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Maturità, buona la (nuova) prima. Un passo verso il futuro

Che si debba sempre parlare di un nuovo esame di maturità è sicuramente un’anomalia tutta italiana, come lo fu l’esame sperimentale… durato una trentina d’anni. Detto questo, nella speranza di non dover commentare ulteriori cambiamenti nel giro di 24 mesi, la Maturità 2019 sembra convincere. Parliamo al termine della seconda, temutissima prova, con gli scritti multi materia, ma prima di poterne fare un esame approfondito.

L’ACCOPPIATA GRECO-LATINO

Al classico, nonostante tutto ancora punto di riferimento in sede di commento, l’accoppiata greco-latino teoricamente è da panico. In realtà, ricordato come si torni indietro nel tempo, a quando le versioni previste erano in entrambe le lingue, è persino banale sottolineare che un paio di passaggi non troppo complessi siano immensamente preferibili ad un’unica versione impossibile. Il testo di greco affrontato dal sottoscritto, nel 1987, è a tutt’oggi rimasto sostanzialmente un mistero.

LA MADRE DI TUTTE LE PROVE

A parte le valutazioni sul secondo scritto, molto più tecniche da indirizzo a indirizzo, colpisce positivamente l’approccio alla madre di tutte le prove: il tema d’italiano. Sarà per deformazione professionale, sono fra coloro che ritengono decisivo e discriminante saper scrivere. Quale che sia la nostra occupazione presente e futura. Del resto, nulla più dello scrivere può illustrare di una persona il carattere, ben prima della cultura. Da questo punto di vista, le tracce proposte sono apparse un encomiabile sforzo, verso un esame via via meno arcaico. Dal richiamo alla dolorosa storia dell’antimafia, al bel tema sul valore della conoscenza, passando per una figura meravigliosa e certamente poco approfondita a scuola come quella di Gino Bartali, fino allo stesso Ungaretti, i ragazzi non si sono trovati davanti a dei temi facili, ma stimolanti. Il che è immensamente più importante.

SEGNALI DI EVOLUZIONE

In una scuola italiana spesso sclerotizzata, aggrappata ostinatamente al XX secolo, qualsiasi segnale di evoluzione va salutato con gioia. Nulla di rivoluzionario e non siamo autorizzati a gridare al miracolo, ma le indicazioni positive vanno colte ed esaltate. La strada è questa: modernizzare, rendere contemporanea l’esperienza dell’apprendimento, ma anche sfidante. Ai nostri ragazzi va detto, senza paura e con decisione, che il loro futuro passa anche dalla selezione. Un esame facile è inutile quanto un esame astruso. Un esame complesso, invece, ma alla portata della preparazione degli studenti, è un affare per tutti. Di più: ci serve una prova capace di esaltare i più curiosi e, perché no, i più bravi.

UNA REALTÀ COMPLESSA

L’ultima cosa che possiamo permetterci, nel mondo di oggi, è l’appiattimento. La nostra realtà è ricchissima di opportunità, sempre più complesse da governare. Il modo più rapido per fregare i nostri figli sarebbe non fornire loro gli strumenti necessari a coglierle. Anche facendoli faticare un po’. Non sarà popolare dirlo, ma il mestiere di adulti e genitori ce lo impone. L’alternativa è l’eterna adolescenza.

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