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Vi spiego perché il prezzo del gas non è solo una variabile economica

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Il ricorso al gas naturale e alla cogenerazione ad alto rendimento, ha consentito alle cartiere italiane (e più in generale al sistema industriale italiano) di raggiungere livelli di assoluta eccellenza mondiale in termini di efficienza energetica e sostenibilità ambientale. Il settore della carta, in particolare, consuma circa 2,5 miliardi di mc di gas ogni anno. Il gas serve per produrre calore per il processo ma anche per produrre energia elettrica. Infatti circa il 70% del fabbisogno elettrico del settore è coperto tramite la produzione di energia elettrica in cogenerazione ad alto rendimento. Il gas naturale ha accompagnato lo sviluppo del settore cartario e al tempo stesso ha accompagnato e continua ad accompagnare un processo di miglioramento dell’efficienza energetica. Dal 1995 ad oggi l’efficienza nel settore è migliorata del 30%.

Il gas naturale ha anche consentito, grazie alla sua disponibilità e compatibilità ambientale, di sviluppare una quota consistente di economia circolare. Secondo una rilevazione condotta dalla Associazione europea di categoria (Cepi) emerge che i primi 5 paesi utilizzatori di gas naturale in Europa immettono nel mercato il 70% dei prodotti cartari da carta riciclata e, se lo estendiamo ai primi 7, la percentuale sale all’83%.
Il gas ha quindi anche un ruolo fondamentale nell’economia circolare della carta.

Anche grazie agli importanti investimenti fatti dalle nostre imprese l’Italia ha raggiunto la più bassa intensità energetica tra i paesi manifatturieri. Un risultato importante per la nostra economia e soprattutto per l’ambiente, che rischia oggi di essere compromesso dal maggior costo del gas che paghiamo rispetto alla media europea. Il prezzo del gas non rappresenta solo una variabile economica ma soprattutto un fatto ambientale.

Lo scenario potrebbe essere destinato a peggiorare nel futuro prossimo: lo spread che oggi ha raggiunto circa 4 c€/smc, il 15% del costo totale, aumenterà presto a causa dell’evoluzione delle tariffe di trasporto europee e delle modalità di approvvigionamento dai grandi fornitori mondiali, in primis la Russia. Una preoccupante anticipazione arriva dal mercato di questi primi giorni di aprile, in cui la dipendenza dal nord Europa è massima: lo spread si è stabilmente attestato a 4 c€/smc solo per la commodity e con le componenti accessorie supera i 7 c€/smc.

Il raddoppio del Nord Stream, in esercizio dal 2020, renderà la Germania centro del mercato europeo; senza azioni decise che invertano questo trend l’Europa si troverà ad essere un agglomerato di stati che affrontano la materia energia in forma indipendente e non armonizzata, con una forte penalizzazione per i consumatori italiani.

Per questo Confindustria ha risposto alla consultazione francese sulle tariffe di trasporto del gas naturale (“consultation publique n°2019-006 du 27 mars 2019 relative à la structure du prochain tarif d’utilisation des réseaux de transport de gaz naturel de grtgaz et terega”). Nella risposta Confindustria conferma la sua posizione sul mercato del gas naturale, ritenuto il combustibile centrale per la progressiva decarbonizzazione dei settori industriali italiani.

Ciò in un contesto in cui va sostenuto il processo di liberalizzazione del mercato europeo del gas naturale. Secondo Confindustria un mercato europeo integrato è il presupposto per garantire sicurezza e competitività ai cittadini dell’Unione Europea. E quindi la decisione di rispondere alla consultazione francese con spirito costruttivo è proprio nell’ottica di evitare sistemi tariffari non coerenti con gli obiettivi di integrazione dei mercati.

Gli industriali italiani sono consapevoli che le tariffe possono diventare barriere di mercato tra gli stati membri. “Non dobbiamo cedere al sovranismo tariffario, nel quale ogni stato membro cerca di scaricare i costi di trasmissione sugli altri paesi limitrofi. Nelle interconnessioni tra stati membri – sottolinea Pasini, presidente del comitato Energia di Confindustria, in occasione dell’invio della risposta al Cre, il regolatore francese – deve esserci il massimo coordinamento tra regolatori guidati da Acer in modo tale da rendere neutrale la regolazione del trasporto rispetto alla concorrenza tra operatori”.

“La produzione europea di gas si sta riducendo, e un sistema di tariffe comuni volto a favorire la diversificazione di tutte le rotte di importazione indipendentemente dal Paese di provenienza è un presupposto fondamentale per la sicurezza e la competitività europea: il nostro Paese – valuta Pasini – può dare un contributo importante allo sviluppo della competitività europea, con il Tap e nuove rotte di importazioni provenienti dal sud Europa sia per le fonti storiche sia per le nuove fonti de Mediterraneo dell’Est”. “Mi auguro che le Autorità Europee e Nazionali possano avviare un percorso di collaborazione come avviene nel settore elettrico – conclude Pasini – per rendere il mercato Europeo più competitivo e sicuro a beneficio dei cittadini e delle imprese”.

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