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Vi spiego perché la Campania con le Universiadi ha vinto la sfida con l’Europa. Parla Prete

Di Silvia Davite

Qualche tempo fa abbiamo intervistato, per il numero Zero della rubrica Città-Imprese, il presidente della Camera di Commercio francese Denis Delespaul.
Egli ci ha raccontato di una sua recente visita in Campania nel corso della quale è rimasto impressionato particolarmente dalla creatività ed energia riscontrate tra gli imprenditori campani, nonché dalla loro capacità di fare rete e costruire progetti di sviluppo in cooperazione.
Ha anche aggiunto, però, che le imprese francesi gli sembrano ancora più efficaci nel comunicare, nel raccontare le proprie eccellenze. Così valorizzano i risultati ottenuti, grazie anche ad uno stile di narrazione nazional-popolare, che implementa i punti di forza di un popolo e del suo sistema Paese.

In ragione di ciò, all’alba delle Universiadi che rappresentano un’importante vetrina, anche economica e commerciale, per l’Italia intera, abbiamo pensato di concentrare il nostro approfondimento proprio sulla Campania che, con le Universiadi, “ha vinto la sfida con l’Europa” per citare un recente apprezzamento del sottosegretario Giorgetti.

Così siamo andati a trovare un altro presidente di Camera di Commercio, Andrea Prete, di Salerno. Con lui e con il Sindaco della città, Enzo Napoli, abbiamo provato a dare un nostro contributo per rispondere alla sollecitazione di Denis Delespaul.

Presidente Prete, ha letto la nostra intervista nel corso della quale il suo collega francese Denis Despaul, sostiene che gli imprenditori italiani sono “più puri” di quelli francesi, nel senso che hanno meno paura, accettano il rischio dell’impresa e non si fermano di fronte alle difficoltà che inevitabilmente si incontrano. Questo accade anche al sud, dice. Anzi il Presidente Delespaul aggiunge di essere rimasto colpito proprio dal dinamismo delle imprese campane…

Ho letto e mi fa molto piacere. Il presidente della Camera di Commercio francese dimostra di essere un acuto osservatore della realtà, delle sue dinamiche e delle interazioni feconde che spesso riusciamo a realizzare tra imprese.

La relazione con la Francia, del resto, è antica, viene da lontano: basti ricordare che oggi la Francia accoglie il 10,5% dell’export italiano e costituisce la seconda nostra destinazione commerciale, a ridosso della Germania.

Sarò ben lieto di ospitare il presidente della Chambre qui a Salerno per una rinnovata visita che ci permetta di tradurre la relazione di reciproca stima in partnership fattive e di approfondire il confronto sugli spunti che egli ci ha fornito per continuare a migliorarci.

Comunque non dimentichiamoci che la Campania ha una vocazione internazionale profondamente radicata per vocazione e per vicende storiche vissute

Approfondiamo questo concetto…

Basta pensare ai flussi migratori. I campani nel mondo, come I veneti e I siciliani, sono ovunque. Sono radicati nei Paesi dove hanno dovuto emigrare e là hanno costruito reti di impresa, centri culturali; hanno guadagnato posizioni manageriali di primo livello persino nelle principali multinazionali a dimensione globale.

Pensi all’autorevolezza di cui gode la Niaf, la Fondazione promossa dalla comunità italiana in America.
E se guardiamo a quello che gli imprenditori campani sono stati capaci di realizzare qui in Campania, è sufficiente citare, ad esempio il food e tutta la filiera alimentare.
In generale poi proprio lo stile di vita locale, attrae turismo e genera cultura. Non dimentichiamo inoltre il settore dell’aereospaziale e certamente quello dell’automotive.

Lo stesso settore della sanità che è oggetto di critiche spesso immotivate e preconcette, vede in realtà medici, dentisti e primari le cui straordinarie capacità sono riconosciute a livello internazionale.

E non si possono trascurare le numerose imprese innovative quanto a digitalizzazione dei servizi in campo sanitario e le fondazioni di eccellenza come Ebris frutto di una partnership con Harvard. Come non citare poi, a conclusione di questa sommaria rassegna i settori calzaturiero e della moda?

Le multinazionali dei grandi brand si affidano ad imprese campane per realizzare molti capi e modelli delle loro collezioni: la qualità sartoriale e di lavorazione delle pelli, come le abilità artigiane dei campani sono apprezzate ovunque, segno di un’eccellenza concreta, operativa e in continuo consolidamento.

E le Universiadi, come si inseriscono in questo discorso?

Le Universiadi possono essere un’occasione di promozione di immagine importantissima, per tornare alla sollecitazione del presidente Delespaul. Con le dovute proporzioni rispetto ad Expo, questo evento può rappresentare un punto di svolta per la Campania. Ma prima di continuare, mi lasci dare merito al presidente De Luca.

Prego…

Già da sindaco di Salerno il presidente De Luca ha saputo costruire una relazione positiva con il nord dell’Italia, anche oltre i confini politici della maggioranza che lo sostiene. È nota la stima reciproca instauratasi prima tra lui e il presidente della Lombardia Maroni, e il suo successore Fontana in seguito.

Il presidente De Luca a suo tempo ha saputo inoltre instaurare una relazione virtuosa con l’allora Commissario di Expo, il manager Giuseppe Sala, grazie anche alla collaborazione di molte altre personalità.
Il risultato di questa interazione tra Expo e la Campania ha prodotto immensi benefici ad esempio sul turismo, ma più in generale ha determinato ricadute positive per tutto il Mezzogiorno.
Il manager che sarebbe poi divenuto Sindaco di Milano ha dimostrato già allora di saper interpretare pienamente la funzione nazionale della città: senza supponenze, l’attuale amministrazione di Milano oggi è attenta al mezzogiorno e ne sostiene il riscatto.

