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Chiara Appendino, quando la politica si traduce in fatti

Cosa succede quando l’ideologia diventa azione? È quello che si chiedono i politici, il cui mestiere consiste nel tradurre i princìpi in fatti e i fatti in princìpi. È il passaggio forse più nobile e più difficile dell’arte del governo, perché pone gli amministratori di fronte alle scelte. Ne abbiamo parlato con Chiara Appendino, primo cittadino di Torino, per la serie di interviste con i sindaci della testata di Telos A&S PRIMOPIANOSCALAc. Leggi qui.

“L’amministrazione di una città è cosa altra dalla politica, che la interseca solo in parte. Mi spiego meglio. Fermo restando che qualsiasi scelta è politica, e che un programma di governo cittadino si incardina su basi politiche, la traduzione di quella politica in scelte concrete è poi l’atto dell’amministrare. […] Un sindaco non può – mi conceda il termine – permettersi il lusso di argomentare su ideologie, su temi del dibattito nazionale o su prospettive troppo ampie. I cittadini chiedono al sindaco di riparare le buche, di tagliare l’erba, di far passare i tram” afferma Chiara Appendino nella sua intervista.

Qualsiasi scelta ha una natura politica ma, allo stesso tempo, un sindaco deve guardarsi bene dal farsi distrarre dalla politica, perché le buche non sono né di destra né di sinistra. Sono maledette buche e basta, e vanno riempite per evitare che qualcuno ci finisca dentro. Il discorso è diverso, però, quando si parla della visione della città. Lo sa bene Chiara Appendino che ha recentemente chiesto le dimissioni del suo vicesindaco Guido Montanari, a causa delle sue dichiarazioni sul Salone dell’auto: “Fosse stato per me, il Salone al Valentino non ci sarebbe mai stato. Anzi, nell’ultima edizione ho sperato che arrivasse la grandine e se lo portasse via. Sono stato io a mandare i vigili per multare gli organizzatori”.

Un rappresentante della filosofia del “meglio lasciar perdere”. I “nemici della contentezza” li ha definiti Luigi Di Maio che ha preso le difese della sindaca. Una prova del fatto che la politica è fatta di buche da riempire oggi, ma anche di una visione di cosa vuole essere una città domani. Nonostante la grandine.


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