Skip to main content

Il Pentagono si riunisce per il Venezuela, la Russia avverte Washington

trump pompeo

Incontro a sorpresa al Pentagono per parlare del Venezuela. La riunione di ieri non era nell’agenda pubblica di nessuno dei partecipanti, ma forse l’emergenza delle ultime ore non ha lasciato spazio alle formalità.

Nella sala dello Stato Maggiore congiunto degli Stati Uniti, il luogo più sicuro del Pentagono, si sono incontrati il segretario per la Difesa Patrick Shanahan, il segretario di Stato Mike Pompeo e il consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca John Bolton. Il motivo, secondo un portavoce del Pentagono, era “discutere le opzioni per un intervento militare in Venezuela”.

Da quanto si legge su Abc, si tratta della prima riunione di alto livello, con la presenza del vertice militare, per parlare chiaramente dei propositi del presidente Donald Trump: far cadere il governo di Nicolás Maduro con l’uso della forza. Bolton sembra essere il principale sostenitore di questa via, dopo tre mesi di (fallite) pressioni economiche, politiche e diplomatiche.

La riunione in Pentagono precede l’incontro di lunedì tra Pompeo e il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov durante il Consiglio dell’Artico in Finlandia.

Un dialogo difficile, forse il più difficile tra tutti. In un’intervista alla Bbc, Andrey Kortunov, direttore generale del Consiglio di Affari Internazionali di Russia, ha dichiarato che “è più facile per Trump fare un accordo con Putin sulla Siria che sul Venezuela”.

Il Venezuela è alleato della Russia in molti settori. Ci sono molti progetti energetici aperti; gli investimenti russi in esplorazione e produzione petrolifera sono di circa 17 milioni di dollari, secondo Kortunov: “Il Venezuela è socio della Russia, acquista molte armi. E direi che sostiene Mosca in gran parte dei temi geopolitici”.

L’analista crede che sulla crisi venezuelana Putin invierà un messaggio a Washington: “Se ti intrometti nel mio giardino, devi aspettarti che io entri in qualche modo nel tuo giardino”.

Kortunov non crede che ci sia possibilità di un accordo tra Russia e Stati Uniti sul Venezuela: “Washington non può promettere a Mosca di non interferire nello spazio post-sovietico. Così come Mosca non può dare garanzie a Washington di lasciare l’America latina. Può esserci però una certa intesa implicita sulle regole di questo scontro. Come è successo con la crisi di missili a Cuba. Entrambi i Paesi sono sensibili a quel che accade in quell’area”.


×

Iscriviti alla newsletter