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Pena di morte per i gay. Il Brunei non ci ripensa

Il sultano del Brunei risponde al Parlamento Europeo, che aveva votato una Risoluzione proprio qualche giorno prima contro l’introduzione della pena di morte per le persone omosessuali e per gli adulteri, difendendo queste scelte. Una risposta assurda e criminale.

L’Unione Europea ha “sospeso i negoziati per un accordo di partenariato e di cooperazione con il Brunei”, come spiegato nella risoluzione del Parlamento Europeo. Nella risoluzione si specificava che:

“1. condanna fermamente l’entrata in vigore del retrogrado codice penale basato sulla Sharia; esorta le autorità del Brunei ad abrogare immediatamente tale codice e ad assicurare che le leggi del paese rispettino il diritto e le norme internazionali, in conformità degli obblighi del Brunei derivanti dagli strumenti internazionali in materia di diritti umani, anche per quanto concerne le minoranze sessuali, le minoranze religiose e i non credenti;

2. ribadisce la sua condanna della pena di morte; invita il Brunei a mantenere la moratoria sul ricorso alla pena di morte quale passo verso la sua abolizione;

3. condanna fermamente l’uso della tortura e di trattamenti crudeli, degradanti e disumani in qualsiasi circostanza; sottolinea che le disposizioni del codice penale basato sulla Sharia violano gli obblighi del Brunei derivanti dal diritto internazionale in materia di diritti umani e che le pene previste da tale codice violano i consuetudinari divieti del diritto internazionale contro la tortura e altri maltrattamenti;

4. esprime profonda preoccupazione per il fatto che, mentre molti paesi stanno depenalizzando gli atti sessuali consensuali con persone dello stesso sesso, il Brunei è purtroppo diventato il settimo paese a punire tali atti con la pena di morte; invita le autorità del Brunei a rispettare i diritti umani internazionali e a depenalizzare l’omosessualità;”

Inoltre:

“5. invita le autorità del Brunei a garantire il principio di uguaglianza di tutti i cittadini dinanzi alla legge e il rispetto dei diritti fondamentali di tutti i cittadini, senza distinzioni di alcun tipo basate su motivazioni quali il genere, l’orientamento sessuale, la razza o la religione; esprime profonda preoccupazione per la possibile applicazione del diritto penale ai minori; invita il Brunei a non applicare, in nessuna circostanza, la pena capitale, pene detentive o la tortura ai minori;

6. invita le autorità del Brunei a rispettare pienamente la libertà di religione nel Sultanato, come stabilito nella sua stessa costituzione, e a consentire la celebrazione pubblica di tutte le festività religiose, compreso il Natale; sottolinea che la legislazione in merito deve rispettare rigorosamente i diritti umani;

7. incoraggia le autorità del Brunei a promuovere il dialogo politico con i principali soggetti interessati della società civile, le organizzazioni per i diritti umani, le istituzioni religiose e le organizzazioni imprenditoriali, sia all’interno che all’esterno del Brunei, al fine di promuovere e tutelare i diritti umani nel suo territorio; sottolinea il diritto a esprimere opinioni critiche o satiriche quale legittimo esercizio della libertà di espressione, sancito dal quadro internazionale sui diritti umani;

8. esorta il Brunei a ratificare i restanti principali strumenti internazionali delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, tra cui il Patto internazionale relativo ai diritti civili e politici e la Convenzione contro la tortura ed altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti; esorta le autorità del Brunei a rivolgere un invito permanente a visitare il paese nel quadro di tutte le procedure speciali del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite;

9. invita il Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE), nel caso di un’effettiva applicazione del codice penale basato sulla Sharia, a valutare la possibilità di adottare, a livello di UE, misure restrittive in relazione a gravi violazioni dei diritti umani, compresi il congelamento dei beni e i divieti di visto;

10. invita il VP/AR a subordinare il riavvio dei negoziati per l’accordo di partenariato e cooperazione tra l’UE e il Brunei alla conformità del codice penale al diritto internazionale e alle norme internazionali in materia di diritti umani;

11. sottolinea il lavoro dei difensori dei diritti umani ai fini della promozione e della protezione dei diritti delle persone LGBTI; invita le istituzioni dell’UE a intensificare il loro sostegno alle organizzazioni della società civile e ai difensori dei diritti umani in Brunei;

12. invita la delegazione dell’UE in Indonesia e Brunei Darussalam a Giacarta, la delegazione dell’UE presso l’ASEAN e il SEAE a monitorare attentamente la situazione e a consultare le autorità, gli ambasciatori e i rappresentanti del Brunei a tal proposito; invita il SEAE a includere la situazione in Brunei tra i punti all’ordine del giorno del prossimo dialogo politico UE-ASEAN in materia di diritti umani;

13. incoraggia gli Stati membri a partecipare attivamente al prossimo riesame periodico universale, che avrà luogo dal 6 al 17 maggio 2019 ed esaminerà la situazione relativa ai diritti umani in Brunei;

14. sottolinea che, finché l’attuale codice penale sarà in vigore, le istituzioni dell’UE devono valutare la possibilità di iscrivere gli alberghi di proprietà della Brunei Investment Agency in una lista nera;

15. invita l’UE e i suoi Stati membri a rispettare il quadro giuridico internazionale per quanto riguarda l’accesso alle procedure di asilo e la protezione umanitaria per le vittime dell’attuale codice penale del Brunei;

16. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, al Servizio europeo per l’azione esterna, ai governi degli Stati membri, al Segretario generale delle Nazioni Unite, all’Alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, alla commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile, al Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, al Segretariato dell’ASEAN, alla commissione intergovernativa dell’ASEAN sui diritti umani, al sultano del Brunei, Hassanl Bolkiah, e al governo del Brunei.”

La risposta del Sultano è intollerabile. L’Unione Europa deve procedere con il congelamento dei suoi beni e prevedere modalità per il blocco delle attività economiche del Brunei sul territorio dei Paesi membri. Serve un segnale forte e chiaro i diritti e la dignità delle persone vengono prima di qualsiasi interesse economico. Cedere, o limitarsi a qualche proclamo, non è ammissibile. Altrimenti la UE perderebbe credibilità e forza agli occhi del mondo.

Positivo, infine, che la società civile abbia già reagito. Soprattutto le star del mondo del cinema come Sharon Stone e George Clooney, che hanno lanciato una campagna per boicottare gli hotel di Lusso appartenenti al Brunei. In Italia, per esempio, ce ne sono due: a Milano, il Principe di Savoia e l’Eden a Roma.

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