Il presidente delle Filippine, Rodrigo Duterte, mantiene la sua popolarità. Ma il consenso si è allargato alla figlia, Sara Duterte che ha avuto un inatteso protagonismo nelle ultime elezioni generali e si prospetta come erede politica del padre.
Sara Duterte è stata confermata come sindaco di Davao e si profila come candidata alle presidenziali del 2021. Oggi sono stati pubblicati i risultati (con il 99% dei seggi) del voto di lunedì. La figlia del presidente ha raccolto 579.000 voti, mentre il suo rivale politico, Magdaleno Marcellones, soltanto 4.255. Guiderà lei la città che il padre governò intermittentemente dal 1988 al 2016.
Sara ha respinto la candidatura al Senato, e resta uno dei personaggi più influenti nello scenario politico filippino. Molto attiva nei comizi elettorali locali, ha sostenuto il partito del padre in queste elezioni di metà mandato; un vero referendum della gestione Duterte.
Nata a Davao nel 1978, è leader di Hugpong ng Pagbabago (HP), una coalizione dei partiti regionali molto recente, che ha sostenuto diversi candidati al Senato. Il punto in comune: tutti hanno giurato lealtà al padre e hanno promesso di spingere la sua agenda legislativa nei prossimi tre anni.
Ma Sara è famosa non solo per il suo ruolo da first daughter. Il suo volto è molto conosciuto perché nel 2011 ha colpito con un pugno uno sceriffo che aveva applicato un’ordinanza giudiziaria di demolizione contro alcune famiglie di senzatetto.
L’analista Ramon Casiple, direttore dell’Istituto per la Riforma Politica ed Elettorale, ha spiegato all’agenzia Efe che “si sta promuovendo e provando Sara Duterte come figura politica a livello nazionale […] Lei ha dimostrato di avere una sua personalità, oltre la forza del padre”. Secondo gli analisti, i politici che la seguono si avvicinano inizialmente per il peso famigliare ma dopo per i suoi meriti e capacità politiche.
Mentre il padre resta fermo sull’intenzione di riformare la Costituzione filippina e imporre la pena di morte, Sara si è fatta sentire con una voce più moderata e con un programma progressista, soprattutto in materia di diritti della donna e dei minori, il che le ha fatto guadagnare l’appoggio di molte ong locali.
Sara è conosciuta anche all’estero, perché ha accompagnato il padre in viaggi ufficiali in Medio Oriente e Cina. “Adesso è Inday (soprannome di Sara in famiglia) che prende le decisioni politiche in famiglia – ha detto il padre -. Non trovo candidato migliore per le prossime elezioni”.
Una scelta in apparenza affettiva ma molto strategica. Secondo gli esperti, la candidatura di Sara Duterte potrebbe proteggere il presidente da vendette politiche e anche di eventuali processi per abusi di potere commessi nella guerra contro il narcotraffico.
Lei però preferisce non sbilanciarsi: “Non voglio parlare di me adesso come presidente, perché diventerei la prima persona da odiare – ha detto -. Chiedetemelo di nuovo nel 2021”.