C’era una volta il M5S, un movimento che aveva raccolto la rabbia e la delusione di milioni di italiane ed italiani, al grido “onestà, onestà” e fatto promesse di rivoluzione all’insegna della giustizia e della legalità.
C’era una volta il M5S, la speranza che milioni di italiane ed italiani aspettavano, dopo decenni di malapolitica. Quella delle nipoti di Mubarak e dei festini privati, della politica fatta per difendere le aziende di famiglia e che aveva ridotto il Parlamento a una corte di pagliacci e opportunisti. Dei tagli indiscriminati allo stato sociale e della sconfitta della legalità sull’altare di un consenso facile.
C’era una volta un movimento che voleva cambiare l’Italia e magari il mondo, con belle idee, coraggio e tanto entusiasmo. Era indubbiamente così. C’era una volta… Ora dove è finito? In campagna elettorale avevano parlato di reddito di cittadinanza e di pensioni, idee condivisibili anche a sinistra. Abbiamo però detto che erano la risposta sbagliata a un bisogno reale e vero. Avevano parlato di legalità, della lotta senza tregua a corruzione e mafie, eppure, hanno avallato scelte terribili, che ci hanno fatto fare un salto indietro proprio sulla lotta per la legalità.
Hanno parlato di ambiente e di giovani, e li hanno traditi entrambi. Con politiche sbagliate o inesistenti. Hanno menomanto la rappresentanza, volendo intervenire con una riduzione indiscriminata del numero di eletti a discapito, appunto, della rappresentanza. Specie per le italiane e gli italiani all’estero. Hanno sacrificato ogni buona idea sull’altare dell’opportunità politica. Ossia, per ciò che hanno combattuto fin dalla loro nascita.
Non è certo la purezza che ci aspettavamo. No. Perché in politica si devono fare compromessi. Quando si governa in un sistema multipartitico è così: non c’è purezza. Bisogna accordarsi, rinunciare a qualche cosa, per qualcosa di altro. Ma dove è il limite? Il M5S questo limite non lo ha tracciato e si è svenduto, anzi, sacrificato in toto, all’ideologia leghista di Matteo Salvini.
Un capolavoro politico di Luigi di Maio. Leader del M5S. Dopo la scelta di Beppe Grillo di scivolare in un via via più definitivo silenzio. I bravi ragazzi hanno fatto solo casini. Potevano cambiare le cose, già nel 2013, quando Bersani offrì loro la possibilità di cambiare il paese, insieme. E quella sì che era l’opportunità vera da cogliere. Da allora, solo propaganda di bassa lega e populismo spicciolo.
Hanno combattuto contro il finanziamento pubblico ai partiti: un errore capitale del M5S – ma comprensibile per la loro retorica puristica anti-casta – e del PD, che lo seguì su questo terreno. Senza le risorse i partiti sono vittime del bisogno: non vengono selezionati i migliori, ma chi può permettersi una campagna elettorale di diverse migliai di euro, e dunque, hanno rafforzato la casta che volevano combattere. Anzi, il M5S, oggi, è la nuova casta. Quella che ha sacrificato ideali e valori per tenersi qualche poltrona e non perdere il potere ottenuto.
Hanno chiuso gli occhi su tante malefatte della Lega e di Salvini: 49 milioni di euro sfumati. C’è una sentenza, che viene però ignorata. Gli intrecci politici dei finanziamenti dei Russi? Ignorata. Anzi, hanno deciso di seguire la retorica anti-immigrati della Lega, di alimentare una politica d’odio, bugie e rancore. Hanno usato una faccenda delicata, di gravità inaudita, come il caso di Bibbiano, senza il minimo rispetto per i bambini e le famiglie coinvolte. Hanno usato tutto questo contro il PD. L’unico partito che rappresenta, oggi, l’alternativa alla destra di Salvini e Meloni. Che al prossimo giro possono avere da soli il governo del Paese.
Ma era questo il M5S di governo per il cambiamento? Nessun risultato. Anzi. Hanno fatto l’opposto di tutto ciò che avevano promesso. Come un Berlusconi qualsiasi. Ed oggi, davanti alla dura realtà, il Premier Conte annuncia il Sì alla TAV. Un gesto pragmatico e giusto, anche se sulla TAV ho per primo avuto tanti dubbi. Ma con questo ultimo atto, cade un altro macigno sulle spalle di un Movimento che non rappresenta più nulla, nemmeno se stesso, che è semplicemente un guscio vuoto. Un appoggio numerico in Parlamento per Salvini e il suo governo. Sì, perché questo è il governo di Salvini. Reso possibile dalla colpevole complicità del M5S e di un leader incapace, inadeguato, dannoso come Di Maio.
L’Italia meritava di meglio caro M5S. Avete perso l’appuntamento con la storia per la rivoluzione che professavate. Ora, di voi non resta che un opaco ricordo di ciò che eravate o dicevate di essere.
C’era una volta il M5S, un movimento che voleva cambiare il mondo, ma finì per ammazzare se stesso.