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La cybersecurity russa al servizio di Maduro. Ancora scontri con gli Usa

I venezuelani, ancora una volta, sono rimasti al buio. Dalle 21:50 di lunedì, Caracas e altri 20 stati del Paese soffrono l’interruzione del sistema elettrico e del servizio di acqua. Il governo ha deciso di chiudere le scuole e gli uffici amministrativi. Il vicepresidente Delcy Rodriguez ha scritto via Twitter che si sta valutando l’entità del danno. Perché anche questa volta, secondo il regime venezuelano, il blackout è il risultato di attacchi terroristici. “Mani criminali” che avrebbero provocato un incendio danneggiando gli autotrasformatori ed i cavi di collegamento e “operano protetti dagli Stati Uniti, che aspirano a egemonizzare il dominio geopolitico mondiale”, secondo il governo di Maduro.

Il Venezuela è al centro delle ultime tensioni tra Russia e Stati Uniti. Un funzionario del governo di Donald Trump ha dichiarato all’agenzia Reuters che a bordo degli aerei russi atterrati in Venezuela c’erano 100 soldati, tra cui “personale di cyber security”. Queste specialisti di sicurezza informativa sarebbero arrivati a Caracas per contribuire alla rete di sorveglianza di Maduro e proteggere l’infrastruttura digitale del regime. Secondo il funzionario, Washington considera la crisi venezuelana “un’escalation temeraria”.

Intanto, il ministro di Affari esteri russo, Sergej Lavrov, ha spiegato che la presenza di “specialisti russi” in Venezuela risponde ad un accordo di cooperazione tecnico-militare tra i due Paesi.

Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha parlato via telefonica con Lavrov per confermare che non rimarrà inerte di fronte al sostegno russo a favore del regime di Maduro.

Ma Vladimir Putin e Nicolás Maduro vanno avanti e intendono firmare ad aprile circa nuovi 20 accordi di cooperazione in ambito economico, commerciale, energetico e culturale. La notizia della riunione intergovernativa, che è stata anticipata, è arrivata dallo stesso Maduro durante un’intervista alla tv russa Channel One Russia.

In un tweet, il consigliere di Sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Bolton, ha detto che mentre il presidente ad interim Juan Guaidó chiede aiuti umanitari per i venezuelani, Maduro chiede a cubani e russi che reprimano il popolo: “I militari stanno guardando la corruzione di Maduro, la violenza e il mancato consenso all’interno del Venezuela”.

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