Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Dalla Luna alla nuova economia dello Spazio. L’analisi di Sommariva (Bocconi)

Di Andrea Sommariva

Nel maggio 1961, il presidente Kennedy pronunciò uno dei discorsi più ispirati e visionari nella storia dell’esplorazione spaziale. Con grande lungimiranza, annunciò l’inizio di un programma di durata decennale, i cui obiettivi erano rivolti a portare l’uomo sulla Luna, mandare in orbita satelliti per telecomunicazioni e osservazione della Terra ed esplorare il Sistema solare. Questi obiettivi ispirarono non solo il lavoro della Nasa, ma anche quello di altre agenzie spaziali. Alla fine del secolo, la maggior parte di questi obiettivi erano stati raggiunti, dimostrandosi determinanti per nascita della cosiddetta “economia dello Spazio”, principalmente nell’orbita circumterrestre.

I NUMERI

Oggi, la tecnologia satellitare si è estesa a diversi servizi e applicazioni, includendo prodotti e servizi dell’Information technology, la televisione, i sistemi GPS, e la telefonia cellulare. Nel 2018, l’economia satellitare a livello globale ammontava a 270 miliardi di dollari. Il fatturato del settore downstream costituisce circa il 50% del fatturato totale. Negli ultimi anni, il ribasso dei prezzi di lancio, unito ai progressi ottenuti nella diminuzione dei costi della tecnologia satellitare, ha aperto la strada alle piccole e medie imprese che potranno fornire nuovi servizi di nicchia, incluso portare Internet ad alta velocità in aree del mondo difficilmente accessibili via cavo.

L’ECONOMICA SATELLITARE

L’economia satellitare a livello globale rappresenta circa lo 0.4 per cento del prodotto interno lordo globale. Tuttavia l’uso della tecnologia satellitare nella navigazione, nella meteorologia e nell’osservazione della Terra ha alimentato lo sviluppo di un numero crescente di applicazioni e servizi, come il controllo del traffico aereo, marittimo, e via terra e la logistica del trasporto delle merci, il management delle risorse naturali e dell’agricoltura, e il monitoraggio dell’ambiente e dei cambiamenti climatici. Non abbiamo ancora una stima quantitativa di questi effetti sull’andamento dell’economia, ma si ritiene che siano rilevanti. Se si includono nel computo, l’economia satellitare assume quindi un significato strategico considerevole che va ben oltre quello definito in senso stretto.

IL FASCINO DELL’ALLUNAGGIO

La parte dell’economia dello spazio non satellitare, incluse l’esplorazione robotica del sistema solare e la scienza dello spazio, ammontava a circa 90 miliardi di dollari nel 2018. Purtroppo, dopo l’atterraggio degli astronauti americani sulla Luna, l’esplorazione umana dello Spazio profondo si è interrotta e gli astronauti hanno continuato a popolare solo orbite circumterrestri. Tuttavia, in anni recenti, il fascino dello Spazio è tornato a catturare le menti e l’immaginazione di una generazione che ritiene possibile l’espansione dell’economia dello Spazio oltre l’orbita terrestre.

LA NUOVA ESPLORAZIONE

La forza trainante di questa espansione sarà la collaborazione tra le agenzie spaziali e le imprese private. Le agenzie spaziali stanno progettando un percorso a tappe per proseguire il viaggio dell’uomo nell’Universo, e cioè toccare in sequenza la Luna, gli asteroidi vicini alla Terra, e infine Marte stesso. L’uso delle risorse spaziali, ottenute tramite le attività dei privati, sarà decisivo per il successo di queste missioni. Le risorse dello spazio servirebbero a garantire carburante per navicelle spaziali, il refueling dei satelliti in orbita geostazionaria, e ossigeno e acqua per sistemi di supporto alla vita di una futura stazione spaziale in orbita cis/circumlunare (il progetto Gateway). Questa base spaziale potrebbe anche servire come area di sosta per i lander robotici (e, più avanti, anche per quelli umani) nel loro viaggio di andata e ritorno dalla superficie della Luna o dagli asteroidi vicini alla Terra. I prossimi dieci anni vedranno quindi un allargamento dell’economia dello spazio con ricadute molto importanti sulla Terra legate allo sviluppo delle industrie dell’intelligenza artificiale, la robotica, la stampa 3D, e le telecomunicazioni.

