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Il Parlamento verso lo Spazio. La riunione dell’Intergruppo con Massagli e Villadei

“Una giornata molto positiva per lo Spazio italiano, un momento che ha manifestato la massima disponibilità alla collaborazione da parte delle varie forze politiche e con la struttura insediata a palazzo Chigi”. Riassume così a Formiche.net la prima riunione dell’Intergruppo parlamentare per l’aerospazio Niccolò Invidia, deputato del M5S e promotore dell’iniziativa. Dal lancio dello scorso 25 giugno, il gruppo ha raggiunto in meno di un mese l’adesione di circa 80 tra deputati e senatori. Bipartisan, trasversale a gruppi politici e commissioni, ha l’obiettivo di sensibilizzare il Parlamento sui temi aerospaziali, muovendosi tra proposte di legge, incontri di alto livello e Space diplomacy. Per fare il punto della situazione, oggi sono intervenuti a Montecitorio il consigliere militare del presidente del Consiglio Carlo Massagli e il cosmonauta e tenente colonnello dell’Aeronautica militare Walter Villadei.

MASSIMA COOPERAZIONE

Nel corso della riunione, ci ha spiegato Invidia, “è emersa la massima cooperazione su tutto; è totalmente chiaro che si tratta di un Intergruppo che è quasi una commissione parlamentare, estremamente serio e professionale nell’azione e nelle intenzioni”. Tra i temi su cui si concentrerà il nuovo organo, c’è quello della della Space diplomacy, cioè la capacità di rafforzare i rapporti con altri Paesi attraverso il settore spaziale. “È tempo di inaugurare la Space parliamentary diplomacy, su cui l’Intergruppo potrebbe rivestire grande importanza”. L’occasione, ha ricordato Invidia, arriva da Berlino, dove a inizio settembre si terrà la riunione della Conferenza interparlamentare europea per lo spazio (Eisc), istituita nel 1999 come foro permanente di cooperazione tra i membri dei Parlamenti nazionali interessati o coinvolti nel comparto. “Speriamo di poter avere la più ampia partecipazione possibile”.

LE INIZIATIVE 

Poi, nel mirino dell’Intergruppo ci sono “iniziative legislative, sia per la Legge di bilancio, con l’attenzione al tema del budget, sia su altri argomenti, tra cui auspicabilmente un progetto di legge sulla New Space Economy”, ha rimarcato il deputato. Tutto questo, “sarà naturalmente coordinato con la presidenza del Consiglio e con la struttura guidata dall’ammiraglio Massagli; sarebbe assurdo andare avanti da soli”. In ogni caso, si esclude un’etichetta politica all’Intergruppo. “Lavoriamo in collaborazione tra tutte le forza politiche, con una connotazione totalmente bipartisan che, personalmente, farò di tutto per preservare”. Difatti, “sarebbe assurdo applicare le logiche della politica all’Universo”. Gli ha fatto eco Paolo Formentini della Lega: “è positivo il dialogo tra forze politiche su scelte strategiche per il Paese; la politica non può non essere unità là dove c’è l’interesse nazionale da difendere”. Su questo, ha evidenziato il deputato leghista, nell’incontro a Montecitorio “si è sottolineata l’importanza del rapporto tra Nasa e Agenzia spaziale italiana (Asi), fondamentale per il continuo sviluppo del settore”. Un settore strategico secondo Formentini, considerando “i cospicui ritorni degli investimenti” e “una storia di eccellenza che ha visto l’Italia quale terzo Paese al mondo a lanciare un satellite oltre l’atmosfera”.

UNA GOVERNANCE INNOVATIVA

D’altra parte, l’iniziativa segue l’esperienza positiva della passata legislatura, quando l’Integruppo di allora fu fondamentale nel processo che portò all’approvazione della legge 7 del 2018 che definì la nuova governance nazionale. Con tale assetto istituzionale, l’Italia è sicuramente ben attrezzata alla sfide spaziali del futuro. La normativa ha affidato al presidente del Consiglio la responsabilità e il coordinamento del settore, con Giuseppe Conte che ha delegato per questo il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, a sua volta supportato da un apposito Comitato interministeriale (il Comint) di cui Massagli è segretario con la guida della Struttura di coordinamento. Il sistema ha già dimostrato la sua efficacia. Dopo gli Indirizzi di governo di marzo, la scorsa settimana è stata approvata la Strategia di sicurezza nazionale per lo Spazio.