È indubbio poi che l’azione coraggiosa della Regione Campania di questi ultimi anni ha saputo riscattare l’immagine amministrativa di una terra molto amata in tutto il mondo.

Dobbiamo dircelo, le imprese di successo si fondano su accordi di mediazione frutto di relazioni paritarie: basti pensare alla vittoria di Milano-Cortina che ci inorgoglisce tutti.

Quello che dice si è plasticamente materializzato in diverse occasioni, l’assemblea generale di Intesa San Paolo a Milano, lo sviluppo dei progetti di Deloitte, del Politecnico di Milano e gli investimenti di Alessandro Profumo, manager internazionale esponente di spicco dell’animo ambrosiano… l’inaugurazione dello Spazio Campania nella metropoli lombarda.

Sì è così. Lei ha citato giustamente l’assemblea di Intesa San Paolo, anche a me colpì molto: l’applauso spontaneo dei milanesi davanti al racconto del Presidente di Confindustria Boccia è stato significativo.

Milano ha compreso perfettamente le sue parole sulle difficoltà che noi imprenditori campani affrontiamo ogni giorno per continuare a produrre e ha compartecipato emotivamente all’orgoglio col quale egli ha affermato che nonostante tutto noi restiamo qui e qui desideriamo crescere, anche quando, per molti di noi, sarebbe più facile trasferirsi al nord.

Il Mezzogiorno è il primo mercato del nord Italia, mettere in ginocchio il sud significherebbe arrecare grave danno al nord e all’Italia intera. Altro che nazionalisti…

Presidente, ma se lei dovesse indicare 3 caratteristiche che raccontano la modernizzazione della società campana…

Tre sono poche (ride). Sono presidente della Camera di Commercio di Salerno, dunque mi concentro sulla provincia di mia competenza. Altri colleghi però le potrebbero dare una fotografia simile anche per le altre province…

L’efficienza della macchina amministrativa regionale e dei comuni grazie anche al piano lavoro per la pubblica amministrazione con cui immettere competenze e visioni all’avanguardia.

L’affermazione crescente di un gruppo numeroso di giovani imprenditori che hanno seguito le orme di successo di Boccia. La concessione definitiva dell’aeroporto di Salerno Pontecagnano nell’unità di gestione con Napoli.

E ancora la qualità dei saperi che riusciamo a produrre attorno al programma culturale che Salerno offre lungo tutto l’anno, dal Palazzo dell’Innovazione inaugurato appena un anno fa, al dipartimento di informatica e tecnologia dell’Università di Salerno che in poco tempo ha scalato le vette nazionali e ora si appresta a proporsi come polo dell’innovazione in Europa, alle manifestazioni culturali che lungo tutto l’anno si svolgono in città: una per tutte il Premio Salerno Libro d’Europa, per esempio, dedicato ai giovani scrittori talentuosi.

Va tutto per il meglio allora…

Guardi da imprenditore le rispondo di sì, un imprenditore è ottimista per natura; da cittadino, invece, sono preoccupato e da uomo del sud sono “lambiccato”.

Che intende dire?

Le ho parlato delle eccellenze campane, però, non sarei onesto se non le dicessi che tutto questo avviene in una realtà che si sviluppa a macchia di leopardo.

Non c’è sostegno a fare sistema intende?

Sì. È proprio così.

E cosa manca perché questo accada?

La cultura della questione industriale. Nel nostro Paese da anni si è abdicato a questa che è la principale delle questioni nazionali. Guardi l’insediamento giapponese a Napoli, o le diverse aziende della logistica e trasporti che da Roma hanno spostato la propria sede a Pontecagnano, o ancora i Consorzi che si sviluppano quaggiù.
Poi però si lasciano andare via aziende come la Treofan o la Whirlpool; si colpevolizzano a priori operatori come quelli che intendono rilanciare le Fonderie Pisano in chiave di sostenibilità ambientale.

Chi non fa quel che deve?

È una questione che si trascina da decenni, certamente ha radici anche storiche. Il gioco delle colpe non mi appassiona, cerchiamo di essere pratici, il governo potrebbe fare 3 cose: contribuire a creare un clima di fiducia attorno alle imprese, avviare una sburocratizzazione intelligente, agevolare l’allocazione al sud di almeno il 30% degli investimenti privati che si sviluppano nel Paese.

Queste considerazioni sono emerse già dalla discussione in Commissione Federalismo Fiscale, nella passata legislatura, e il darle corso ed esecuzione è quel che serve se si vuole realmente colmare i divari tra le diverse aree del Paese.

Il governo tutto insieme deve comprendere che occorre una strategia armonica, coerente e forte per spingere la crescita e far ripartire l’industria in Italia, altrimenti gli italiani prima di quel che immaginano, trarranno le conseguenze.

Che cosa manca all’opposizione per essere alternativa di governo?

La capacità di rendersi visibile su proposte concrete che affrontino i nodi dello sviluppo e del lavoro. Il contributo su questi temi di un gruppo persone che hanno appeal evidente…

Concludiamo, un ultima domanda a risposta secca. Che cosa si aspetta per il futuro della Campania?

Subito dopo le Universiadi dobbiamo costruire una forte campagna di comunicazione strategica per far conoscere il tanto di buono che stiamo realizzando.
Lo Spazio Campania inaugurato a Milano è il primo tassello, ma per sfatare luoghi comuni serve un gioco di squadra che punti sull’internazionalizzazione.



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