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Russia, nuova ondata di repressione in vista delle elezioni legislative

Iniziano le tensioni in Russia a causa delle elezioni previste per settembre. Pochi minuti dopo l’avvio della protesta – non autorizzata – a Mosca, la polizia ha arrestato almeno 211 persone. La denuncia della repressione per i manifestanti che chiedevano un processo elettorale “libero ed equo” è partita dall’ong russa Ovd-Info.

Da quanto riferisce l’agenzia Afp, le forze di sicurezza sono entrate nelle case di molti candidati che non sono stati accettati nel registro elettorale. Il blogger e oppositore russo, Alexej Navalny, è stato arrestato per 30 giorni per avere convocato una protesta considerata illegale. Ugualmente, altri leader dell’opposizione sono stati detenuti prima della manifestazione. La polizia aveva chiesto a cittadini e turisti di non prendere parte all’evento perché ci sarebbero state operazioni di routine per mantenere il controllo.

Secondo il sindaco di Mosca, Sergei Sobaynin, l’iniziativa rappresentava una “minaccia alla sicurezza” del Paese, per cui le autorità si sono impegnate ad imporre l’ordine sulla base delle normative in vigore.

Quella di oggi è l’ultima di una serie di proteste per cercare di dare trasparenza ed equità al voto di settembre. Oltre Navalny è stato messo fuori gioco anche l’ex deputato Dmitry Gudkov. “Se perdiamo ora – ha dichiarato – le elezioni cesseranno di esistere come strumento politico. Ciò di cui stiamo parlando è se è legale partecipare alla politica oggi in Russia, stiamo parlando del paese in cui vivremo”.

Per Amnesty International, l’arresto di cinque rappresentanti dell’opposizione, tra cui Alexej Navalny, e le indagini contro altri otto sono un tentativo vergognoso del Cremlino per intimidire la popolazione in vista delle elezioni parlamentare.

Oleg Kozlovsky, ricercatore di Amnesty International sulla Russia, ha scritto sul sito dell’organizzazione: “Questo deve finire adesso. Navalny e gli altri quattro attivisti arrestati sono prigionieri di coscienza e devono tornare in liberà immediatamente e sena condizioni; convocare manifestazioni politiche pacifiche non è un delitto e non devono essere sanzionate”.

Kozlovsky ha denunciato che gli arresti non sono l’unico strumento utilizzato dal governo russo: “Ieri sono partite indagine penali contro un gran numero di attivisti e candidati dell’opposizione […] Nelle ultime 24 ore sono state perquisite le case di molte persone che vogliono presentarsi alle elezioni e sono stati convocati per interrogatori. Il messaggio è chiaro: smettetela di alzare la voce”.

“È indignante che le autorità russe si sentano con cos tanto potere da impedire che siano ascoltate le voci dell’opposizione – ha aggiunto Kozlovsky -. I diritti alla libertà di espressione e alle riunioni pacifiche sono nel diritto internazionale dei diritti umani e devono rispettarsi ovunque”.


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