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PSOE vince elezioni in Spagna. Con Sanchez si riparte

Era una sfida veramente molto dura, quella di Pedro Sanchez, segretario del PSOE e Primo ministro spagnolo. Eppure è andata molto bene. Il partito socialdemocratico spagnolo, dopo una flessione forte negli ultimi anni è tornato a vincere.

Con il 28.7%, pari a quasi 7.5 milioni di voti, il PSOE è il primo partito e porta a casa 125 seggi. Purtroppo, non sono sufficienti per costituire, da solo, un governo.

Podemos, il partito della sinistra, per alcuni “populista” di sinistra, ha perso notevole consenso in queste elezioni 2019 e il numero di seggi vinti non consente, purtroppo, di formare un governo col PSOE. Opzione che consideravo tra le migliori.

Che un solo partito, in sistemi elettorali come quelli italiano, spagnolo o tedesco, possa governare in solitaria è un fatto assai raro e improbabile. La spaccatura interna al campo politico a destra come a sinistra impedisce di raggiungere questo scopo. Ma per me, onestamente, non è nemmeno un male.

Ci dovrebbero essere però almeno due condizioni, per me, alla base di una possibile coalizione di governo tra forze politiche diverse: 1) una generale sintonia di visione politica, 2) un accordo programmatico chiaro.

Chiaramente, per la visione di mondo che ho io, Podemos e PSOE erano l’unica opzione fattibile. Quella positiva. Purtroppo i numeri non ci sono. Ma non ci sono nemmeno per un accordo tra PP e Vox, il partito di estrema destra, o PP, Vox e Ciudadanos. Quindi, abbiamo più di un motivo per essere felici.


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