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C’è un Ceo in Eu che fa l’indiano!

L’indiana e multinazionale ArcelorMittal ha annunciato l’intenzione di sospendere temporaneamente la produzione negli stabilimenti siderurgici di Cracovia in Polonia e di ridurre la produzione nello stabilimento delle Asturie in Spagna. Inoltre l’aumento previsto del livello di produzione a 6 milioni di tonnellate, in ArcelorMittal Italia, subirà un rallentamento a seguito della decisione di ottimizzare i costi e la qualità della produzione.
“La difficile decisione di ridurre temporaneamente la nostra produzione europea di prodotti piani – commenta Geert van Poelvoorde, CEO di ArcelorMittal Europa-Prodotti Piani – non è stata presa alla leggera. Comprendiamo l’impatto che questa scelta ha sui dipendenti e sulle comunità locali. Lavoreremo per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo. Queste azioni riflettono un contesto europeo caratterizzato oggi da una carenza di domanda; una situazione, questa, ulteriormente aggravata dall’aumento delle importazioni, nonostante le misure di salvaguardia introdotte dalla Commissione europea. Stiamo collaborando con le parti interessate per chiedere che le salvaguardie siano rafforzate con l’obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e a un indebolimento dell’economia nei Paesi limitrofi alla Ue, inclusa la Turchia. L’industria siderurgica in Europa può avere un forte futuro ma è necessario garantire parità di condizioni affinché non venga concesso un vantaggio sleale ai concorrenti extra Europa”.
Bel discorso eh?
Un’invocazione mercatista con il mercato degli altri.
Essì, fa l’indiano l’europeissimo Ceo: si lagna per i “lavoratori” e per le comunità locali. Lavorerà per garantire che vengano adottate misure sociali volte a supportarli durante questo periodo (vengano, ma da chi? Ndr).
Poi ammette pure le responsabilità: carenza di domanda; sovraccapacità produttiva.
Spudorato, invece di contrirsi, preme dall’alto del suo potere contrattuale per l’applicazione delle tariffe di salvaguardia permanenti, introdotte quest’anno dalla Commissione europea.
Temo di si, quando chiede che le salvaguardie vengano rafforzate con l’obiettivo di impedire un ulteriore aumento delle importazioni dovuto alla continua sovraccapacità globale e ad un indebolimento dell’economia.
Dunque, dazi per far aumentare i prezzi dei prodotti importati e non far scendere quelli interni.
Ma non c’era carenza di domanda, magari per il ridotto potere d’acquisto?
Ma.. non c’era pure una palese sovraccapacità che, in un mercato efficiente, dovrebbe far scendere i prezzi per magari migliorare proprio quel malnato potere d’acquisto…. magari dei lavoratori, magari pure di quelli delle comunità locali?
Già, vuoi vedere che un mercato opaco funziona meglio?

Mauro Artibani, l’economaio
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