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Oro e petrolio, così Maduro aggira le sanzioni americane

Il regime di Nicolás Maduro continua a sfruttare il business del petrolio, nonostante le sanzioni americane e il divieto da parte del presidente dell’Assemblea Nazionale e presidente ad interim, Juan Guaidó.

Il Dipartimento del Tesoro americano ha imposto limitazioni contro 34 navi dell’impresa statale Petróleos de Venezuela (Pdvsa) e le imprese americane che avevano contratti con la società petrolifera venezuelana. Tuttavia, le misure sono aggirate da molti e all’isola di Cuba, per esempio, arrivano in maniera clandestina circa 60mila barili di greggio ogni giorno dal Venezuela.

PIRATI NEI CARAIBI

I metodi per questo traffico illegale di crudo sono stai pubblicati in un’inchiesta del quotidiano argentino El Clarín. “Settimanalmente – si legge nel reportage – partono dai porti nazionali navi pirata con bandiera venezuelana o straniera verso Cuba che non hanno certificazione internazionale di nessun tipo e non rispettano le sanzioni”. L’informazione è stata confermata dal capitano José Ballaven, direttore dell’Associazione Civile Gente de Mar. Le persone che guidano queste navi non avrebbero la qualifica necessaria, mettendo a rischio altre imbarcazioni nei Caraibi.

Secondo il sito Bloomberg, le navi Ocean Elegance e S-Trotter sanzionate dagli Usa hanno cambiato nome per Océano e Tropic Sea e continuano ad operare liberamente.

L’impegno di Maduro di inviare petrolio a Cuba sarebbe dovuto alla necessità di pagare fatture per sicurezza personale e il servizio di medici cubani. Circa 20mila cittadini cubani vivono in Venezuela e offrono prestazioni al governo socialista.

UFFICI A MOSCA

Da gennaio, Maduro è in conversazione con gli alleati russi per schivare il divieto di pagamento a Pdvsa in dollari.

L’impresa statale venezuelana è riuscita a continuare le operazioni aprendo anche una sede operativa a Mosca. Secondo l’agenzia Reuters, Pdvsa ha trasferito le fatture di vendita alla petrolifera Rosneft, con uno sconto e la riduzione dei tempi di pagamento.

EL DORADO DI MADURO

Ma i conti del regime di Maduro non reggono soltanto grazie al petrolio. Il sito Bloomberg sostiene che il Venezuela ha venduto circa 40 milioni di dollari la settimana scorsa, sfidando le numerose sanzioni degli Stati Uniti.

“La Banca Centrale ha venduto quasi una tonnellata di oro il 12 luglio – si legge sul sito -, il che riduce le riserve di dollari del Venezuela al minimo storico negli ultimi 30 anni a 8,1 miliardi di dollari”.

Le sanzioni limitano sempre di più l’accesso del Venezuela al sistema finanziario globale, spiega il sito, ma Maduro riesce ad aggirarle vendendo l’oro venezuelano a imprese negli Emirati Arabi Uniti e Turchia, per esempio. Da aprile ad oggi sono state vendute circa 24 tonnellate di oro del Venezuela.

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