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Perché mi candido alle europee contro i populismi. La sfida di Paolo Alli

trump, Paolo Alli

Perché impegnarsi ancora in politica? Dopo la fine del mio mandato alla Camera e della straordinaria esperienza di presidente della Assemblea Parlamentare della Nato questa domanda mi è venuta più volte alla mente negli scorsi mesi. In realtà, è stata l’opportunità delle elezioni europee a risvegliare in me il desiderio di rimettermi in gioco. La mia passione per i temi internazionali non poteva restare indifferente a questa sfida.

Le elezioni europee sono ingiustamente sottovalutate, ridotte a una specie di grande sondaggio. Infatti, questa campagna elettorale è concentrata esclusivamente su questioni interne: si parla di tutto, ma non dell’Europa.
L’Europa rappresenta la nostra casa comune, il nostro oggi e, soprattutto, il nostro domani. Per questo ho deciso che non fosse ancora tempo di appendere al chiodo le scarpe che mi hanno portato, negli ultimi anni, a percorrere le strade, spesso tortuose, della politica italiana e internazionale.

ALTERNATIVA POPOLARE, UNA SCELTA MODERATA

Lo scenario attuale della politica italiana, caratterizzato da un Pd spostato sempre più a sinistra, da un M5S in calo, ma ancora abbastanza forte, da un centrodestra polarizzato sulle posizioni estreme di Lega e FdI e dal tramonto triste e inesorabile di Forza Italia non offre una reale possibilità di scelta ai moltissimi elettori che credono nel popolarismo di Sturzo e De Gasperi, rappresentato oggi nella piattaforma programmatica del Ppe. Su questi valori, invece, Alternativa Popolare, partito che presiedo, e il Popolo della Famiglia si sono ritrovati e hanno condiviso l’idea di offrire ai moderati italiani una opportunità nuova, che rappresenta anche l’unico tentativo di aggregazione in un panorama caratterizzato da una sempre maggiore frammentazione. Sono i valori della centralità della persona, della famiglia, dell’impresa, dell’ambiente e di una vera economia sociale di mercato, che rappresentano per l’intera Europa, e non solo per l’Italia, una colossale sfida.

CONTRO IL POPULISMO E IL SOVRANISMO

Le retoriche populiste e sovraniste usciranno rafforzate, ma comunque sconfitte dalla consultazione del 26 maggio. Esse sono antistoriche o, peggio, asservite a interessi di altri che vogliono l’indebolimento o la distruzione del progetto europeo, da oriente come da occidente. I recenti gravissimi fatti che hanno condotto alla crisi di governo in Austria, Paese che rappresentava per l’estrema destra l’avamposto per l’affermazione in tutto il continente, dimostrano come queste forze siano ormai strutturalmente conniventi con gli interessi di grandi potenze straniere. Del resto, i finanziamenti russi al partito della Le Pen e gli stretti legami tra la Lega e il partito di Putin avevano già rappresentato sinistri presagi premonitori di una deriva rischiosissima per il nostro futuro.

IL FUTURO DELL’EUROPA

L’Europa deve riconquistare la propria centralità nella competizione globale. Centralità non solo economica (il Pil europeo è il primo al mondo, per questo Trump ci teme e Pechino ci vuole annettere con progetti tipo Belt and Road, la nuova via della seta), ma storica e culturale. I valori europei, basati sulle comuni radici giudaico-cristiane, costituiscono un modello da preservare, dove il riconoscimento della libera iniziativa e il modello di welfare universalistico si coniugano in una visione autenticamente comunitaria. Al contrario dell’individualismo americano, che non conosce il concetto di solidarietà sociale, e del collettivismo cinese, che riduce la persona a un numero.

OBIETTIVO: L’UNIONE POLITICA

La centralità geopolitica dell’Europa e la necessità che essa trovi finalmente un vero protagonismo globale, impongono, però, l’accelerazione del processo di unione politica, dentro il quale riveste carattere di priorità assoluta un tema completamente ignorato, quello della difesa comune, grande intuizione di De Gasperi che morì senza vederla realizzata. Solo difendendo comuni confini possiamo arrivare a considerare che quello che sta dentro quei confini sono gli Stati Uniti d’Europa. E’ un compito non più rinviabile, sul quale investire energie e risorse, collaborando con l’altro grande organismo multilaterale che, insieme all’Unione Europea ci ha garantito 70 anni di pace: la Nato.

LIBERTÀ E PACE HANNO UN PREZZO

Sono temi che non vengono affrontati perché scomodi e, soprattutto, perché si dà per scontato, specie nei giovani, che quello che abbiamo avuto dall’Europa è un diritto acquisito per sempre anziché una conquista quotidiana. Freedom is not free, dicono gli americani, la libertà non è gratis. Libertà e pace hanno un prezzo, che per milioni di persone è stato quello della propria vita.

Per difendere i nostri valori e per contribuire alle sfide che attendono l’Europa mi sono rimesso in gioco, con agli amici di Alternativa Popolare, insieme a Mario Adinolfi e al Popolo della Famiglia, con cui ci siamo riconosciuti nei valori del Ppe, forza politica europea che abbiamo richiamato esplicitamente anche nel nostro simbolo elettorale.

La partita che si gioca il 26 maggio è troppo importante, noi vogliamo esserci da protagonisti.


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