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L’aerospazio guida la crescita del Paese. Il segnale di Conte

“Volevo dare un segnale: l’aerospazio è un settore guida per l’Italia”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha spiegato la visita odierna al salone di Le Bourget, alle porte di Parigi, la più importante manifestazione la mondo dedicata al comparto aerospaziale e della Difesa. La prima volta di un premier italiano all’air show francese ha dunque lasciato un segno d’attenzione che mancava, richiesto a gran voce dai rappresentanti del settore rispetto al generale disinteressamento da parte della politica italiana. Il trend era da invertire urgentemente. Il disvelamento del caccia franco-tedesco (e ora anche spagnolo), che ha visto sorridere Emmanuel Macron all’apertura dell’air show, è d’altra parte un campanello d’allarme sulle manovre che sono in atto nel Vecchio continente.

LA VISITA

E così il premier è volato a Parigi, con un programma denso per toccare le tante eccellenze del bel Paese presenti alla rassegna, da Leonardo ad Elettronica (dove è stato accolto dal presidente Enzo Benigni), passando per Ala, Dema e i tanti cluster nazionali presenti con molte Pmi. Accompagnato dal suo consigliere militare, l’ammiraglio Carlo Massagli, Conte è stato accolto al salone dai vertici di Leonardo, Gianni De Gennaro e Alessandro Profumo, dal segretario generale della Difesa Nicòlo Falsaperna e dal presidente dell’Aiad Guido Crosetto. Prima tappa proprio lo stand dell’azienda di piazza Monte Grappa, dove il premier ha partecipato al disvelamento del nuovo drone della famiglia Falco, l’Xplorer. È il più grande mai costruito dall’azienda italiana e destinato ad attività di sorveglianza, con la promessa di capacità (di carico fino a 350 Kg di sensori), durata (24 ore di autonomia) e performance all’avanguardia.

LA PARTITA SPAZIALE

Poi, il presidente del Consiglio si è diretto verso lo stand dell’Agenzia spaziale europea (Esa), sfiorando per poco Emmanuel Macron che, accompagnato dal numero uno del Cnes (l’ente francese per lo spazio) Jean-Yves Le Gall, si era intrattenuto con il direttore Jan Woerner. Più volte, in merito all’Esa, l’Italia ha fatto notare l’eccessivo peso dei francesi, un potenziale problema in vista di un appuntamento centrale come quello in programma il prossimo novembre a Siviglia, quando si riuniranno i ministri competenti dei Paesi membri. Da Conte sono arrivati messaggi di “collaborazione”, considerando (ha spiegato ai cronisti in inglese) che “ho la responsabilità politica generale e la responsabilità del coordinamento dei diversi ministeri coinvolti in questo settore”. Da parte sua, ha assicurato, “l’Italia supporterà le iniziative dell’Esa, convinta che sarà molto produttivo per entrambi incentivare la collaborazione”.

IL FRONTE USA

Parallelamente, l’Italia tiene saldo il rapporto transatlantico. Allo stand dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), guidata dal neo presidente Giorgio Saccoccia, ha avuto un breve saluto con l’amministratore della Nasa Jim Bridenstine. Tra l’altro, nella stesse ore, Matteo Salvini incontrava a Washington il segretario di Stato Mike Pompeo anche per “fare chiarezza su alcuni dossier”, compresi “gli investimenti in tecnologia e difesa”. Un doppio binario che promette bene, soprattutto per la sfida all’orizzonte della Difesa europea, su cui Francia e Germania hanno da tempo mostrato ambizioni che non voglio ammettere altri protagonisti. Tutti gli occhi dei transalpini a Le Bourget erano per il disvelamento del mock-up del caccia europeo del futuro, per cui la francese Dassault e il colosso franco-tedesco Airbus hanno fatto un passo in più verso la realizzazione del primo dimostratore, con un volo previsto entro il 2026. Parallelamente, la Spagna ha formalmente aderito al progetto, con il Regno Unito che invece prosegue sul suo Tempest e l’Italia che resta spettatrice interessata, visto che la partita definirà il futuro assetto dell’aerospazio europeo.

UN COMPARTO GUIDA

Ma di questioni ce ne sono tante, dal supporto istituzionale all’export (magari con una Cabina di Regia a palazzo Chigi) alla conferma degli impegni sull’F-35 (sulla scia delle parole di Salvini da Washington), fino alla preparazione di una strategia-Paese in vista del Fondo europeo per la Difesa da 13 miliardi di euro dal 2021. Eppure, tra riforma della giustizia, rischio procedura di infrazione e nomine dell’Ue, nel punto stampa a Le Bourget lo spazio per le domande relative al comparto della difesa è stato ben poco. Una lacuna in parte colmata dal fatto che la visita di Conte è stata una prima volta assoluta per un presidente del Consiglio italiano al salone parigino. L’obiettivo lo ha spiegato lui stesso: “Sono qui per dimostrare che guardiamo al settore con attenzione”. D’altra parte, ha aggiunto, “è un comparto in cui abbiamo punte di innovazione tecnologica incredibile, e sono i numeri a dimostrarlo”. Per ogni euro investito, ha detto concludendo, “c’è un grande ritorno”, con crescita costante “in termine di occupazione ed export”.



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