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Visco (che cita i Beatles) dà dieci giorni a Salvini e Di Maio per smettere di litigare

Matteo Salvini e Luigi Di Maio possono anche continuare a litigare ma possono farlo per altri dieci giorni, entro quel 26 maggio, data delle elezioni europee. Poi dovranno farla finita, perché con uno spread a 290 punti base, vicino a quello greco (358) e con un rendimento sul Btp decennale a un passo dal 3% (l’omonimo spagnolo rende l’1% tanto per dare un’idea), c’è poco da scherzare (qui l’articolo di due giorni fa sulla cavalcata dello spread). Il linguaggio, per carità, è quello istituzionale tipico di Via Nazionale. Ma il messaggio non è altrettanto meno chiaro del consueto. Quello che, a due settimane scarse dalle sue Considerazioni finali (31 maggio) ha detto il governatore di Bankitalia Ignazio Visco intervenendo all’Aaron Institute in Israele (qui il testo) va preso molto seriamente da parte dei due azionisti di governo.

BANKITALIA AVVERTE IL GOVERNO

Le banche italiane hanno in pancia 370 miliardi e passa di Btp e questo le espone a un rischio sovrano pressoché totale. Se si deprezza il titolo italiano, i bilanci delle banche ne risentono (si veda l’erosione dei patrimoni) e i prestiti alle imprese pure. Per questo le scaramucce di governo devono essere a tempo determinato. Se nin lo fossero il debito italiano potrebbe diventare insostenibile nel giro di qualche mese. “Per ristabilire una fiducia reciproca in Europa l’Italia deve fare la sua parte lavorando duramente e con costanza per migliorare l’ambiente economico e per un impegno credibile verso una graduale ma significativa riduzione del debito. La speranza è che, dopo le elezioni europee, verranno ristabilite le condizioni per riprendere l’agenda delle riforme e per portarle avanti con rinnovato vigore altrimenti – aggiunge citando una canzone dei Beatles (The long and winding road, ndr) – la strada lunga e ventosa non scomparirà mai”.

UN ANNO DI SPREAD

Visco non ha avuto difficoltà ad ammettere tutta la gravità della situazione finanziaria italiana. Lo spread italiano “è sopra 270 punti base, più del doppio del livello di inizio 2018, prima delle elezioni politiche e l’alto livello del debito espone l’Italia alla volatilità del mercato finanziario”. Di qui una consiglio che sembra più un imperativo che altro. Attuare subito “una credibile strategia per ridurre il livello del debito nel medio termine” perché “se l’aumento degli interessi persiste peserà inevitabilmente sul costo del debito”, cioè sulla spesa pubblica. Non è certo un dettaglio per un Paese che, almeno a sentire il vicepremier Salvini, avrebbe nelle more lo sforamento del 3% del deficit/Pil, il che porterebbe l’Italia all’anno zero del Patto di Stabilità.

LITIGARE COSTA, ANCHE ALLE IMPRESE

Quello che sta innervosendo i mercati non è tanto il fatto che quest’anno l’Italia non crescerà (Pil allo 0,2% secondo l’ultimo Def) quanto invece le discussioni sulla politica economica che danno l’impressione, all’estero, di un Paese in stato confusionale. Chi ci rimette è, ovviamente, l’anello più importante, il sistema produttivo. E il governatore di Bankitalia lo sa bene. “I primi segni di tensione stanno iniziando a emerger sui costi dei finanziamenti per famiglie e imprese: le condizioni per l’offerta di credito sono diventante leggermente più restrittive soprattutto per le piccole imprese”, si legge in un passaggio dell’intervento. Un altro spassionato consiglio a Salvini e Di Maio: “vanno affrontati i fattori che inducono gli investitori a percepire rischi più alti, come le condizioni di bilancio trascurate e la prevalenza di sussidi e trasferimenti su misure destinate a sostenere la crescita”.

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