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Con Milano-Cortina l’Italia dei congressi corre al Nord (ma non a Roma)

L’assegnazione delle Olimpiadi invernali 2026 al duo Milano-Cortina faranno bene oltre che al comparto delle costruzioni e delle infrastrutture anche al turismo e, in modo particolare, anche a quello congressuale che rappresenta un segmento in crescita nel nostro Paese. Lo scorso anno in Italia sono stati realizzati 421.503 tra congressi ed eventi per complessive 597.224 giornate, segnando rispettivamente +5,8% e più 6,7% rispetto al 2017, in base ai dati presentati da Federcongressi&eventi.

L’ITALIA DEI CONGRESSI

“I grandi eventi aumentano l’appeal e la reputazione della destinazione – spiega a Formiche.net la presidente Alessandra Albarelli – pensiamo, per esempio, a come le Olimpiadi Invernali di Torino 2006 hanno fatto aumentare la disponibilità di location e alberghi del capoluogo piemontese e pensiamo a come Milano ha tratto benefici dall’essere stata la città dell’Expo del 2015 l’area metropolitana ha totalizzato 33.718 meeting ed eventi con 2,27 milioni di partecipanti. Anche le Olimpiadi di Milano-Cortina saranno una grandissima occasione per permettere a tutte le località coinvolte di promuoversi con successo nel mercato internazionale”.

ROMA PERDE COLPI…

Tutto bene, quindi? Non esattamente perché chi ne esce malconcio dalla classifica internazionale sul turismo congressuale è la Capitale che perde ancora posizioni nel rating internazionale. “Purtroppo – ci spiega Pietro Piccinetti, amministratore unico di Fiera di Roma – secondo gli ultimi dati Icca (International Conference Convention Association) il network mondiale degli operatori congressuali, che fa graduatoria delle città, Roma esce dalla top 20, risultando 22esima, il che comporta una perdita economica grave, dal momento che ogni gradino della scala rappresenta milioni di Pil”. Eppure Roma potrebbe avere tutte le potenzialità per essere leader di questo comparto anche perché i dati del turismo nella Capitale ci raccontano come il 2018 si sia chiuso in crescita (+3,35%), con 18,6 milioni di arrivi, di cui il 70% stranieri e con l’aeroporto di Fiumicino che è stato giudicato, per il secondo anno consecutivo, il migliore d’Europa per qualità dei servizi dall’Airport Council International.

“Roma rappresenta in sé un brand fortissimo, con enormi potenzialità che certamente dobbiamo sfruttare di più – prosegue Piccinetti – Sul congressuale dobbiamo crescere molto, i margini sono amplissimi, la candidatura dovrebbe essere però della città intera, in quanto è tutto l’insieme che deve funzionare, a cominciare da infrastrutture, trasporto, decoro”. Molti si ricordano infatti come negli anni scorsi la Capitale avesse ospitato eventi di grande portata come il maxi congresso dei cardiologi nel 2016: 60mila partecipanti, con un indotto per Roma di 160 milioni di euro. All’orizzonte adesso ci sono appuntamenti fondamentali come la Rider Cup 2022, il terzo evento sportivo dopo le Olimpiadi e i Mondiali di Calcio, che nell’ultima edizione ha portato 500mila visitatori e 260 milioni di euro in volume di affari. Senza dimenticare l’Annual Meeting IAPCO che si terrà a Roma nel febbraio del 2021 e il Global Ceo Summit Congress di Ufi, che sarà nella Capitale nel febbraio 2020. Eventi ottenuti grazie al prezioso lavoro del Convention bureau Roma e Lazio.

…MENTRE IL NORD CORRE

D’altra parte quello che emerge dalla ricerca di Federcongressi è che il Nord continua comunque ad essere l’area geografica che attrae maggiormente congressi ed eventi. Dei 421.503 eventi del 2018 infatti, oltre la metà (57,7%), e con un incremento del 7,8% rispetto al 2017, si è svolta nelle regioni settentrionali. Il dato non sorprende perché il Nord è l’area più ricca sia di sedi per eventi (52,6%) sia di aziende, cioè del principale promotore di eventi. Il Centro (con il 25,3% delle sedi) è stato scelto per il 24,6% degli eventi. A dispetto del numero di sedi continua l’ascesa del Sud e delle Isole come destinazioni per eventi, fenomeno attribuibile sia all’efficace attività promozionale svolta dai convention bureau ma anche dagli enti pubblici locali, sia agli investimenti in infrastrutture e servizi. Nel 2018 il Sud e le Isole (con rispettivamente il 13,7% e l’8,4% delle sedi) ha ospitato infatti il 17,7% degli eventi, con una crescita dell’8,3%. “Internazionalizzazione, pianificazione e qualità: sono questi i tre elementi di cui l’Italia ha bisogno per competere e uscire dall’impasse” ha concluso la Presidente di Federcongressi&eventi.

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