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Patrizia Giangualano: il vero innovatore non dimentica la storia

“Per conquistare il futuro bisogna prima sognarlo: la frase di Blaise Pascal è quella che mi ripeteva da piccola mio papà e che mi ha accompagnato in tutta la mia vita.”

Inizia così la sua intervista Patrizia Giangualano. Partner e Vice President di importanti società di consulenza, Patrizia è oggi Indipendent Director di società quotate, imprese familiari e a partecipazione pubblica con incarichi nei comitati rischi, controlli e sostenibilità (Mondadori, Epta, SEA). Dal 2016 al 2019 è stata membro del Consiglio di Sorveglianza di UBI Banca come amministratore indipendente di nomina Assogestioni.

Laureata in Economia e Commercio all’Università Luigi Bocconi, ha iniziato la sua carriera in Montedison come analista finanziario e poi in IBM con ruoli di responsabilità nell’area Finance, Marketing e in alcune partecipate, per poi muoversi verso la consulenza in AtKearney, Capgemini-EY e successivamente in PwC, dove ha consolidato la sua carriera professionale e sviluppato competenze nell’area governance, rischi e controlli. Durante il suo percorso lavorativo ha lavorato in Italia e all’estero a supporto di Imprese, Banche, Compagnie di Assicurazione e SGR, in prevalenza nell’area Strategy, e successivamente Rischi e Controlli seguendo in particolare la redazione di Piani Industriali, Progetti di Corporate Governance, implementazioni di sistemi di controllo integrato e di gestione dei rischi, Operazioni di Carve Out, Fusioni ed Integrazioni, revisione di Modelli organizzativi e distributivi. Dal 2016 ha iniziato ad avere incarichi come amministratore indipendente di società quotate, imprese familiari e a partecipazione pubblica. E’ membro attivo di Nedcommunity (l’associazione degli amministratori indipendenti) e si occupa di formazione e consulenza sulle tematiche della governance e della sostenibilità. E’ nel Comitato Scientifico del Master del Sole 24 ore rivolto a consiglieri di amministrazione e sindaci, nonché in quello sulla gestione della sostenibilità aziendale.
E’ coautore di “sostenibilità in cerca di imprese” il primo libro sull’applicazione della rendicontazione non finanziaria e, attraverso il proprio network integrated governance, ha iniziato la raccolta e pubblicazione di storie di successo con l’obiettivo di far aumentare rapidamente ed esponenzialmente il numero di imprenditori e di manager che, oltre a praticare uno sviluppo sostenibile, assumono su di se un ruolo culturale aggiuntivo nella comunicazione delle pratiche virtuose dalle quali dipenderanno il nostro futuro e quello dei nostri figli.

D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. È innovatore chi si propone di cambiare in meglio le cose, sa pensare fuori dagli schemi e cogliere i segnali del cambiamento. Per essere un innovatore occorrono predisposizione, curiosità e coraggio, ma anche competenze e commitment. L’innovatore studia molto cosa è già stato fatto ed esamina i punti forza e debolezza delle soluzioni esistenti. Per raggiungere il suo obiettivo l’innovatore ha bisogno di un’investitura e di persone che credano nella sua visione. L’innovatore è un leader che opera in un squadra, riconosce il valore dei contributi del team, porta risultati e non si scoraggia quando non li raggiunge.

D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Certamente l’attuale contesto economico, ambientale e sociale è caratterizzato da intensi fenomeni di trasformazione e l’innovazione tecnologica è sicuramente il driver principale del cambiamento ma anche il contributo del settore elettrico nella decarbonizzazione in atto e la diffusione delle rinnovabili costituiscono novità importanti per l’evoluzione delle nostre città e del nostro modo di abitare il pianeta.

D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. Il leader è una persona in grado di “guidare” un gruppo di persone verso obiettivi e scopi comuni. Il leader lo troviamo in molte situazioni della nostra vita, a scuola, in una squadra sportiva, in una vacanza fra amici e nel lavoro. Le sue doti sono in parte naturali e innate e in parte il risultato di un percorso personale frutto dell’esperienza. Per il raggiungimento degli obiettivi comuni il leader deve avere carisma e trasmettere positività, ascoltare i membri del gruppo, ispirare i colleghi e favorire la creatività. Le persone lo considerano un esempio da imitare soprattutto per la sua forza, resilienza e capacità di riconoscere meriti.

D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. Mio padre, un gran lavoratore con elevato senso di responsabilità per la sua famiglia e i suoi collaboratori. Mi ha insegnato a contare sulle mie forze, sviluppare le mie competenze, seguire il mio istinto, non scendere a compromessi ed essere generosa. Per lui non esistevano situazioni difficili ma solo inadeguatezza di chi le deve affrontare.

D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Non avere il tempo di realizzare tutti i miei sogni. Mi spaventa l’accelerazione del cambiamento climatico e il rischio di non riconoscere più le mie montagne che da sempre mi hanno regalato gli spettacoli più belli ed emozionanti di quanto avrei mai potuto immaginare.

D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Sviluppare la capacità di ascolto di un contesto in profonda evoluzione, nel quale emergono nuove categorie a rischio e nuovi bisogni – personali, familiari, aziendali e sociali – cercando di fornire risposte innovative, in termini di prodotti e servizi di qualità per il benessere delle comunità e rafforzando il rapporto con i territori di riferimento. Supportare lo sviluppo di sinergie e partnership per la creazione di valore condiviso. Favorire la promozione dei principi universali del Global Compact, per l’attuazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Per il futuro mi piacerebbe promuovere lo sviluppo di un risparmio a sostegno di aziende virtuose e sostenibili supportando le imprese a rivedere i loro modelli di business ed essere sempre più più trasparenti nei loro rapporti con investitori e consumatori.

D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Mi emoziona la capacita delle persone di uscire da situazioni difficili e la dignità nel raccontare il loro passato. Mi fanno invece arrabbiare la noncuranza e l’egoismo di chi non si mette a disposizione della collettività e del bene comune.

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