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I legami tra Russia e Lega visti dalla stampa estera

La notizia dell’incontro di un collaboratore di Matteo Salvini con i russi per trattare – secondo la ricostruzione di Buzzfeed – un presunto finanziamento con cui mandare avanti la campagna elettorale della Lega per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo è rimbalzata con grande risalto sulla stampa estera. I commenti sono i più disparati, da chi scrive che “lo aveva detto” a chi guarda con preoccupazione globale la vicenda.

“Uno stretto collaboratore di Salvini ha preso parte ai colloqui con gli uomini d’affari russi per pompare finanziamenti al suo partito della Lega di estrema destra attraverso un accordo sul carburante”, si legge sul Financial Times. Secondo il quotidiano della City, “usare il petrolio russo per finanziare la Lega sarebbe pazzesco”. Ma l’unico che può chiarire la situazione è Salvini e lo deve fare immediatamente.

Invece, per l’americano New York Times, “per ora, in Italia, dove il signor Salvini sembra immune da ferite politiche, l’audio sembrerebbe non essere in grado di minacciare il suo potere”. Tuttavia, ha sollevato “nuove domande sulla volontà della Russia di intromettersi in Europa, e la volontà dei nazionalisti filo-russi nel cuore dell’Europa occidentale di accettarlo”.

Il quotidiano della Grande Mela ha ripreso le dichiarazioni del deputato del Partito Democratico Emanuele Fiano, che sottolinea l’illegalità che potrebbe caratterizzare il possibile finanziamento straniero ad un partito politico italiano: “È anche pericoloso sapere che un partito italiano abbia un contratto di collaborazione con uno Stato straniero”.

E riprende la nomina di Lorenzo Fontana come nuovo ministro per gli Affari europei: “A marzo, Fontana è stato uno dei promotori a Verona del Congresso Mondiale delle Famiglie, un gruppo conservatore con una storia di finanziamenti russi. Nel 2014, si è seduto accanto a Salvini con la maglietta ‘No Sanctions On Russia’ al Parlamento Europeo”.

UN VECCHIO SOSPETTO

Martin Longman, web editor del Washington Monthly, ricorda che a gennaio del 2016, prima dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca, aveva scritto un articolo sulla vicenda della vendita del 19,5% della società petrolifera russa Rosneft e sulle spiegazioni attese dal candidato a segretario al Tesoro, Steven Mnuchin. Sebbene non siano state (ancora) trovate prove sul collegamento tra la squadra di Trump e la vendita della quota societaria, Longman sostiene che per chi è scettico “sul fatto che i russi stessero almeno cercando di fare questa transazione, bisogna guardare il nuovo scandalo in Italia”.

L’articolo ipotizza quello che sarebbe stato, a suo parere, il vero scopo dell’accordo oggetto della riunione alla quale avrebbe preso parte il collaboratore di Salvini: “La trattativa – che durò un’ora e 15 minuti, intervallata da interruzioni di sigaretta e caffè espresso – avrebbe coinvolto un’importante compagnia petrolifera russa per la vendita almeno 3 milioni di tonnellate di carburante nel corso di un anno alla compagnia petrolifera italiana Eni per un valore di circa 1,5 miliardi dollari. L’acquisto e la vendita sarebbero fatti attraverso intermediari, con i venditori che avrebbero applicato una tariffa scontata a queste transazioni”. Il denaro dello sconto, circa 65 milioni di dollari, secondo l’articolo, sarebbe andato a finire segretamente alla Lega (scenario, naturalmente, tutto da provare).

COSPIRAZIONE RUSSA

Per capire la dimensione di questa “cospirazione tra il governo russo e italiano”, il Washington Monthly considera importante sapere che i protagonisti “stanno cercando di minare l’Unione Europea e trasformare l’Europa” in un gruppo “di feudi filo-russi”.

“Ho scritto di tutte queste cose nel corso degli ultimi anni”, aggiunge Longman “Non è una rivelazione per me che, come dice BuzzFeed, per i partecipanti all’incontro, ‘il vero obiettivo era quello di indebolire le democrazie liberali e formare una nuova Europa nazionalista in linea con Mosca’. Questo è il motivo per cui ho scritto molto sul ruolo della Russia nelle elezioni presidenziali americane del 2016. Non è che penso che le elezioni possano essere rovesciate. È che voglio che le persone capiscano il significato di questo e la minaccia che rappresenta”.

