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Frizioni tra generali e politica? La versione di Tricarico

Se si associa una cultura della Difesa totalmente inadeguata nel nostro Paese con le condizioni di grave sofferenza in cui versano lo strumento militare e le questioni del settore in questo momento, ecco pronto il rischio di andare alla deriva. Eppure i temi della difesa stanno occupando le prime pagine dei giornali negli ultimi giorni per un problema totalmente falso, guardando il dito e non la Luna.

Fuor di metafora, il dito rappresenta l’idea che ci possa essere una fronda delle Forze armate in insubordinazione rispetto al potere politico e alle istituzioni. Si fa riferimento al capo di Stato maggiore della Difesa Enzo Vecciarelli e ad altri generali non meglio identificati. In altre parole, si vuole far passare l’idea che ci sia un’insofferenza o una saturazione di pazienza da parte dei militari rispetto alla classe politica che li governa. Occorre essere chiari: ciò è totalmente falso e infondato. Non è chiaro quanto tutto questo sia stimolato o addirittura voluto dai media, forse con l’intenzione di strumentalizzare il comparto militare per giustificare una qualche reazione.

L’esempio più calzante e attuale riguarda proprio il generale Vecciarelli che di recente ha eseguito un ordine pur non condividendolo, e lo dico essendo a conoscenza esattamente dei termini della questione. Si tratta della decisione di assegnare anche il secondo F-35B alla Marina militare e non all’Aeronautica, una scelta che stona rispetto a quanto stabilito precedentemente e secondo la logica dell’alternanza. Dare oggi i velivoli alla Marina significa non poterli utilizzare in casi di necessità, mentre darli all’Aeronautica (che ha già raggiunto la capacità operativa per gli F-35) vorrebbe dire poterli impiegare se necessario. Inoltre darli alla Marina vuol dire mandare anticipatamente in pensione gli AV8B Harrier, pur dopo aver investito cospicue risorse per il loro mantenimento in servizio fino al 2024.

Di fronte a una decisione che sembra palesemente errata, il generale Vecciarelli ha emanato le disposizioni conseguenti alla scelta del ministro, assegnando il secondo F-35B alla Marina, come il primo. Un ordine che gli sarà sicuramente costato più di altri ottemperare, in quanto generale dell’Aeronautica. Ma non ha fatto una grinza. Ciò dimostra che non è in sindacato alcun principio fondante della gerarchia e della subordinazione del mondo militare alle istituzioni, coerentemente con il giuramento di fedeltà alla Repubblica, alla Costituzione e alle sue leggi. Il pericolo, in altre parole, è inesistente.

Bene farebbe chi stuzzica certi sentimenti di pancia a occuparsi, se desidera fare qualcosa di utile per la collettività, dei veri problemi delle Forze armate, che sono evidentemente altri. Tra questi, per citare un altro esempio attuale, c’è quello dei sindacati militari. In seguito a una sentenza della Corte costituzionale sono stati dichiarati legittimi. Anziché affrettarsi a preparare le norme sulla base dei dettami della Consulta, norme che ne regolassero le attività stabilendone il perimetro e i condizionamenti necessari, dal mondo della politica è arrivato il benvenuto ai nuovi sindacati, con tanto di tappeti rossi e trombette, guardandosi bene dal dire loro quali fossero i compiti fissati per legge. Questa legge ad oggi ancora non esiste, mentre esistono i sindacati e già si è avuto il sentore di quanto l’assenza del disposto normativo possa far andare oltre il fenomeno. I sindacati hanno già affermato, e non soltanto in teoria, di voler mettere il becco nei criteri per l’avanzamento al grado superiore, nonché sui giudizi che la gerarchia dà sull’attitudine militare dei soldati, sebbene tale attribuzione spetti solo al comandante.

Un’altra fuga in avanti è la messa in sindacato della sentenza della Corte costituzionale secondo cui l’accorpamento della Guardia forestale ai Carabinieri è legittimo. I sindacati ci hanno dunque già dato evidenza di voler andare a pascolare in terreni su cui è ancora tutto da dimostrare vi sia una loro competenza o una materia concorrente. Si tratta di un fenomeno che attiene concretamente all’efficienza delle Forze armate, che ne potrebbe minare la saldezza e l’attività precipua. Eppure non viene presa in considerazione dall’opinione pubblica cui invece si presentano altri problemi, continuando a guardare il dito e non la Luna.

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