Siamo perplessi, stupefatti ed indignati. Riteniamo che a Priolo, in provincia di Siracusa, siano stati lesi i diritti a manifestare dei lavoratori del gruppo Lukoil attraverso una strana commistione di interessi che è partita dalla direzione della multinazionale russa, che ha interessato l’ambasciata del medesimo Paese in Italia, che ha coinvolto il ministero dell’Interno e che ha visto alla fine agire in maniera restrittiva la prefettura siracusana.
Se la ricostruzione pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica risultasse veritiera ci troveremmo davanti ad istituzioni di governo che limitano i diritti costituzionalmente garantiti a chi lavora per assicurare lo svolgimento dei cicli produttivi di un gruppo privato come richiesto dal management dello stesso. La motivazione di un’ordinanza prefettizia non sarebbe stata emessa per garantire l’ordine pubblico, ma rappresenterebbe solo la copertura per favorire gli interessi privati del succitato gruppo Lukoil. Insomma, sarebbe vietato scioperare davanti all’ingresso delle raffinerie Isab di Priolo, che appartengono al gruppo petrolifero russo Lukoil. Non per motivi di “ordine pubblico e pubblica sicurezza”, come ha deciso il prefetto di Siracusa Luigi Pizzi, e come ha confermato il Tribunale amministrativo regionale di Catania.
Il contenuto di una lettera dell’ambasciatore russo in Italia, Sergey Razov, che si rivolge all’amico Matteo Salvini (il ministro dell’Interno) e gli sollecita un intervento non per motivi di sicurezza, ma per evitare i blocchi dei sindacati è di una gravità inaudita. Il gruppo Lukoil denuncia perdite per milioni di euro e problemi per la propria reputazione. La gravità tende ad espandersi ancor di più quando a quella richiesta segue il divieto di assembramenti davanti agli ingressi della raffineria del gruppo russo. Pare di essere in una democrazia a sovranità limitata dove i diritti costituzionalmente garantiti ai lavoratori italiani vengono limitati su pressione di una nazione estera mediante l’intervento del governo e delle istituzioni nazionali.
Per noi si tratta di un’atteggiamento inaccettabile che respingiamo con forza ed invitiamo le forze politiche ad avanzare in sede parlamentare interrogazioni ed interpellanze per chiarire quanto accaduto. Il sindacato chiederà conto a governo, istituzioni e al gruppo Lukoil dell’illogica ed ambigua commistione di interessi di cui sono rimasti vittime i lavoratori della raffineria Isab di Priolo.