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La mossa politica della Kirchner per riprendere il potere (e aggirare la giustizia)

Cristina Fernandez de Kirchner, ancora una volta, ha sorpreso tutti. Correrà nelle prossime elezioni dell’Argentina, previste per l’autunno, ma non come candidata alla presidenza, come tutti si aspettavano, ma alla vicepresidenza. Sarà nella formula elettorale di Alberto Fernández, già capo del gabinetto durante il mandato di Néstor Kirchner e anche durante la presidenza di Cristina.

Il mondo politico argentino è rimasto sorpreso dopo l’annuncio. È stata l’ex presidente ad annunciare la candidatura di Alberto Fernández – e non lui stesso – con un videomessaggio di 13 minuti diffuso sui social: “Ho chiesto ad Alberto Fernández che sia lui a guidare la formula che presentiamo insieme, lui come candidato alla presidenza e io come candidata a vice, per partecipare alle prossime elezioni, aperte, simultanee e obbligatorie”. Sempre sui social, Alberto Fernández ha spiegato che accetta la sfida “per ridare dignità ai milioni di argentini che questo governo ha condannato alla marginalità e la povertà”.

I due politici non erano in buoni rapporti dal 2008. Lui aveva accusato la leader del peronismo di avere perso contatto con la realtà. “Era arrivata a dire che la Germania stava peggio di noi in materia di povertà – dichiarò Alberto Fernández nel 2015 -. Disse che non c’era controllo del cambio monetario e che l’inflazione non importava. La sua era una negazione testarda, assurda”. Poi, la riconciliazione.

“Alberto lo conosco da quasi 20 anni – ha detto Cristina Fernández nell’annuncio -. Abbiamo avuto alcune polemiche, è vero, ma come capo di gabinetto di Néstor durante tutta la presidenza l’ho visto decidere, organizzare, accordare e cercare sempre il margine migliore per il governo”. Per questo – e molto altro – invita a tutti i settori del peronismo a far parte di una grande coalizione a favore della formula Fernández-Fernández. Perché con il peronismo unito, la vittoria è quasi certa.

Ma i peronisti sono ancora divisi. La parte più moderata ha organizzato una riunione per la prossima settimana con il governatore di Córdoba, Juan Schiaretti, per capire se aprire una terza via o allearsi con i Fernández. Un altro politico, Sergio Massa, ha detto che è aperto ad una negoziazione, mentre l’ex candidato Daniel Scioli ha proposto la realizzazione di primarie per scegliere i candidati. I pre-candidati del peronismo, Felipe Solá e Agustín Rossi, si sono ritirati immediatamente per sostenere i Fernández.

La vicepresidenza della Repubblica argentina prevede la presidenza del Senato. Non si tratta di un posto con potere esecutivo, ma offre l’immunità necessaria in questo momento per Cristina, che deve affrontare numerosi processi giudiziari. Già domani, per esempio, dovrà presentarsi in tribunale per l’inizio di un processo per corruzione in appalti di opere pubbliche.

L’avvocato costituzionalista, Andrés Gil Domínguez, sostiene però che ci sono le condizioni perché Cristina sia comunque processata. In un’intervista al sito Perfil, l’esperto ha spiegato che le leggi argentine “includono tutti i funzionari suscettibili ad un processo politico. E l’articolo 53 della Costituzione stabilisce che tanto il presidente quanto il vicepresidente possono essere soggetti a processi politici”. Per finire in carcere, due terzi dei deputati e senatori dell’Argentina dovrebbero accettare il processo politico contro Cristina: è l’unico modo per fare decadere l’immunità di arresto per un vicepresidente. Un fatto che non è mai accaduto nel Paese sudamericano. L’ex presidente resta preoccupata anche per i processi contro i figli, Máximo e Florencia Kirchner.

L’analista Mariel Fornoni, direttore dell’agenzia M&F, ha spiegato all’agenzia Efe che la mossa politica di Cristina cerca di amplificare la base di votanti fedeli con un candidato che potrebbe sembrare più moderato: “È una mossa in anticipo, che costringe tutti a riformulare le strategie […] Alberto Fernández è stato il braccio destro di Néstor Kirchner quando l’Argentina uscì dalla crisi del 2011 […] Questo può convincere gli indecisi, che sono sempre decisivi nel Paese sudamericano, quelli che anche se non sono a favore della Kirchner, sono critici verso l’esecutivo di Mauricio Macri che ha portato l’inflazione al 55%, svalutando molto la moneta”.

Per alcuni analisti argentini, la mossa strategica di Cristina Fernández de Kirchner ricorda quella del peronista Héctor Cámpora nel 1973, quando si è presentato con il generale Juan Domingo Perón ancora in esilio. La proposta era: “Cámpora alla presidenza, Perón al potere”.

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