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L’Italia sposi il modello tedesco per combattere il calo delle nascite

DUE DONNE IN EUROPA

Bon ton, esperienza, capacità di governance e soprattutto signore! Avanzano le due candidature ai posti più importanti della nuova Europa dopo che la coppia Macron – scaltro giovane Napoleone – e Merkel  – forte e coraggiosa cancelliera – hanno dettato le regole: due signore, Lagarde e Von der Leyen, al vertice che riusciranno anche a dare un impulso alla guida dei 27 Paesi con un input liberale e democratico e soprattutto di grandissima esperienza sui temi economici.

Lagarde manager stimatissima e politicamente molto autonoma del Fmi, già ministro, e Von der Leyden già ministro del lavoro tedesco e attualmente ministro della difesa, e poi ancora  Margrethe Vestale alla Vice Presidenza della Commissione: e guarda caso mamme felici di tanti figli.

Questo sicuramente ci dà l’assist per capire come siamo messe in Italia. Le italiane elette in Europa sono 31 donne su 73 complessivi, il 42,4% e tornando in Patria, nelle ultime elezioni, il totale delle sindache neoelette o rielette tra il 26 maggio e il 9 giugno è di 635 su 3.823: il 16,6%.

LA MISOGINIA IMPERANTE

Non mi soffermo più di tanto sulla misoginia imperante in politica perché è chiaro che di strada ce n’è veramente molta molta ancora da fare. Mi soffermo molto di più e volentieri sulla situazione della denatalità che in queste ore pare essere arrivata all’attenzione della nostra gente quando è da anni che chi si occupa seriamente di politiche del welfare segnala questo declino inarrestabile di anno in anno e il fatto che i giovani e le giovani donne non sono affatto aiutati a mettere su famiglia.

Istat ci dice che la popolazione italiana in meno di un anno è diminuita di ben 124.427 bambini e ringraziando Dio ci sono ancora gli immigrati che scelgono di stabilirsi in Italia e compensano ulteriori drammi di denatalità. E sicuramente purtroppo non siamo gli unici poiché in  Europa soffre la Spagna ed è solo la Germania che ha ricominciato a popolarsi di sangue giovane anche perché investe nella maternità e dunque nei servizi infantili, congedi parentali  e politiche fiscali per la famiglia. E dunque è ovvio che l’immigrazione tedesca ha aiutato lo Stato ad essere virtuosamente proattivo.

Le statistiche dell’Unione allertano un po’ tutti i 27  perché il calo demografico porterà a riposizionare il sistema di welfare anche in virtù  dell’invecchiamento delle popolazioni e dunque della mancanza di forza lavoro. Nella manovra del dopo estate questo governo che NON ha dato alla famiglia l’aiuto che le serve, deve umilmente prendere atto della struttura del sistema tedesco e senza ulteriori rinvii dimostrare che forse le risorse della Cassa Depositi e Prestiti (risparmi nostri!) e i risparmi del perdente reddito di cittadinanza devono essere utilizzati per una politica che sostenga la famiglia. Abbiamo ancora tanto da imparare dalla Germania ed è per la nostra sopravvivenza.



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