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Celebriamo la Repubblica ma… Le opinioni di Di Paola, Preziosa e Parisi

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L’ammiraglio Giampaolo Di Paola ci sarà alla tradizionale parata del 2 giugno, pur “rispettando le opinioni e i pareri di chi ha fatto scelte diverse”. Nel frattempo, dal generale Pasquale Preziosa e dall’ex ministro della Difesa Arturo Parisi arriva un invito all’unità e alla compattezza delle istituzioni, dopo il clamore generato nelle ultime ore dalle defezioni di autorevoli generali, critici nei confronti della gestione della politica di difesa da parte del governo, tanto da rifiutare il consueto posto in tribuna d’onore. Una scelta che si è aggiunta alle rimostranze rivolte al Senato dagli esponenti di Fratelli d’Italia al ministro Elisabetta Trenta, per una parata che ruoterà intorno al tema della “inclusione”, ritenuta distante dai tradizionali valori militari. Un’accusa, quest’ultima, rispedita al mittente dalla titolare di palazzo Baracchini già durante il question time a palazzo Madama, evidenziando come le Forze armate siano per loro natura inclusive.

CI SARÀ L’AMMIRAGLIO DI PAOLA

A Roma per la parata ci sarà anche l’ammiraglio Giampaolo Di Paola, già ministro della Difesa e capo di Stato maggiore della Difesa. A Formiche.net ha così spiegato: “Non desidero entrare nelle polemiche e rispetto le opinioni di chiunque. Ci sarò perché ritengo che sia una forma di omaggio alle istituzioni della Repubblica, e perché ci sarà il capo dello Stato che tutti ci rappresenta”. In altre parole, ha detto concludendo, “ritengo omaggiare le istituzioni dello Stato, ma rispetto le opinioni e i pareri di chi ha fatto scelte diverse”.

IL PUNTO DEL GENERALE PREZIOSA

Difatti, ci ha spiegato il generale Pasquale Preziosa, già capo di Stato maggiore dell’Aeronautica, commentando le polemiche emerse da ieri, “c’è sicuramente un certo disagio”. È “un disagio che non riguarda i valori dello Stato, né la celebrazione del 2 giugno in sé e per sé, ma che piuttosto si rivolge a parte del pensiero che guida oggi la celebrazione”. In ogni caso, ha chiosato, “lo Stato prevale sempre”. Poi, “la manifestazione di come farlo prevalere può non essere condivisa da tutti, ma proprio questo è un segno di democrazia e di libertà; soprattutto quando tiene conto anche del pensiero della minoranza, la maggioranza si migliora e non opprime”.

L’IMPORTANZA DI CELEBRARE IL 2 GIUGNO

Ma lei, generale Preziosa, ci sarà a via dei Fori Imperiali? “No; ho chiesto di non inviare l’invito. Vivo in Puglia e a Bari fanno l’alzabandiera; onorerò in questo modo il 2 giugno”. È importante celebrare questa data? “Certo, ed è importante celebrare le Forze armate, il pilastro della sicurezza e delle Difesa di ogni Stato, che per questo meritano sempre il massimo rispetto. Viva le Forze armate. Viva l’Italia repubblicana”.

UN DISAGIO COMPRENSIBILE…

Un prospettiva espressa anche da Arturo Parisi, già ministro della Difesa nel secondo governo Prodi e sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel primo. “Comprendo e condivido lo sconcerto che in questi giorni attraversa l’animo di molti che nel presente e in passato, militari e civili, hanno rivestito ruoli di responsabilità nella Difesa armata della Repubblica”, ha spiegato. Uno sconcerto che, ha aggiunto Parisi, “più che singole scelte o iniziative del governo attuale, riguarda l’ispirazione che appare legarle e le conseguenti contraddizioni nella loro attuazione”. Si tratta, ha notato l’ex ministro della Difesa, di “una ispirazione inadeguata alla natura specifica e alle necessità dello strumento militare, e spesso ostile a quanti ne portano la responsabilità”.

…MA BISOGNA CELEBRARE INSIEME

Eppure, Arturo Parisi ci sarà in via dei Fori imperiali. Nonostante le critiche politiche e le differenze di vedute con l’attuale esecutivo, “parteciperò anche quest’anno alla festa che, come ogni 2 giugno, chiama i cittadini e i loro rappresentanti senza esclusione alcuna a raccogliersi né attorno a una parte politica, né alla maggioranza di governo, o agli esponenti che volta a volta la rappresentano, ma a celebrare assieme alle Forze armate la fondazione della Repubblica e a rendere visibile l’unità della Nazione”.

UN INVITO ALL’UNITÀ

D’altra parte, ha rimarcato Parisi, “i militari, soprattutto quelli che in nome e per conto nostro mettono ogni giorno a rischio la loro vita, hanno il diritto di sentire alle loro spalle un Paese coeso”. È un invito all’unità che va oltre le posizioni politiche: “Noi cittadini e responsabili politici – ha detto – abbiamo il dovere di proteggere questa unità governando le nostre divisioni al di là delle nostre legittime distinzioni”.

IL TEMA DELL’INCLUSIONE

Quanto al tema dell’inclusione, intorno a cui verterà la parata, “mi sembra offensivo anche solo pensare che inclusione sia una parola che possa far problema a qualcuno, e ancor di più sorprendersi che la famiglia della Difesa si faccia carico di quelli che sono rimasti indietro e, soprattutto di quelli ai quali è capitato per causa del servizio”, ha aggiunto a Formiche Parisi, riferendosi anche alle critiche che parte dell’opposizione ha rivolto alla Trenta. “Come questo tema sarà svolto lo vedremo domani – ha aggiunto – ma ben altra cosa è sentir dire che l’intera parata possa ruotare attorno a questo tema, quasi fosse una manifestazione sindacale sulle condizioni di lavoro; non voglio crederci”. La questione pare culturale: “c’è confusione attorno ai fini della Difesa armata della Repubblica, il baricentro e il senso che ci chiama domani, militari e civili, a festeggiare assieme l’anniversario della sua fondazione. Una confusione, me lo faccia dire, onestamente eccessiva, che riguarda l’intero governo: dal riconoscimento delle finalità e delle esigenze specifiche dello strumento militare alla distinzione dei compiti tra i dicasteri”, ha detto Parisi concludendo.



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