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Le piazze italiane

E riscopriremo le piazze, e i nostri figli a giocare come noi nei cortili di fronte le chiese. E non ci chiuderemo nelle case. Con le telecamere di videosorveglianza. Con più schermi che palloni. Più corsi doposcuola che amici. Con la paura per l’estraneo, ma spesso il mostro dentro casa. E ascolteremo un prete e la sua omelia, col costume addosso dopo un pomeriggio al mare, sono le 20:00 di sera e c’è una cena da consumare. Famiglie difficili da digerire. Due bambini ed un pallone. Adulti cresciuti male. E chi è fuori posto? Preferirebbero averli accanto a tavola magari con l’ultimo Smartphone, un videogioco, davanti i nuovi babysitter, si chiamano anche vlogger e Youtuber. Invece stranamente contro tutte le regole della modernità loro si alzano, si cercano. Corrono il rischio di sbucciarsi le ginocchia. Nulla di più insidioso.

Genitori e nonni tanto accondiscendenti su tutto, loro pronti all’acquisto più forsennato, consenzienti su ogni più frivola quanto futile fantasia calorica sui cibi, massima disattenzione sui giocattoli per quanto concerne materiali e sostanze, su smalti, trucchi, più interessati ai colori che alle caratteristiche fattuali, imprudenti su tutto, che diventano severissimi nel vietare e ostacolare ogni gioco all’aperto. Vedono mostri dietro ogni angolo. Fastidi per sé e per gli altri. Poi se nel proprio prato, nel condominio, non ne parliamo. Hanno più opportunità i gatti randagi che i ragazzini, che su questo punto non hanno vita facile.

Lettera ai genitori e ai nonni.
Pensate, “prima di postare pensa”.
Prima di vietare prova.
Prima di comprare loro tutto, giocateci voi.

Ps. È di oggi un bell’articolo del Sole, per completare la panoramica, potremmo aggiungere questo altro macigno.

…Cari genitori leggete di più, spegnete i solitari sugli smartphone e tornate alle carte, e alla carta, i vostri figli leggono più di voi.

Lo dicono le ultime statistiche. E che mondo è quello in cui a un maggior benessere non ha coinciso maggior cultura. Le biblioteche cari genitori da quanto tempo non le frequentate?
Ascoltate più audiolibri magari, si presta al nostro essere multitasking. Perché no.
Quando ci sono iniziative, con letture ad alta voce, partecipate e l’entusiasmo coinvolge, i salotti delle città si accendono.
Altro modi di far vivere le piazze italiane, ci piace, diventano comunità.

Ma quanto è bello vedere un bambino e una bambina, mentre ridono, corrono, si conoscono, parlano, giocano, nelle nostre piazze. Tante e tanto grandi da accogliere tutti.

Gli immigrati, il prete, i tavolini, i turisti. Facciamo un altro sforzo. Finché non ritorna normale. Riconosciamo spazio ai nostri figli. Liberi di giocare, cadere, rialzarsi.


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