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L’India si sfila, il Venezuela non sa più a chi vendere il petrolio

Il Venezuela è un Paese ricco, in teoria. Conta sulle riserve di petrolio più grandi del mondo (più dell’Arabia Saudita), ma ora trova grandi difficoltà per venderle.

Da quando gli Stati Uniti hanno deciso di sanzionare il regime di Nicolás Maduro, il numero di acquirenti del Venezuela si è ridotto drasticamente. Le importazioni a livello internazionale sono praticamente paralizzate e, come conseguenza, la produzione di greggio venezuelano è crollata. Secondo l’Agenzia di Informazione di Energia degli Stati Uniti, la produzione dell’industria petrolifera venezuelana è caduta di circa 400mila barili al giorno.

Gli Usa erano il principale compratore del petrolio venezuelano. Hari Seshasayee, analista del Wilson Center, ha spiegato la situazione del Paese sudamericano in un’intervista all’emittente Bbc: “Prima delle sanzioni, tra il 40% e il 50% del petrolio venezuelano era destinato agli Stati Uniti, e il resto principalmente all’India e alla Cina, che importavano poco più del 20% ognuno”.

L’INDIA, UN VECCHIO CLIENTE 

L’accordo energetico tra il Venezuela e l’India era stato siglato nel 2005, quando il presidente Hugo Chávez decise di creare la cooperazione per l’esplorazione ed esportazione petrolifera.

Il Venezuela esporta all’India attualmente una media di 250mila barili di petrolio al giorno, il che rappresenta il 35% delle esportazioni attuali. Secondo i dati dell’ambasciata dell’India a Caracas, le esportazioni tra il 2013 e il 2014 hanno contribuito alle finanze del governo di Maduro con circa 14 miliardi di dollari.

Ora però è tutto cambiato. L’ambasciatore dell’India a Washington, Harsh Vardhan Shringla, ha dichiarato in una conferenza stampa che l’India ha fermato l’acquisto di petrolio venezuelano. Il rappresentante diplomatico ha spiegato che il suo governo vuole cambiare le politiche commerciali verso gli Usa e la Russia, incluso il grande bilancio per la difesa.

IL PESSIMISMO DEGLI ANALISTI

La fine dell’acquisto del petrolio del Venezuela da parte dell’India avrà un impatto enorme, secondo Seshasayee: “Dopo le sanzioni americane, l’India è diventato il primo acquirente del greggio venezuelano”. Le vendite sono una fonte di reddito diretto per il regime di Maduro, già che la vendita del petrolio alla Cina fanno parte invece della restituzione del debito con Pechino.

Sergi Lanau, economista dell’Institute of International Finance con sede a Washington, sostiene che “le sanzioni e i suoi effetti indiretti certamente hanno già un impatto”.

Matt Smith, direttore di ricerca di ClipperData, appunta che la sospensione produrrà effetti immediati e significativi perché il Venezuela non saprà più a chi vendere il petrolio: “L’economia venezuelana è già in caduta libera, per cui la perdita dell’India come destino del greggio solamente aumenterà l’agonia”.

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