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Scienza, tecnologia e digitalizzazione. Edison racconta il ruolo delle donne

Lo scorso dicembre Edison, in collaborazione con la Fondation Edf ed il patrocinio dell’Institut Français Italia inaugurava a Roma la mostra “Data Design: i dati come materiale creativo”. Il 16 aprile scorso a conclusione dell’esposizione attorno al tema della digitalizzazione e valore del dato, e che ha potuto contare su oltre 1000 presenze in questi mesi, Edison ha deciso di cogliere lo spunto per un dibattito sul tema del ruolo delle donne proprio nel campo della scienza, della tecnologia, digitalizzazione ma anche arte, cultura, musica e poesia.

Una voce narrante ha dato inizio alla conversazione raccontando la vita di Maria Artini, prima donna ingegnere, assunta in Edison nel 1921, il suo percorso, le sue difficoltà ma anche la tenacia e il coraggio che l’hanno accompagnata da allora. E oggi quali le sue impressioni dinanzi alla modernizzazione, le nuove tecnologie, la digitalizzazione. Ma le donne dove sono? Quali evoluzioni da allora?

La giornalista Barbara Carfagna ha coordinato il dibattito coinvolgendo alcune rappresentanti del mondo imprenditoriale, scientifico, dell’accademia e dell’amministrazione pubblica che hanno raccontato la formazione e le esperienze professionali, testimoniando quanto da un lato, il mondo lavorativo sia cambiato dai tempi di Maria Artini, ma quanto però c’è ancora molto da fare per riconoscere pienamente il ruolo strategico che le donne possono giocare soprattutto quando si parla di grandi trasformazioni e di sfide trasversali.

Babara Terenghi, ceo executive assistant and transformation team leader di Edison ha raccontato quello che Edison sta costruendo in questi anni per valorizzare la leadership femminile nell’organizzazione dell’azienda, attraverso ad esempio il Transformation Team o il programma di Mentorship. Le sue parole chiave: istruzione, coraggio e solidarietà.

Francesca Baioni, E&P Edison ha ricordato il suo percorso formativo che l’ha portata da studi classici (la migliore scelta possibile per una ragazza) fino alla passione per la matematica e la laurea in fisica nucleare. Parola d’ordine: tenacia.

L’assessora Flavia Marzano ci racconta quanto la formazione e il cambiamento culturale deve partire proprio dalla scuola, dall’educazione e dell’impegno portato avanti dalla sua equipe per attivare azioni che avvicinino le donne e i ragazzi al mondo digital. La sua parola chiave è combattere.

Tiziana Catarci, direttrice Diag “A. Ruberti” Università degli Studi di Roma la Sapienza riscontra ancora oggi un ritardo importante in questo cambiamento culturale , è ancora complicato convincere le donne delle loro capacità ad affrontare il mondo scientifico e dell’Ict, nonché intraprendere il percorso di docenza in un mondo accademico ancora molto maschile. E molto importante cambiare il contesto culturale e sociale. La parola chiave è cultura.

È intervenuta infine la ricercatrice/influencer Rosaria Taddei dell’Oxford Institute, esperta di Intelligenza artificiale: ci ha spiegato l’importanza di non dimenticare mai il tema della responsabilità umana nell’Ia dell’essere umano che non è altro che imitazione dell’intelligenza umana. Ecco allora il ruolo fondamentale dell’etica digitale: innovazione digitale, accettabilità sociale, humanness.

La seconda parte della serata “Women are definetely from Venus” è stata dedicata all’arte, ai versi e alle note di Aleksandr Puškin e di Anton Rubinstein nelle voci di una delle maggiori interpreti della poesia contemporanea russa, Vera Pavlova, che di Puskin è anche discendente diretta e di sua figlia Natalia che ha accompagnato con la sua voce la poesia.

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