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Maduro riesce ad aggirare le sanzioni, l’India acquista il suo petrolio

petrolio

Nonostante tutto, il regime di Nicolas Maduro sta riuscendo ad aggirare le sanzioni internazionali. L’impresa indiana Reliance Industries continua ad acquistare petrolio dal Venezuela con l’aiuto di compagnie della Russia e la Cina. Così l’ha confermato il direttore finanziario dell’impresa con sede a Mumbai, Srikanth Venkatachari, in un’intervista al sito Bloomberg: “Il petrolio venezuelano arriva attraverso compagnie russe e cinese, e in questi casi li paghiamo noi”.

Venkatachari ha spiegato che il volume di acquisizioni dirette è caduto a causa delle sanzioni imposte dagli Stati Uniti. Ma Mosca e Pechino ricevono il greggio dal Venezuela perché sono in vigore accordi bilateri con Maduro.

“Siamo in dialogo aperto con il Dipartimento di Stato americano – ha aggiunto Venkatachari – sugli accordi per l’acquisto di petrolio venezuelano, senza però mancare alle sanzioni degli Usa”.

L’India – come la Cina – ha enormi necessità energetiche. A novembre sono state concesse eccezioni di sei mesi per il rifornimento di petrolio iraniano, ma nessuno dei due Paesi è riuscito a ridurre le acquisizioni, come consigliato dal governo statunitense.

Lo scorso 28 gennaio, il Dipartimento del Tesoro americano ha imposto sanzioni alla petrolifera venezuelana Pdvsa, congelando 7 miliardi di dollari e bloccando tutti i pagamenti del petrolio del Venezuela.

Secondo il New York Times, la pressione degli Usa sul regime di Maduro potrebbe essere rischiosa. In un articolo intitolato “Se applica più sanzioni all’Iran e al Venezuela, Trump potrebbe destabilizzare i mercati petroliferi” spiega il bivio del presidente americano: “Funzionari americani esercitano pressione su Cina e India per sospendere o ridurre in gran parte l’acquisto di petrolio dall’Iran e dal Venezuela (Paesi considerati ribelli e una minaccia per la stabilità del Medio Oriente e dell’America latina) con la finalità di privarli del salvagente per l’economia”.

“La difficoltà – aggiunge l’analisi – è nel farlo senza causare sbalzi nei mercati globali, provocando più tensioni nei rapporti con la Cina e l’India e aumentando i prezzi della benzina negli Usa”.

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