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Pericolose sintonie e conti in rosso tra Nicolás Maduro e Huawei

Continuano le rivelazioni che riguardano l’impresa cinese Huawei. Il sottosegretario di Stato per gli Affari dell’Emisfero Occidentale degli Stati Uniti, Kimberly Breier, ha avvertito che il recente accordo tra il regime di Nicolás Maduro e Huawei potrebbe facilitare la repressione in Venezuela: “Sebbene Maduro sostenga che sta investendo nella tecnologia 4G con Huawei per migliorare le telecomunicazioni di tutti, l’accordo facilita il controllo e la repressione”.

IL PIANO DI MADURO

Maduro infatti ha annunciato che il Paese (nonostante la grave crisi economica e umanitaria) avrebbe investito in Huawei e in altre compagnie cinesi per aumentare le capacità di telecomunicazioni dei venezuelani.

“Ho ordinato fare un investimento immediato ai fratelli cinesi e in tecnologia di Cina – ha dichiarato Maduro durante la Fiera di Innovazione, Scienza e Tecnologia della Forza Armata Nazionale Bolivariana -. La tecnologia di Huawei, di Zte e di tutte le imprese cinesi e di tutte le imprese russe saranno a nostra disposizione, per aumentare le capacità di telecomunicazioni e rendere valido in Venezuela il sistema 4G a livello nazionale”.

SOMMERSI DAI DEBITI

Tuttavia, secondo l’analista ed esperto di tecnologia e informatica Fran Monroy Moret, sarà difficile portare avanti i piani di spionaggio e intelligence, almeno nel modo in cui spera Maduro. Il motivo: il regime venezuelano ha un debito di circa 500 milioni di dollari con Huawei e al momento non c’è modo di pagarlo.

L’investimento di cui parla Maduro è di circa 300 milioni di dollari. Monroy Moret, membro della direzione di Internet Society Venezuela, ha spiegato la situazione in un’intervista al sito PanAm Post: “Non è impossibile, tecnicamente è fattibile, il software esiste e la possibilità di spionaggio anche, ma che Huawei lo faccia è poco probabile. L’impresa non ha intenzioni di vendere allo Stato venezuelano finché non recupera il denaro che gli è dovuto, secondo quanto mi hanno informato le mie fonti”.

“Sì esiste la possibilità che Huawei presti servizi per aumentare il controllo dei venezuelani, come avvertono gli Stati Uniti, – ha aggiunto l’esperto -, ma il problema è che il Venezuela deve così tanto denaro a Zte e Huawei, da tanto tempo, che non penso ci sarà un nuovo progetto”.

LA TESSERA ELETTRONICA

Il primo contratto del regime venezuelano con un’impresa cinese è stato siglato con Zte, che ha fornito il sistema elettronico per la creazione di una tessera nazionale di identificazione in Venezuela. Secondo alcune indagini dei media locali, questo sistema si collega ad una base di dati che il governo usa per controllare e reprimere i cittadini.

Un’inchiesta dell’agenzia Reuters a novembre del 2018 svelò che l’impresa cinese aiutò il regime di Maduro a costruire un meccanismo di controllo sociale attraverso la tessera elettronica Carnet de la Patria, che inizialmente faceva parte del programma di sussidio di alimenti e acquisti di beni di prima necessità.

Il progetto, qualificato come “uno sforzo a favore della sicurezza nazionale”, secondo il governo di Maduro, ha richiesto un investimento di 70 milioni di dollari, che però ancora non è stato pagato.

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