IL LAVORO A PALAZZO CHIGI

Nel frattempo, è partita la Space economy italiana, con l’assegnazione del primo contratto (Ital-GovSatCom) nell’ambito del Piano strategico fondato sull’approccio del partenariato pubblico-privato. Tutto questo è stato ricordato ai membri dell’Intergruppo dall’ammiraglio Massagli, il quale ha altresì illustrato i vari gruppi di lavoro promossi dalla Struttura di coordinamento. Si va dalla programmazione finanziaria all’accesso allo Spazio, passando per i vari segmenti che costituiscono la filiera nazionale del settore.

LA COLLABORAZIONE TRA COMINT E INTERGRUPPO

Su tutto questo, a partire dal budget, il ruolo del Parlamento resta fondamentale. È per questo che da Massagli è arrivato il pieno sostegno alla nuova iniziativa dell’Intergruppo, arricchito dalla proposta di collaborazione continua, di un incontro congiunto con il Comint di palazzo Chigi e di visite presso le eccellenze industriali della Penisola. D’altra parte, la scorsa settimana, il Comitato interministeriale condito dalla partecipazione di Giuseppe Conte aveva “accolto con favore” la costituzione dell’Intergruppo.

CON GLI USA… VERSO LA LUNA

Anche oltre l’Europa, il momento è pieno di opportunità. Il programma Artemis con cui la Nasa ha risposto alla pressioni di Donald Trump per riportare gli Stati Uniti sulla Luna entro il 2024 è una di queste. Già la settimana passata, nell’evento organizzato dall’ambasciatore Usa a Roma Lewis Eisenberg, Massagli e il presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia spiegavano la volontà italiana di aderire. Un’ipotesi più che concreta illustrata dall’ammiraglio ai membri dell’Intergruppo, a partire dalla prima fase del nuovo programma lunare, il Lunar Gateway, la piattaforma orbitante in orbita cislunare. Nella lettera inviata a Scott Pace, segretario esecutivo del National space council (Nsc) americano, il governo italiano si è offerto come partner per contribuire con un modulo abitativo, il cui nome, ha spiegato Massagli, potrebbe essere “Amicitia”, proprio “per il valore che traspare dai nostri rapporti nel campo spaziale”. D’altra parte, seguirebbe la rodata collaborazione tra Italia e Usa sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), con i moduli da noi realizzati che hanno permesso opportunità di volo maggiori per i nostri astronauti.

LE NUOVE FRONTIERE

Il tema è stato affrontato anche dal tenente colonnello e cosmonauta Walter Villadei. Oltre al ritorno alla Luna, ha spiegato, ci sono però tante altre occasioni, anche per il corpo astronautico italiano che ha festeggiato da poco il ritorno di Luca Parmitano sulla piattaforma orbitante. Dall’accesso allo Spazio con le collaborazioni con l’americana Virgin Galactic alla “frontiera Marte”, fino all’evoluzione delle infrastrutture nelle basse orbite terrestri, pensando al futuro commerciale della Stazione spaziale internazionale e al trend che vede l’incremento di grandi costellazioni di piccoli satelliti.

TRA BUDGET E RITORNI

Accanto alle opportunità ci sono però le sfide, ha ricordato Massagli. Il primo banco di prova sarà la ministeriale dell’Agenzia spaziale europea (Esa) a Siviglia il prossimo novembre. L’appuntamento definirà il futuro dello Spazio del Vecchio continente. I grandi Paesi europei, Francia e Germania in testa, hanno già dimostrato ambizioni importanti. Lo stesso deve fare l’Italia, a partire dal tema del budget che sarà chiamata a mettere sul piatto. Non si tratta di spese, ma di investimenti. D’altra parte, ha notato l’ammiraglio, i ritorni sono evidenti. Rispetto a quanto spende in Esa, l’Italia ha un ritorno del 3% in termini di contratti industriali, bloccato solo dai vincoli imposti dall’agenzia. Dove questi vincoli non ci sono, ad esempio nell’Unione europea, i ritorni arrivano addirittura al 30%. In più, si stima che per ogni euro investito nel settore, il ritorno in Italia sia di 7 euro, rispetto a una media di euro 4.

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