Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
———————–
“Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile”.
La frase di San Francesco d’Assisi fa parte del dna di Marco Barbieri (43 anni, sposato con Lucia, quattro figli), segretario generale di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.
Marco Barbieri è laureato in Giurisprudenza (indirizzo internazionale) all’Università Cattolica di Milano con un Master di specializzazione in diritto del lavoro conseguito all’Ipsoa. È giornalista pubblicista. La sua attività sindacale ha preso avvio a Lodi: dal 2003 al 2008 Barbieri è stato segretario generale di Confcommercio Lodi per poi giungere, chiamato dal presidente Carlo Sangalli, in Confcommercio Milano nella sede di corso Venezia: dapprima come responsabile dell’Area rete associativa e coordinatore delle associazioni di categoria; successivamente come direttore delle Relazioni istituzionali.
D.Chi è un innovatore per te? Perché?
L’innovatore è un visionario di cose nuove che poi realizza. Innovatore è chi ha il coraggio e l’intelligenza di inventare un’attività imprenditoriale anticipando le esigenze del mercato. Ma innovatore è anche chi fa impresa quotidiana. Che vuol dire, concretamente, innovarsi giorno per giorno.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
Credo l’intelligenza artificiale e la realtà virtuale raccordate al potenziamento esponenziale dei computer. Uno scenario affascinante, ma che fa anche paura se non governato bene.
D.Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
Indicare una visione realizzabile e realizzarla. Coltivare l’esempio e lo spirito di squadra. Ascoltare con vera attenzione le persone e cercare, quella che il mio presidente Sangalli chiama “la fatica del consenso e delle alleanze”.
D.Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
Mia moglie e i miei figli.
D.La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
La mia più grande paura è quella di essere inadeguato. La mia più grande speranza è cercare sempre di risolvere un problema.
D.Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
Confcommercio Milano è una realtà complessa e i progetti in corso sono tanti. Credo molto in quello sulle periferie che, insieme al Comune, ho l’obiettivo ambizioso di migliorare.
Quello futuro è impegnare l’organizzazione nelle varie sfide: digitalizzazione, globalizzazione, imprenditoria straniera, sviluppo dei vari settori imprenditoriali nel contesto di una Milano sempre più Città Mondo.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare.
Mi emoziono quando contribuisco a risolvere il problema di un’impresa o di un settore. Quando arriva un grazie, inaspettato, per un ostacolo superato.
Mi arrabbio con me stesso quando non riesco a trasmettere la passione e l’impegno per gli obiettivi da raggiungere.