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Altro che sovranismo, serve un’Europa più forte. Parola di Romano Prodi

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“Ancora una volta, anche queste elezioni europee saranno intermedie, prevarranno problemi nazionali rispetto al disegno politico di un’Europa unita e coesa e questo non è un bene soprattutto per i cittadini dell’Unione”. Romano Prodi prova a difendere il Vecchio continente dagli attacchi quotidiani che arrivano dai nazionalismi e dai sovranisti, lo fa durante una lectio magistralis al Cnel e punta il dito contro chi invece di costruire “un’Europa più forte la vorrebbe più debole”, contro chi pensava fosse meglio uscire da questo continente “per poi ritrovarsi impantanato, come gli inglesi, che con la Brexit non sanno come venirne a capo” e loda soprattutto l’opera del governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi che con la sua azione “ha inserito quella liquidità necessaria nel sistema, rimediando anche all’impasse delle istituzioni democratiche” subito dopo la grande crisi del 2007 che ha contribuito a minare anche l’immagine dell’Europa.

È un Romano Prodi battagliero quello che accanto al presidente del Cnel, Tiziano Treu “amico che conosco da 53 anni” ricorda anche come il Vecchio continente sia sotto attacco. “Un’Europa che economicamente è cresciuta poco – ha ricordato – mentre Cina e Stati Uniti dominano lo scacchiere mondiale e proprio per questo ci vorrebbe un’Europa più forte, quello stesso continente che ha garantito la pace per oltre settant’anni e che quasi nessuno ricorda mai”. Per Prodi la vera Europa è quella frutto dell’unione “di minoranze” che insieme possono convergere in un progetto più ampio e ridare fiducia a quel “sentimento europeista che non è mai venuto meno”.

Certo ci sono stati errori commessi nel passato, ma sempre, per il fondatore dell’Ulivo, la ragione è da ricercare nei nazionalismi. “Già nel 1954 si parlava di un esercito europeo ma allora fu la Francia a rifiutarne l’idea, così come nel 2005 sempre l’assemblea parlamentare francese determinò la bocciatura della Costituzione europea”. Ma l’idea di Europa non è sbagliata, anzi. Oggi si comprende ancora di più come questo Vecchio continente anche allargato a 28 Paesi sia indispensabile e necessario. “Basta guardare a quello che è successo con la Brexit – ammonisce il professore – oggi grazie a quel percorso travagliato e inconcludente, nessun Paese si sogna più di uscire dall’Ue perché gli stessi inglesi non sanno come gestire l’uscita. E poi bisogna stare attenti anche ai cambiamenti della politica americana verso l’Europa. Il presidente Bush era filoeuropeista, anche Bill Clinton che aveva studiato ad Oxford alla fine amava l’Europa e per Obama non è mai stato un problema. Ma Trump ha cambiato il paradigma: per lui l’Europa è una concorrente, un avversario e, proprio per questo, dovremmo alzare le difese della nostra Europa”.

Come? Di certo non con l’Europa delle nazioni che “non è Europa. È chiaro che nessuno vuole abolire le nazioni ma se uno dice l’Europa delle nazioni vuol dire che non c’è l’Europa” e aggiunge: “Credo che noi non dovremmo mai essere come gli Stati Uniti perché i Paesi hanno tradizioni diverse, hanno una loro storia. Però dobbiamo mettere assieme tutte le competenze necessarie per sopravvivere nel mondo”. In fondo per raggiungere “gli obiettivi che si pongono i sovranisti bisogna essere filoeuropei perché questi obiettivi il singolo Paese non li può raggiungere, si possono ottenere solo se si sta insieme, questo è l’assurdo della situazione in cui noi ci troviamo – ha detto con convinzione l’ex presidente della Commissione Europea -. È chiaro che dobbiamo avere come obiettivo la politica sociale ma non ce la facciamo se non abbiamo gli strumenti politici”. Ed ha ammonito: “l’Europa sociale non la si porta avanti senza un’Europa politica. Ci sono 350 miliardi all’anno di investimenti sociali ma se non c’è la volontà politica questo piano rimane sulla carta. L’Europa sociale c’è solo se c’è la volontà politica. L’Ue rimane tutt’ora l’unica area al mondo che garantisce il welfare a tutti i cittadini e questa è la più grande conquista sociale e politica ottenuta dall’umanità. Ricordiamocelo sempre”.



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