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Una Difesa coerente nel tempo, con alleati e industria. Il messaggio del Quirinale al governo

Serve una politica di difesa coerente nel tempo, condivisa con gli alleati e con il comparto industriale, nonché aderente al ruolo dell’Italia nel contesto internazionale. Nessuno sbandamento dunque, il riferimento resta l’asse euro-atlantico, su cui procedere in maniera “convinta ed efficace” e con una pianificazione di lungo periodo sui programmi di investimenti. È il messaggio che arriva al governo dal Quirinale, dove il capo dello Stato Sergio Mattarella ha presieduto la terza riunione del Consiglio supremo di Difesa dell’era dell’esecutivo giallo-verde. Il clima al Colle è apparso diverso rispetto a quello che avvolgeva la difesa nazionale nelle scorse settimane, tra i dubbi sull’avanzamento dei programmi militari e le polemiche relative al 2 giugno e all’avvicendamento al vertice delle Marina. Per superare gli attriti è stata fondamentale l’azione discreta del presidente Mattarella, con puntuali richiami all’ordine rivolti all’esecutivo e alla politica. L’ultimo in ordine di tempo è arrivato dalla nuova riunione al Colle, anche perché i dossier su cui occorre andare avanti sono tanti e complessi, a partire da uno scenario internazionale intricato e in via di surriscaldamento nel nostro vicinato.

L’ORDINE DEL GIORNO

Al Quirinale, insieme al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, sono arrivati i due vice premier, ministri di Interno e Sviluppo economico, Matteo Salvini e Luigi Di Maio, i colleghi di Esteri Enzo Moavero Milanesi, Difesa Elisabetta Trenta ed Economia Giovanni Tria. Come da prassi, c’erano anche anche il generale Enzo Vecciarelli, capo di Stato maggiore della Difesa, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il segretario generale della Presidenza della Repubblica Ugo Zampetti e il segretario del Consiglio Supremo di Difesa Rolando Mosca Moschini. All’ordine del giorno c’era prima di tutto il consueto “aggiornamento sulle principali aree di crisi, sullo stato del terrorismo internazionale e sull’impegno delle Forze armate nei diversi teatri operativi”.

LE MINACCE

“Il terrorismo internazionale – si legge nella nota del Colle – continua a costituire una minaccia preoccupante”. Ne consegue l’invito a “contribuire con decisione alle iniziative della comunità internazionale tese a contrastare le molteplici forme in cui esso si manifesta”. Per quanto riguarda il vicinato, “la Libia resta una priorità per il nostro Paese”, su cui intervenire proseguendo a promuovere “il ripristino del dialogo”. Sull’Afghanistan si conferma la linea dettata dal Consiglio dello scorso febbraio: nessun ritiro unilaterale: “Il nostro Paese continuerà a dare il suo contributo, in pieno accordo con gli alleati e con le Istituzioni locali, per consentire al popolo afghano di proseguire su un percorso di stabilizzazione e sviluppo”.

TRA NATO…

Poi, il Consiglio ha analizzato “le iniziative in corso nella Nato e delle prospettive della Politica di sicurezza e difesa dell’Unione europea”, tra l’altro alla vigilia della trasferta del ministro Trenta a Bruxelles, dove si incontrerà con i colleghi dell’Alleanza Atlantica per la periodica riunione ministeriale. Dal Consiglio supremo di Difesa è arrivata la conferma di quanto ribadito nella riunione di febbraio (nel clima di fermento per la firma del memorandum con la Cina): l’assoluta centralità dell’asse euro-atlantico per la politica di difesa nazionale. Per questo, il Paese deve “lavorare in maniera convinta ed efficace” alle varie iniziative targate Nato e Difesa europea. Per quanto riguarda l’Alleanza Atlantica, la priorità del Paese (esplicitata nuovamente anche nel nuovo Documento programmatico pluriennale 2019-2021 della Difesa) resta convincere gli alleati a guardare di più a sud.

…E DIFESA EUROPEA

Eppure, spinoso il capitolo delle spese per la Difesa, con la necessità di rispettare gli impegni di budget definiti in Galles nel 2014, con la quota del 2% del Pil da spendere in Difesa, obiettivo ancora lontano per il nostro Paese (per questo, nel Dpp 2019-2021 c’è una strategia precisa). Sul fronte europeo, l’attenzione è tutta per i 13 miliardi di euro che Bruxelles metterà in campo per il periodo 2021-2027 nell’ambito del nuovo Fondo europeo di Difesa (Edf). Anche in questo caso, dato che verranno stanziati per lo più nella formula del co-finanziamento, serviranno risorse da investire per poter partecipare agli ambiziosi programmi.

UNA DIFESA COERENTE NEL TEMPO

Non a caso, dal vertice in Quirinale è arrivata la nuova precisazione sulla necessità di certezza programmatica nel campo della Difesa: “I programmi di investimento devono essere caratterizzati da decisioni coerenti nel tempo, ampiamente condivise con i Paesi alleati e con il comparto industriale e aderenti al ruolo dell’Italia nel contesto internazionale”. In altre parole, la politica di difesa (compresa la sua componente aziendale) rientra nella politica estera e si abbina al collocamento del Paese negli scenari globali.

LA MODERNIZZAZIONE DELLE FORZE ARMATE

D’altra parte, il terzo punto all’ordine del giorno erano “implicazioni di carattere strategico-militare; punto di situazione sul processo di riforma e modernizzazione del comparto Difesa, con particolare riferimento ai programmi di investimento e alle iniziative nel settore del personale”. Proprio su questo si era concentrata l’azione di moral suasion del presidente Mattarella nelle scorse settimane, almeno da quando i temi della Difesa erano finiti nel vortice dei botta e risposta tra le due forze di maggioranza durante la campagna elettorale per il voto europeo di maggio. Poi, le polemiche per il 2 giungo e lo scontro tra le forze politiche per la scelta del successore di Valter Girardelli alla guida della Marina militare, infine ricaduta sull’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone.

UN CLIMA DIVERSO

L’azione silenziosa e attenta del capo dello Stato ha però prodotto i suoi frutti, facilitando il vertice al Quirinale che altrimenti sarebbe stato sicuramente più difficile. D’altra parte, i segnali positivi per il comparto non sono mancati, a partire dalla visita di Giuseppe Conte al salone francese di Le Bourget e dall’annuncio dello sblocco da parte del Mise di 7,2 miliardi di euro per i programmi militari. Tra l’altro, dopo il premier e il ministro Trenta, al salone parigino sono arrivati tanti parlamentari, a testimonianza di una ritrovata visibilità che trova conferma anche nelle notizie più recenti notizie da Montecitorio, con il lancio del nuovo Intergruppo parlamentare per l’aerospazio.

SPIRITO INTERFORZE

Sul tema della razionalizzazione il Consiglio ha dunque “approfondito lo stato del processo di ammodernamento del comparto Difesa e ha condiviso gli sforzi in atto volti alla costante valorizzazione del personale”. Al contempo, aggiunge la nota del Colle, si è evidenziata “la necessità di procedere con una visione strategica a forte connotazione interforze, che consenta di razionalizzare le strutture, evitare le duplicazioni, qualificando così le risorse disponibili”.

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