marzo.
Salvini ha interesse a chiuderlo al più presto, senza cedere sui principi ovviamente. Un altro caso Diciotti sarebbe in questo momento per lui controproducente, anche perché il tema dell’immigrazione gli ha già dato tutto quel che poteva in termini di consensi. Avere emanato ieri sera alle 22, a poche ore dal diffondersi della notizia del salvataggio, la direttiva contro le Ong, è un segno della fretta di chiudere, ma gli elementi che si intersecano in queste ore sono tanti che non lasciano facilmente capire quale sarà l’esito della vicenda e quando ci sarà. Un colpo che sembra essere stato assestato ad arte a Salvini, cioè nel momento opportuno, dal vasto fronte dei suoi nemici a sinistra.