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Vi spiego la genesi della conferenza dei presidenti dei Conservatori

È stato recentemente rinnovato, nel corso di apposita assemblea, il Direttivo della Conferenza nazionale dei Presidenti dei conservatori di musica (Gianluca Floris, Raffaello Vignali, Giovanni Frigo, Pasquale Maiorano e Giuseppe Ministeri). Nel corso della stessa riunione Giorgio Girelli, presidente emerito del conservatorio “Rossini” di Pesaro, decano della Conferenza dei presidenti e cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica Italiana, è stato chiamato a ricoprire il ruolo di Segretario generale di tale organo, istituito nel 2012 con decreto del Ministro della istruzione con l’obiettivo di dar vita ad una entità stabile di interlocuzione tra l’amministrazione centrale ed i Conservatori. Al centro, l’approfondimento delle problematiche gestionali del settore, anche al fine di assicurare una uniformità di indirizzi operativi nell’attuazione e nel monitoraggio del processo di riforma, tuttora in corso di attuazione dopo la legge del 1999. Il Decreto Ministeriale precisa poi che, nel pieno rispetto dell’autonomia di ciascuna istituzione, è necessaria comunque una attività di coordinamento e di raccordo sul piano operativo per gli aspetti di carattere generale, ai quali la Conferenza è tenuta a recare il proprio apporto.

La necessità di un più stretto contatto tra conservatori e di una incisiva relazione tra questi ed il ministero sono stati gli obiettivi che Girelli ha perseguito fin dalla sua prima nomina a presidente, nel 1993. Sollecitò infatti alcuni presidenti a riunirsi a Roma per dare vita alla “Conferenza dei presidenti dei consigli di amministrazione”, che doveva appunto essere organo di riferimento tra i vari Istituti per lo scambio vicendevole di esperienze nonché di consulenza e stimolo per il Ministero medesimo, vista la limitata iniziativa e l’assai tenue supporto delle strutture centrali – anche allora – in ordine ai problemi ordinari e speciali che gravavano e gravano sulle strutture periferiche. Riflessioni ed esigenze evidenziate e pubblicizzate ben prima della legge di riforma dei conservatori del 1999. Il gruppo di presidenti del tempo ( che prese anche il nome di “Coordinamento dei Presidenti”) rilevava che l’impianto della normativa sui conservatori del 1963, allora vigente, era stata recepita integralmente nel Testo Unico sull’Istruzione del 1994.

Quell’ordinamento individuava in modo efficace e snello i canali operativi che le istituzioni statali di alta cultura avrebbero dovuto perseguire per valorizzare le rispettive potenzialità. Ma nel contempo i più attivi presidenti ravvisavano che quello spirito anticipatore non aveva trovato corrispondenza nella struttura ministeriale poiché l’autonomia degli Istituti e la intraprendenza dei Consigli di amministrazione non avevano fruito di alcun incentivo, con compromissione di ogni vitalità “operativa” degli Istituti medesimi. In definitiva, veniva lamentato che l’Ispettorato per l’istruzione artistica ( questo era il referente ministeriale allora funzionante) operasse nell’ottica di una direzione generale sovraordinata, più che in quella, appunto, di un Ispettorato. Tutto ciò era stato posto in evidenza da Girelli anche in occasione della Relazione al Ministero sul bilancio di previsione 1999 del Conservatorio Rossini, in anticipo rispetto alla approvazione della legge 508/1999. Anzi, in vista del suo esame parlamentare Girelli si adoperò perché una delegazione della “Conferenza dei presidenti” , nel 1998, fosse ricevuta dalla 7^ Commissione Istruzione del Senato nel quadro delle audizioni promosse dal relatore senatore Lombardi Satriani. Ed in quella sede Girelli ed i suoi colleghi recarono il loro contributo sui temi oggetto del progetto di legge n.2881 che diventerà, ampiamente modificato, la legge 508 riguardante appunto la riforma delle Accademie e dei Conservatori, nonché sulle potenzialità trascurate insite nella legislazione vigente. Il tutto fortemente in assonanza con le indicazioni dell’allora ministro della “pubblica istruzione” sul ruolo nel territorio e sulla “dinamica operativa” degli Istituti di istruzione artistica.

Della delegazione faceva parte anche un giovane consigliere di amministrazione, Achille Mottola. “Anni dopo mi confidò – racconta Giorgio Girelli – di essere rimasto un po’ sorpreso che esponenti di conservatori avessero potuto approdare a sedi costituzionali così elevate. Ma in seguito fu lui – prosegue Girelli – a sorprendere noi con i brillanti risultati raggiunti alla guida del conservatorio di Napoli, specie per l’opera di recupero della prestigiosa biblioteca del “San Pietro a Majella” evidenziata a tutta pagina financo dal Corriere della Sera”. In prosieguo un’altra “battaglia” significativa fu condotta dal “Coordinamento” volontario dei Presidenti in occasione, nel 2003, del varo del decreto attuativo della legge 508 allorché, nel disciplinare la governance degli Istituti, era stata prevista la soppressione della figura del Presidente: una memoria al Consiglio di Stato – redatta da Girelli – concorse ad indurre il governo a mantenere la struttura binaria (presidente e direttore) negli Istituti di istruzione artistica, più confacente alla loro efficace amministrazione. Si era creato anche un certo affiatamento tra i presidenti, con momenti di ritrovo comune animati dall’ arguto umorismo il presidente di Bari, Stefano Carulli. “Vegliava” bonariamente su tutti il direttore Giorgio Bruno Civello, a capo della rimpianta Direzione generale AFAM del MIUR. Finchè, sotto la spinta del presidente della Conferenza del tempo, il compianto ed apprezzatissimo professor Sergio Cordibella, nel 2012 venne adottato il decreto con cui la Conferenza dei Presidenti ebbe il riconoscimento ufficiale quale organo ausiliario e di interlocuzione con il Ministero.


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