“Non partono i bandi, ma gli avvisi di gara”. Un gioco di parole che – in fin dei conti – accontenta sia Di Maio che Salvini. Sulla Tav, il premier Giuseppe Conte, da buon avvocato, si appella alla forma. Con un post su Facebook in cui pubblica la lettera inviata a Telt – la società incaricata di intraprendere i lavori per la Tav – e la loro risposta. Partiranno gli avvisi di gara per non perdere i finanziamenti europei, non i bandi.
Un gioco di parole per dire che si rinvia di sei mesi la questione: dopo che si saranno svolte le elezioni europee e un tempo utile, probabilmente, che consentirà a Salvini di raccogliere le firme per indire un referendum e far scegliere il destino dell’opera direttamente ai cittadini. Stesso schema del Caso Diciotti quando Di Maio scelse di rivolgersi agli attivisti della piattaforma Rousseau per stabilire il destino di Salvini sul possibile processo. Sia il leader leghista che il capo politico M5s possono cantar vittoria, ognuno potrà interpretare la scelta di Conte a piacimento assecondandola ai propri slogan elettorali in vista delle elezioni europee.
“Oggi è stata una mattinata di intenso lavoro – ha scritto Conte su Facebook – che ha prodotto i suoi frutti. Ho inviato una lettera alla Telt, società incaricata della realizzazione della Torino – Lione, invitandola ad astenersi, con effetti immediati, da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre ulteriori vincoli giuridici ed economici per lo Stato italiano con riguardo ai bandi di gara. Ho chiarito che questo Governo e le forze politiche che lo sostengono si sono impegnati a “ridiscutere integralmente” questo progetto e che abbiamo intenzione di interloquire con la Francia e con l’Unione europea alla luce delle più recenti analisi costi-benefici da noi acquisite. Ovviamente non vogliamo che nel frattempo si perdano i finanziamenti europei già stanziati. La società Telt mi ha appena risposto confermandomi che i capitolati di gara non partiranno senza l’avallo del mio Governo e del Governo francese e che, al momento, si limiteranno esclusivamente a svolgere mere attività preliminari, senza alcun impegno per il nostro Stato. Abbiamo promesso di tutelare esclusivamente gli interessi degli italiani”.
Una scelta per non scegliere. La questione è solo rimandata.