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Destinazione polo sud. Il piano degli Stati Uniti per tornare sulla Luna

Tornare sulla Luna entro il 2024? È una priorità nazionale. Non ha dubbi Scott Pace, segretario esecutivo del National Space Council voluto da Donald Trump per rafforzare il coordinamento della politica spaziale statunitense. Intervenendo a Washington al 50esimo anniversario della Universities space research association, Pace ha cercato di dare maggiore dettagli sul piano americano per rimettere i piedi sul satellite naturale.

LA GOVERNANCE

L’obiettivo è più che ambizioso, tanto che in molti dubitano possa essere rispettato. Si tratta di raggiungere la superficie lunare entro il 2024, un target precedentemente fissato al 2028. L’accelerazione è stata impressa direttamente dal presidente Trump, annunciata circa un mese fa dal suo vice, Mike Pence, chiamato a presiedere l’autorevole Consiglio spaziale. La Nasa ha risposto all’appello, ed è ora a lavoro per rielaborare la tabella di marcia e presentare al Congresso una richiesta di budget potenziata appositamente per il nuovo programma lunare.

LA VELOCITÀ IMPRESSA DA TRUMP

Un paio di settimane fa, dal palco dello Space Symposium di Colorado Springs, l’amministratore dell’agenzia spaziale Jim Bridenstine aveva cercato di anticipare qualche dettaglio. Si tratterà di lavorare su due fasi consecutive, rispettivamente dedicate a velocità e sostenibilità. La stessa linea è stata ribadita a Washington da Scott Pace: “L’obiettivo di questa velocità, che in parte spiega l’annuncio del vice presidente, è di fornire focus e priorità”. D’altra parte, ha spiegato, “se si ha un obiettivo lontano, risulta davvero allettante poter analizzare molte e diverse opzioni e rimandare decisioni difficili sulle priorità”. Al contrario, “avere un obiettivo stressante a breve termine offre una natura chiarificatrice, costringendo a pensare a ciò che è davvero importante”.

UN MINI GATEWAY?

Eppure, da Pace sono arrivati inaspettatamente anche alcuni dettagli sui programmi da portare avanti. C’è grande attesa soprattutto per il Lunare Gateway, la piattaforma che orbiterà intorno alla Luna e che servirà da base di appoggio per arrivare sulla superficie. “Inizialmente – ha detto Pace – mi aspetterei di vedere un gateway molto minimal, nel senso di supportare ciò di cui abbiamo bisogno per il 2024”. Solo dopo, ha aggiunto, “ne vedo uno più grande e più capace per supportare la strada verso la riutilizzabilità”. L’idea è di rendere la piattaforma un “deposito di carburante” che permetta diversi viaggi dei lander lunari, fino addirittura ad “aprire la strada verso Marte”. Su questo, ha ammesso il segretario del National Space Council, sono in corso colloqui con i partner internazionali.

UNA BASE LUNARE

E se nel breve periodo conta solo mettere i piedi sulla superficie della Luna, nel lungo l’obiettivo è una base permanente. “Abbiamo bisogno di una stazione lunare per condurre esplorazioni della superficie e abilitare molteplici siti”, ha spiegato Pace. Da qui sarebbe arrivata l’idea di puntare al polo sud della Luna come punto di approdo iniziale, obiettivo già annunciato da Mike Pence, che per questo dettaglio puramente tecnico aveva fatto alzare parecchie sopracciglia tra gli addetti ai lavori. “Una stazione lunare al polo sud – ha notato Pace – può essere il punto di accesso al resto dello superficie”, oltre a poter rappresentare una riserva d’acqua (ghiacciata) utile per i sistemi di supporto alla vita. Il suo utilizzo, ha comunque chiarito, resta ancora incerto e oggetto di numerose ricerche.

LO SVILUPPO DEL LANCIATORE

Per il resto, la priorità della Nasa resta al momento lo sviluppo del lanciatore Space Launch System (Sls) e della navicella Orion che dovrà trasportare gli astronauti. Poi ci sarà per l’appunto il Lunar gateway che orbiterà intorno alla Luna, mentre in parallelo avanzeranno i progetti per svariati lander destinati all’allunaggio. Su tutto questo, ha chiarito il numero uno dell’agenzia Bridenstine, non sono ammessi altri ritardi. L’obiettivo a breve termine è caricare la navicella Orion già sulla prima missione esplorativa (Em-1) dello Sls, quella che si tradurrà in un viaggio in orbita lunare senza equipaggio. Poi, “appena possibile”, sarà la volta dell’Em-2, con equipaggio a bordo.

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