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Vi spiego perché in Italia la Russia scommette su M5S e Lega. Il commento di Germani

nato putin mosca

“La Russia, per difendere i suoi interessi, ha sempre puntato in Italia sui legami con esponenti dell’establishment. A un certo punto si è resa conto che la politica tradizionale non dava, o non sembrava in grado, di dare le risposte che la popolazione desiderava e che ciò avrebbe portato a un’ascesa di partiti sovranisti o euroscettici che sono diventati agenti di influenza non per accordi specifici, ma perché hanno un’agenda che combacia con gli obiettivi di politica estera di Mosca”.

A crederlo è Luigi Sergio Germani – direttore scientifico dell’Istituto Gino Germani di Scienze Sociali e Studi Strategici e tra i curatori del report ‘The Kremlin’s Trojan Horses 2.0’ dell’Atlantic Council – che in una conversazione con Formiche.net commenta gli avvertimenti Usa circa i tentativi di Mosca di crearsi spazio all’interno del quadro politico italiano e il documento, ottenuto da dossier Center secondo il quale il Cremlino starebbe da tempo puntando alla costruzione di una rete politica nei Paesi dell’Unione europea, scommettendo nella Penisola su Movimento 5 Stelle e Lega.

Germani, secondo un documento ottenuto da Dossier Center pubblicato oggi in esclusiva da diversi giornali europei tra i quali Repubblica, la Russia starebbe da tempo puntando alla costruzione di una rete politica nei Paesi dell’Unione europea. Per quanto riguarda l’Italia i nomi dei partiti ‘preferiti’ sono due, entrambi al governo: Movimento 5 Stelle e Lega. Lo ritiene verosimile?

Certamente. Sebbene questo documento arrivi da un’organizzazione creata e finanziata da Mikhail Khodorkovskij – un dissidente russo che si oppone a Vladimir Putin quindi tacciabile di parzialità – il suo contenuto è altamente attendibile, almeno nei contenuti. Aggiungo che è addirittura troppo recente rispetto al reale inizio delle attività di influenza russe in Italia e in Europa.

A che cosa fa riferimento?

Mosca prova a influenzare in modo più aggressivo la politica italiana almeno dal 2013. Lo fa attraverso le cosiddette ‘misure attive’, ovvero operazioni realizzate all’estero dai suoi servizi di intelligence. Questo tipo di azioni sono diverse e sofisticate e contemplano le relazioni e dagli eventi organizzati da think tank, istituti di cultura e diplomazia, l’influenza esercitata su giornalisti e politici italiani, le attività sui social media più volte citate e le campagne condotte attraverso i propri media come Sputnink e RT. Ciò avviene con strumenti differenti a seconda del Paese europeo, ma la linea strategica fondamentale – che si potrebbe definire multidimensionale, una vera e propria guerra ibrida – è unica e ben chiara.

Quale sarebbe la strategia di Mosca?

Il metodo utilizzato è quello di creare divisioni: tra Usa e Europa in ambito Nato, tra i Paesi europei e all’interno delle stesse nazioni. L’obiettivo invece è quello di indebolire o rompere il legame transatlantico, che viene considerato da Mosca una minaccia per la Russia e in particolare per la stabilità del regime putiniano. Per questo assistiamo a un proliferare di articoli – aumentati dopo la crisi ucraina – che enfatizzano le tensioni in Unione europea – ad esempio tra Italia e Francia -, tra Washington e Bruxelles, o che alimentano in modo esagerato paure su problemi comunque esistenti come l’immigrazione. L’effetto viene poi potenziato attraverso l’utilizzo di piattaforme social.

Perché il documento cita i partiti attualmente al governo?

Perché sono in qualche modo parte di questa strategia, seppur in maniera indiretta e quasi certamente inconsapevole. La Russia, per difendere i suoi interessi, ha sempre puntato in Italia sui legami con esponenti dell’establishment. A un certo punto si è resa conto che la politica tradizionale non dava, o non sembrava in grado, di dare le risposte che la popolazione desiderava e che ciò avrebbe portato a un’ascesa di partiti sovranisti o euroscettici che sono diventati agenti di influenza non per accordi specifici, ma perché hanno un’agenda che combacia con gli obiettivi di politica estera di Mosca. Allora il Cremlino ha iniziato a sostenerli in tutti i modi che ha ritenuto utili e funzionali ai suoi disegni.


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