LA SFIDA EUROPEA

L’Europa trova davanti a sé più di una sfida. La maggiore riguarda il superamento della frammentazione del mercato spaziale europeo. Cinquant’anni fa, i Paesi del Vecchio continente capirono che nessuno di loro aveva il peso necessario per operare da solo nello Spazio: fu così creata l’Agenzia Spaziale Europea (Esa). L’Esa ha portato avanti con successo numerosi programmi spaziali, facendo progredire la frontiera della conoscenza e aumentando l’importanza delle politiche spaziali europee. Eppure, è difficile che un’istituzione intergovernativa riesca a eliminare la frammentazione nel mercato dello Spazio. È evidente che la forte strategicità del settore spaziale per la sovranità nazionale e le sue ricadute sul piano industriale, porta i paesi europei a rimanere saldamente radicati nel portare avanti programmi basati sullo sviluppo di capacità autonome del proprio Paese.

UNA PROPOSTA PER IL VECCHIO CONTINENTE

In anni recenti, il problema della frammentazione dei mercati è sentito come determinante per lo sviluppo del settore spazio in Europa. La Commissione europea ha dato una parziale risposta a questo problema con l’introduzione dei sistemi Galileo e Copernicus. Alla luce della frammentazione del settore spazio, dovuto soprattutto alla duplicazione e sovrapposizione di ruoli degli attori istituzionali europei, quello che manca è un quadro normativo coerente di governance a livello europeo. A tal proposito, ripropongo all’attenzione del lettore una soluzione avanzata lo scorso anno con Giovanni Bignami nel breve saggio pubblicato da Castelvecchi dal titolo “L’economia dello Spazio: le sfide per l’Europa”, e cioè se sia necessario pensare a un’agenzia spaziale federale europea, seguendo il modello della Banca Centrale Europea. Questa nuova istituzione sarebbe responsabile del programma spaziale e della ricerca aerospaziale europei. Eliminerebbe la frammentazione del mercato dello spazio in Europa, agevolando, tra le altre cose, lo sviluppo di lanciatori europei efficienti in termini di costi. Potrebbe realizzare politiche finalizzate a sviluppare nuove tecnologie e stimolare la collaborazione tra le industrie spaziali europee.

IL DIBATTITO

Ad oggi il dibattito a livello europeo è ancora aperto. Il 22 gennaio 2019 durante l’undicesima Conferenza sulla politica spaziale europea, Elżbieta Bieńkowska (Commissioner for Internal Market, Industry, Entrepreneurship and SMEs) ha sottolineato la necessità di avviare un processo per definire la visione dell’Europa dello spazio. Per raggiungere tale obiettivo, il Commissario ha suggerito l’istituzione di un European Space Council facente capo al Consiglio europeo o al suo Presidente. Questa proposta rappresenterebbe l’apice di un processo volto a sottolineare la natura strategica globale del settore spaziale e la necessità di proiettare le ambizioni europee ad una visione condivisa a lungo termine, che consenta di posizionare lo spazio al centro del dibattito politico, garantendo nel contempo un approccio europeo coerente.

LE DISTANZE TRA PAESI

L’European Space Council definirebbe le ambizioni europee su questioni cruciali quali: l’autonomia strategica, la politica economica e industriale, la sicurezza e la difesa spaziale, la diplomazia o, in generale, qualsiasi argomento che debba essere affrontato al più alto livello politico per stimolare i processi decisionali e garantire la coerenza dell’azione. Questa proposta non è in conflitto con quanto avevamo proposto con Bignami, ma la integra. Tuttavia, è chiaro che l’attuazione e l’applicazione di tale raccomandazione comporta numerosi ostacoli per una serie di motivi, tra cui la riluttanza degli Stati membri a concordare qualsiasi ulteriore trasferimento di sovranità verso le istituzioni europee, la necessità di rivedere il concetto di competenza condivisa per quanto riguarda gli affari spaziali, l’adozione di un’agenda formale comprendente alcune preoccupazioni in materia di sicurezza e di politica di difesa o l’opportuno coinvolgimento dell’Esa in questo quadro.

Date le difficoltà da superare nella creazione di tale entità, è improbabile che possa essere attuata a breve termine. Tuttavia, alimentare il dibattito ha il merito di avviare ulteriori riflessioni sulle prospettive a lungo termine della strategia spaziale europea e del suo schema di governance, al di là delle considerazioni sulla leadership.

×

Iscriviti alla newsletter