INCONGRUENZE FINANZIARIE

Il tedesco Süddeutsche Zeitung non esprime molti dubbi e dimostra di credere all’audio pubblicato: “I sospetti contro la Lega, il partito del ministro dell’Interno Matteo Salvini, e la sua problematica vicinanza al Cremlino sembrano essere condensati”. A confermarlo per la testata è proprio la registrazione di “un incontro esplosivo” svoltosi il 18 ottobre 2018 a Mosca. Un meeting che, evidenzia, non è stato il sito BuzzFeed a scoprire: “I giornalisti investigativi della rivista L’Espresso avevano già ricevuto informazioni su quest’alleanza. […] Da qualche tempo si presume che Mosca stia finanziando i partiti di destra europei”.

“Il collegamento con Mosca – conclude il Süddeutsche Zeitung – è solo una delle numerose incongruenze finanziarie che circondano il partito di Salvini. Inoltre, non vi è traccia dei 49 milioni di euro che la Lega ha ricevuto nel corso degli anni sotto forma di compensazione elettorale e che le sono stati sottratti. […] Domande e commenti sui 49 milioni infastidiscono Salvini tanto che ha incaricato i gestori dei suoi account e profili sui social network di bloccare tutte le voci che parlino di ‘49 milioni’”.

Per il quotidiano spagnolo La Vanguardia sembra più rilevante la notizia della nomina di Lorenzo Fontana come ministro per gli Affari europei rispetto all’audio di Mosca. Solo alla fine dell’articolo sulla carriera dell’uomo di Salvini si fa riferimento, nell’ultimo paragrafo, ad un’altra notizia del giorno, il presunto finanziamento russo della campagna leghista: “BuzzFeed riconosce che non sa se questi presunti negoziati siano arrivati in porto, identifica solo un interlocutore e la data della registrazione, ottobre del 2018. Il leader della Lega ha detto di essere pronto per la querela”.

Per il sito svizzero Swissinfo.ch, nell’edizione italiana, il caso è considerato “una trattativa tra emissari di Matteo Salvini e alcuni russi per negoziare un finanziamento milionario di Mosca alla Lega […] Nella registrazione – spiega ancora BuzzFeed – Salvini viene descritto con entusiasmo dai russi come ‘il Trump europeo’”.

ALTRI CASI 

Il giornale El Nacional de Catalogna dà la responsabilità al vicepremier. “Sorprende che il collaboratore di Salvini stesse negoziando fondi segreti russi”, è il titolo dell’articolo sul caso, nel quale si considera l’audio pubblicato dal sito BuzzFeed come una conferma dell’indagine de L’Espresso.

El Nacional ricorda che non sarebbe la prima volta che si scoprono legami tra la Russia e leader dell’estrema destra europea: “La leader xenofoba francese Marine Le Pen ha ottenuto 11 milioni di euro in prestiti da banche russe, vicine al Cremlino nel 2014 […] In Regno Unito l’Agenzia Nazionale contro il Crimine indaga sull’origine di 8 milioni di sterline che il magnate Arron Banks donò per la campagna della Brexit”. L’ultimo episodio? Le interferenze russe contro il governo austriaco e la coalizione tra ÖVP e FPÖ”.

Il quotidiano Observador di Brasile intitola “Salvini, Putin e petrolio. I nastri segreti rivelano il presunto schema di finanziamento” (della campagna elettorale, ndr)”.

Per il Daily Mail, l’ingerenza di Mosca in altri Paesi preoccupa anche il Regno Unito: “Sono state anche sollevate preoccupazioni sul possibile ruolo della Russia nella campagna referendaria sulla Brexit in Gran Bretagna. Le tensioni tra Russia e Occidente sono peggiorate lo scorso anno sulla scia dell’avvelenamento da agente nervino dell’ex spia Sergei Skripal. Il governo del Regno Unito ha accusato Mosca di aver ordinato un tentativo di omicidio, ma la Russia ha negato il coinvolgimento”.

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