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Tav, lavoro e spread. Tutti i fronti economici di Zingaretti

Non sarà facile per il neo leader del Pd e governatore del Lazio, Nicola Zingaretti (qui la fotogallery), rilanciare una politica economica in grado di rimettere in mano al partito nato nel 2007 le chiavi di Palazzo Chigi. Sono passati due anni e mezzo dalla caduta del governo Renzi, nove mesi dalla fine dell’esecutivo Gentiloni. Nell’era gialloverde Zingaretti dovrà essere così abile da trovare quella formula in grado di strappare voti al Movimento Cinque Stelle (ma anche alla Lega), logorando un avversario che non vive certo giorni tranquilli.

IL FRONTE TAV

Il primo fronte che Zingaretti vuole aprire è con il Nord produttivo, per riconquistare quell’elettorato industriale passato sotto il cappello della Lega. Il che riconduce alla Tav: il Pd la vuole, senza se e senza ma. “La mia prima mossa sarà simbolica e importante: andrò a visitare i cantieri dell’Alta velocità il prima possibile”, ha fatto sapere ai quotidiani nella serata di ieri Zingaretti. Detto fatto: il primo appuntamento ufficiale è l’incontro con il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino un altro che la Torino Lione la vuole al punto da chiedere a Matteo Salvini un referendum regionale. Insomma, Zingaretti for Tav. Ma soprattutto, contro il reddito di cittadinanza.

IL RITORNO DEL REI

Il quasi neo segretario dem (manca l’investitura dell’assemblea, tra pochi giorni), ha più volte bollato la creatura di Di Maio una “pagliacciata”. Per Zingaretti è opportuno investire “per creare lavoro vero altrimenti il reddito di cittadinanza diventa reddito di sudditanza. Bisogna investire per evitare quello che in Italia sta accadendo in questo momento: con questo governo è crollata la produzione industriale. Fare il reddito di cittadinanza senza investire sul lavoro è una vergogna che pagheremo tutti”. E ancora, ai tempi della manovra, tre mesi fa, “bisogna mettere i soldi sul Rei (reddito di inclusione, ndr) e date subito questo reddito. Cambiategli il nome tanto a noi non ci interessa nulla, non ci interessa di rivendicare un nostro merito, ma finitela con questa pagliacciata, perché per trovare quei 10 miliardi e finanziare una manovra che non ci sarà mai, state bruciando ogni giorno miliardi di euro degli italiani e solo perché non vogliono ammetterlo”.

UN NUOVO CODICE DEL LAVORO

Secondo il leader dem, occorre molto più semplicemente “introdurre un codice del lavoro semplificato, cambiando le cose che non hanno funzionato del Jobs act e attuandone le parti più innovative, ma anche rivedendo il Decreto dignità. L’obiettivo che ci poniamo è superare i tanti contratti di lavoro atipici che generano una flessibilità malata che si traduce in precarietà”.

MENO SPREAD PER EVITARE NUOVE CARIGE

Anche su un tema caldo per antonomasia, le banche, Zingaretti ha idee precise. Per esempio, per evitare nuovi casi Carige la prima cosa da fare è abbassare lo spread. “Seppure in carica da pochi mesi, il governo Conte ha in parte contribuito nell’accelerazione della crisi Carige, che certamente ha origini lontane”, ha spiegato pochi giorni fa. “Per mesi abbiamo messo in evidenza – in buona compagnia di moltissimi osservatori ed esperti – come l’impatto dell’aumento dello spread, causato da una politica economica folle di questo esecutivo – avrebbe generato esiti drammatici su una banca già esposta e in crisi. Il governo non poteva ignorare che il conto di mesi di spread a 300 punti avrebbe gravato sulla condizione già compromessa di Carige. È ovviamente accaduto quello che tutti avevano previsto e che il governo Conte sapeva”.

ALLA RICERCA DI UN’ECONOMIA GREEN

Non è finita qui. In Italia è anche l’ora di un’economia sostenibile, green insomma. “Negli ultimi 5 anni sono stati i più caldi mai registrati sul Pianeta. Un problema enorme, ora è il tempo di voltare pagina. Bisogna costruire una nuova economia più sostenibile e più a misura d’uomo”. Per Zingaretti lo sviluppo sostenibile come principio da inserire nella Costituzione italiana.

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