“Non poteva non esserci, ringraziamo il presidente Giuseppe Conte di aver portato un contributo fondamentale per la crescita dei nostri rapporti economici con il Vietnam: il made in Italy può davvero giocare un ruolo di leadership per la crescita di questo Paese che è un hub strategico per penetrare nell’intero sud est asiatico”. A parlare è Roberto Luongo, direttore generale dell’Ice, la nostra agenzia per il commercio estero, che ha organizzato insieme al ministero degli Affari Esteri, dello Sviluppo Economico e alla Confindustria la missione del presidente del Consiglio ad Hanoi. “Al di là del momento politico nazionale – aggiunge in quest’intervista a Formiche.net – questa missione può far crescere non solo il nostro interscambio commerciale, oggi di 4 miliardi di euro, ma aprire le porte ad investimenti in settori fondamentali come quello delle ferrovie e delle infrastrutture ma anche tutto ciò che riguarda il tessile, il comparto conciario e l’agroindustria dove abbiamo aziende che hanno un know how che ci viene riconosciuto dalla controparte vietnamita”.
Il presidente Conte ha detto che si può fare molto di più, si punta almeno a raddoppiare l’interscambio nel prossimo triennio. È possibile?
È un obiettivo raggiungile. Questo perché il lavoro delle nostre aziende è molto apprezzato e ci sono enormi possibilità di sviluppo per le nostre imprese. Abbiamo, ad esempio, presentato degli studi di fattibilità per il comparto ferroviario e sono sicuro che potrebbero esserci delle commesse interessanti per l’intero sistema italiano.
Quali sono i settori dove possiamo avere maggiori chance?
Certamente il comparto dei macchinari, iniziando da quelli dell’alta tecnologia agroalimentare, tutta la catena del freddo, della trasformazione dell’ortofrutta e delle carni. Ma non solo, anche la lavorazione dei marmi, i macchinari per il tessile e l’impiantistica per l’abbigliamento. Una delle sessioni del nostro forum è dedicata alla robotica per l’automotive e il sistema sanitario dove abbiamo davvero delle eccellenze mondiali.
A livello d’investimenti come siamo messi?
Voglio ricordare che il Vietnam è un grande mercato che conta 90 milioni di consumatori, con un tasso di crescita medio del 5% e un Pil complessivo di 2.700 miliardi di dollari, che fanno di questo Paese la quinta potenza mondiale a livello aggregato. Il dinamismo economico del Vietnam lo ha già reso il primo partner commerciale della penisola nel Sud-est asiatico. Per questo al nostro appello hanno risposto oltre 400 aziende, da realtà importanti come Piaggio, Bonfiglioli, Mapei, Marposs e Perfetti ma anche e soprattutto dalle nostre piccole e medie imprese che vogliono penetrare con più forza nel tessuto produttivo vietnamita. In particolare, sugli investimenti l’Italia è al 31 posto con un valore cumulato di 384 milioni di dollari nel 2018 e questa missione sono certo che incrementerà la nostra quota.
C’è anche il problema del riso a dazio zero che è frutto dell’accordo bilaterale con l’Unione Europea e che ha fatto storcere il naso a molte associazioni, a partire da Coldiretti…
La politica commerciale decisa da Bruxelles deve puntare a tutelare le nostre indicazioni geografiche, proteggendo e valorizzando i nostri prodotti. Qualcosa si è già fatto con altri accordi con altri paesi asiatici, ma è chiaro che dobbiamo insistere anche perché ci sono degli standard ambientali, lavorativi e sociali che in Italia vengono rispettati e che fanno dei nostri prodotti un’eccellenza da difendere. Per questo bisogna lavorare di più come Paese con la Commissione Europea.
Insomma il Vietnam può essere un hub strategico per il Made in Italy?
Certamente, questo è il messaggio più importante. Domani, ad esempio, si svolgerà il terzo Dialogo economico di alto livello Italia-Asean che traccerà una prospettiva dello scenario macroeconomico nell’area del Sud-est asiatico che si concentra poi su settori come le infrastrutture intelligenti, la logistica, la connettività, la digitalizzazione, la sicurezza informatica e le tecnologie per la sostenibilità. Altri comparti oggetto del dialogo tra Italia e paesi Asean sono la manifattura avanzata, l’automazione, il design e la business innovation: i partecipanti all’evento discuteranno di accordi finanziari e commerciali.
Perché i paesi Asean sono così importanti per l’industria italiana?
Perché collettivamente rappresentano la quinta economia del globo, e secondo le attuali proiezioni economiche diventeranno la quarta entro il 2030. Il forum che si terrà domani ad Hanoi coincide con i negoziati per il commercio e la tutela degli investimenti in corso tra l’Unione europea e diversi paesi dell’Asean, inclusi quelli con Vietnam e Singapore, attualmente in dirittura d’arrivo.