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Pure la Polonia punta sugli F-35 e manda un messaggio a Mosca

Anche Varsavia vuole l’F-35. Dopo la conferma dei piani giapponesi per l’acquisto di ulteriori 105 velivoli in occasione del viaggio a Tokyo di Donald Trump, un’altra notizia positiva per il programma Joint Strike Fighter è arrivata dal ministro della Difesa polacco Mariusz Blaszczak, alla guida di un processo di rinnovamento dello strumento militare che ha visto una decisa accelerazione dall’invasione russa della Crimea nel 2014.

L’ANNUNCIO

“I velivoli di quinta generazione sono già all’orizzonte, oggi abbiamo inviato una richiesta di quotazione ai nostri partner americani per l’acquisto di 32 velivoli F-35 insieme a un pacchetto logistico e di addestramento”, ha scritto su Twitter. “È tempo di sostituire gli equipaggiamenti dell’era post-sovietica con i caccia più moderni”, ha aggiunto. Oltre gli aspetti operativi, ci sono difatti quelli di strategici. La scelta del velivolo americano permetterebbe al governo di Varsavia di rafforzare ulteriormente la già solida e tradizionale alleanza con Washington, inviando contestualmente un deciso messaggio a Mosca, prima preoccupazione della difesa polacca.

LA MODERNIZZAZIONE DELLA DIFESA POLACCA

D’altra parte, sin da quando l’Orso russo ha mostrato gli artigli in Ucraina, la Polonia ha deciso di mettere in piedi un generale rinnovamento delle proprie capacità. Lo scorso anno è arrivato l’accordo con gli Stati Uniti per i sistemi Patriot per la difesa missilistica, per un valore di ben 4,75 miliardi di dollari. È ancora in fase di discussione invece l’installazione del sistema Aegis Ashore già presente in Romania e particolarmente sgradito a Mosca, così come l’aumento della presenza militare statunitense nel territorio polacco. Secondo il Financial Times un annuncio in questo senso potrebbe arrivare il prossimo mese, in occasione del viaggio a Washington del presidente Andrzej Duda. Esempio recente della volontà polacca di rafforzare la propria difesa è stato anche il contratto da circa 380 milioni di euro firmato dall’italiana Leonardo solo un mese fa, relativo alla consegna di quattro elicotteri AW101 corredati da un pacchetto completo di servizi di supporto logistico e addestramento.

COME AVANZA IL PROGRAMMA JSF

Per il programma internazionale Joint Strike Fighter la notizia che arriva dalla Polonia si somma in ogni caso a quelle giunte negli ultimi mesi. A ottobre, è stato il Belgio a rendere noti i risultati della gara per la sostituzione degli F-16, prevedendo l’acquisto di 34 F-35. Poi sono arrivate le prime indiscrezioni sui piani giapponesi, alimentati dalle preoccupazioni per l’assertività di Cina e Corea del Nord tanto da passare da 42 velivoli a 147. Su questo, ulteriore conferma è arrivata direttamente da Donald Trump ieri, a margine dell’incontro con Shinzo Abe. Il 2019 si è poi aperto con la presentazione del programma della Difesa di Singapore, intenzionata a partire con un piccolo numero di velivoli “così da avere una valutazione completa delle loro capacità e sostenibilità prima di decidere sull’intera flotta”.

I NUMERI

Notizie che fanno passare in secondo piano la possibile estromissione dal programma della Turchia, con distanze tra Ankara e Washington che sembrano ormai incolmabili sulla questione dell’S-400, il sistema missilistico russo per cui i turchi paiono non voler retrocedere. D’altra parte, nel 2018, il costruttore Lockheed Martin ha raggiunto l’obiettivo concordato con il governo americano, salendo a quota 91 velivoli consegnati nel corso dell’anno. Si è trattato di un aumento del 40% rispetto al 2017, e del 100% rispetto ai livelli produttivi del 2016. Per quest’anno, l’obiettivo è confermare il trend, raggiungendo le 130 consegne e avvicinando il passaggio alla produzione a pieno rateo. L’incremento della produzione ha comunque già prodotto i suoi effetti sui costi. Un F-35 A costa oggi (il riferimento è all’undicesimo lotto, il cui contratto è stato finalizzato a settembre 2018) 89,2 milioni di dollari (il 5,4% in meno rispetto al lotto precedente), prezzo paragonabile, se non inferiore, a quello di un velivolo di quarta generazione. L’obiettivo è comunque ancora più ambizioso, e prevede di arrivare a 80 milioni entro il 2020, quando dovrebbe essere finalizzato il 14esimo lotto.



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